Omicidio di Letizia Girolami, l’ex fidanzato della figlia ha confessato: l’avrebbe colpita dopo una lite #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Era davvero omicidio e gli inquirenti (carabinieri e procura di Arezzo) hanno risolto il il giallo di Foiano della Chiana, Valdichiana aretina, in poche ore. C’è già un fermato per la morte di Letizia Girolami, 72 anni, psicoterapeuta e psicologa spirituale che viveva nelle campagne intorno alla cittadina della Valdichiana: si tratta dell’ex fidanzato della figlia che avrebbe ammesso l’omicidio davanti agli investigatori.

Il fermato, Irfan Rana Muhaned, un uomo di 38 anni di origini pachistane, aveva da anni una relazione a fasi alterne con la figlia della vittima, Eileen che ora, a quanto pare, vive a Spagna. Questa era una fase in cui i due si erano lasciati. 

Anche dopo la fine della storia con la figlia della donna, Eileen, il 38enne  era rimasto a vivere, in attesa di una sistemazione, in casa degli ex suoceri, quella dietro la quale è avvenuto il delitto. 
Sempre secondo quanto ricostruito, la situazione non era però priva di tensioni, anzi.

Così sabato 5 ottobre, lui  e la dottoressa si sono visti e ne  sarebbe nato un alterco nel corso del quale il trentottenne havrebbe afferrato un bastone da terra e  colpito mortalmente Letizia Girolami, causandogli una profonda ferita nei pressi di un occhio.

La svolta nelle indagini è arrivata tra la tarda serata di domenica e la notte, ore in cui l’attività dei carabinieri è stata frenetica, con le persone coinvolte nel caso sentite nella caserma dei carabinieri di Foiano. Qui intorno alle 20 è arrivata anche la neo procuratrice capo di Arezzo Gian Federica Dito. La pm Angela Masiello, titolare del fascicolo per omicidi in quanto sostituto di turno, era nei locali della stazione già da ore. 

Per ora comunque, le bocche degli inquirenti sono sigillate, a breve dovrebbero arrivare altri particolari.

Di certo, per ora, c’è solo la sequenza. 

Letizia Girolami, romana di origine, maturità al liceo Virgilio, laurea in psicologia, un’attività di psicoterapia ancora in corso, con due studi (uno a Roma e l’altro a Foiano) è uscita dalla sua abitazione isolata, nella campagna fra la cittadina e la frazione di Pozzo, nei pressi della stazione ecologica, nel pomeriggio di sabato 5 ottobre e da allora di lei non si sono avute più notizie. 

Il marito, coetaneo, di origine canadese, pittore, ha cominciato a preoccuparsi quando la moglie non è rientrata a buio. Allora ha telefonato alla figlia Eileen, che a quanto pare si trova all’estero. È stata lei a chiamare il 112, che ha allertato i carabinieri ed i vigili del fuoco. 

Nella notte sono cominciate le ricerche, concluse a tarda ora, fra mezzanotte e le due, con la scoperta del cadavere dalla testa fracassata, a due passi dall’abitazione.

Sono arrivati anche gli uomini del 118, ma nell’immediato non c’erano ancora certezze: delitto o caduta accidentale nei pressi di casa? 

Tutto, però, fin dal primo momento, a cominciare dall’ispezione cadaverica, ha fatto propendere per la prima ipotesi, sulla quale i carabinieri, guidati personalmente dal comandante provinciale, colonnello Claudio Rubertà, dal comandante del reparto operativo, colonnello Paolo Minutoli e dal comandante della stazione di Foiano, luogotenente Gianluca Urso, hanno in poche ore imboccato la pista giusta. 

Fino al fermo giunto a tarda sera.

Adesso di attende attender che il 38enne vada  davanti al Gip nell’udienza di convalida, probabilmente marted’ 8 ottobre.

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