diErica Dellapasqua e Giulio De Santis
Cinquanta persone sono in presidio all’esterno della cittadella giudiziaria di Roma per l’udienza del manifestante arrestato sabato. Presente anche la fidanzata del giovane, di origine palestinese
Andrà ai domiciliari (ma il pm aveva chiesto il carcere) Tiziano Lovisolo, 24enne marchigiano con qualche precedente che fonti di polizia definiscono «anarchico»: è l’unico manifestante arrestato dopo gli scontri di sabato in piazzale Ostiense nel corso della manifestazione ProPal. E’ accusato di manifestazione non autorizzata, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, fatti per cui questa mattina è stato processato per direttissima. I suoi compagni avevano organizzato un presidio davanti al tribunale di Roma oggi 7 ottobre per chiedere la sua liberazione. All’uscita dal tribunale il giovane ha abbracciato la fidanzata e ha ringraziato ad alta voce i manifestanti «per la solidarietà».
Durante l’udienza Lovisolo si è detto estraneo ai fatti: «Non c’entro nulla – ha dichiarato in aula – stavo camminando per conto mio con la mia ragazza e per sbaglio mi sono ritrovato coinvolto, quando mi hanno preso sono stato anche malmenato».
Il presidio e gli insulti ai giornalisti
Fuori dalla cittadella giudiziaria di piazzale Clodio si sono così radunati gli attivisti pro Pal, alcuni presenti anche sabato alla manifestazione che proprio in considerazione del rischio scontri era stata vietata dal Viminale e anche dal Tar. L’ingresso del tribunale di via Golametto è presidiato dalle forze dell’ordine e i manifestanti hanno esposto uno striscione con la scritta «Fermiamo il genocidio, Palestina libera». Dopo l’annuncio dei domiciliari a Lovisolo, alcuni dei partecipanti hanno pesantemente insultato i giornalisti presenti: «Siete servi del potere».
La manifestazione a Roma
Lovisolo, originario di Monteprandone, piccolo centro non lontano da San Benedetto del Tronto nelle Marche, laureato in Scienze Politiche all’università di Urbino e tifoso della Sambenedettese, avrebbe preso parte al «blocco nero» di manifestanti incappucciati che sabato nella Capitale hanno provocato i disordini di piazza e attaccato le forze dell’ordine. Durante i tafferugli, diversi agenti sono anche rimasti feriti e, il giorno dopo, dalla Questura hanno parlato di «attacco premeditato», che insomma poco avrebbe avuto a che fare con la causa palestinese.
«Preso a calci e manganellate»
Gli altri manifestanti e la sua famiglia, invece, lo difendono. Sulle chat interne gli attivisti hanno scritto: «Il nostro compagno Tiziano è stato malmenato dalla polizia, nelle foto uno dei momenti del suo pestaggio, e in seguito portato in questura, dove sarà trattenuto fino al processo con accuse che siamo certi essere arbitrarie, pretestuose e infondate». E la sorella del ragazzo, postando proprio un’immagine di lui a terra circondato dai poliziotti, ha aggiunto: «Avete preso a calci e a manganellate un ragazzo indifeso che si è trovato nel posto sbagliato, nel momento sbagliato».
Il presidio al tribunale
Fuori dal tribunale, le canzoni di Fabrizio De André accompagnano l’attesa dei manifestanti, giunti a piazzale Clodio in segno di solidarietà a Lovisolo. Sono circa cinquanta, seduti sul marciapiede a disquisire di esami e scenari di guerra, attendono l’esito della direttissima. «Abbiamo manifestato perché lo riteniamo giusto, Israele sta compiendo un genocidio. Poi ci sono i facinorosi, non ne siamo responsabili», dice Giovanni, 20 anni, uno studente di Lettere. Le sue parole rispecchiano gli striscioni esibiti a piazzale Clodio.
La fidanzata palestinese
C’è anche la fidanzata dell’arrestato, 24 anni di origine palestinese, che lo difende: «Stavamo manifestando in pace, poi sono piovuti i lacrimogeni. E ho perso di vista il mio ragazzo. Ho saputo dell’arresto dalle foto. Una cosa assurda. Mi sono subito detta: andrebbe mobilitata l’Italia per questo arresto ingiusto. Stiamo insieme da quattro anni. È una persona gentile, aiuta le vecchiette ad attraversare la strada, è impegnato nel sociale. Un ragazzo d’oro. Per questo lo amo. E sono certa che abbiano preso uno a caso». Dopo la decisione dei giudici si dichiara delusa: «Mi aspettavo un altro esito. La parola di un innocente non è stata creduta»
Assieme a Lovisolo, dopo gli scontri altri tre manifestanti erano stati fermati ma rilasciati con a carico una denuncia per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.
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