Il lido è Cosa nostra. Affitto mai pagato per lo stabilimento in mano a due donne del clan Cappello #finsubito prestito immediato

Stagione balneare finita e sigilli, per sequestro preventivo, ai cancelli di un noto lido del lungomare a Catania, a Ognina, sotto piazza Europa. I carabinieri hanno scoperto una grossa truffa dietro l’affitto mai pagato dai due gestori dello stabilimento dal 2022 ad oggi. Ad una prima lettura, neanche i tecnici del Tribunale Civile avevano riconosciuto la falsità dei documenti presentati dalle due donne, citate in giudizio dal proprietario per inadempienza al contratto di locazione. Giovanna Maria Salvo, pregiudicata 51enne catanese e Anna Laura Comparato, 28enne catanese, parenti di elementi di spicco del clan “Cappello”, sono ora accusate di concorso in “truffa” e “falsità ideologica in atti pubblici”. Ad orchestrare il raggiro Salvatore Pistone, pregiudicato 62enne nisseno. Carte alla mano, si era finto il legale rappresentante di una società svizzera – realmente esistente nel Canton Ticino ma totalmente all’oscuro della vicenda – ed aveva avviato le trattative con la proprietà del lido e del ristorante, prevedendo il pagamento di 270 mila euro per il primo biennio, 280 mila per il secondo e 150 mila euro per il quinto e sesto anno. L’amministratore della società balneare, ritenendo valida la documentazione, aveva accettato chiedendo a garanzia una “polizza fideiussoria”. Documento bancario anch’esso falso come accertato dai carabinieri.