Grazie a un protocollo d’intesa tra il Ministero della Giustizia e la Lega Nazionale per la Difesa del Cane, la messa alla prova può essere svolta con attività di pubblica utilità a favore degli animali.
La messa alla prova è un istituto giuridico che consente agli imputati di reati minori di evitare il processo penale, svolgendo lavori di pubblica utilità o altre attività a beneficio della collettività. Un recente protocollo d’intesa ha ampliato le possibilità di svolgere la messa alla prova, introducendo attività di cura dei cani e degli altri animali. Questo articolo illustra le novità introdotte dal protocollo e le modalità di svolgimento della messa alla prova in questo ambito.
In cosa consiste la messa alla prova?
La messa alla prova è una misura alternativa alla detenzione, prevista dal codice di procedura penale per reati meno gravi. Consente all’imputato di ottenere la sospensione del processo e di svolgere attività di pubblica utilità o a beneficio della collettività. Se la messa alla prova ha esito positivo, il reato si estingue e non viene menzionato nel certificato penale.
Il protocollo d’intesa tra Ministero della Giustizia e LNDC
Il Ministero della Giustizia e la Lega Nazionale per la Difesa del Cane (LNDC) hanno stipulato un protocollo d’intesa che permette agli imputati di svolgere la messa alla prova con attività di pubblica utilità a favore degli animali. Ad esempio, i soggetti coinvolti possono prestare servizio presso canili, rifugi o centri di recupero per animali maltrattati.
Quali attività si possono svolgere?
I richiedenti la messa alla prova possono essere impiegati in diverse attività legate alla tutela degli animali, come:
- cura e assistenza degli animali nei canili e rifugi;
- attività di recupero e riabilitazione di animali maltrattati;
- promozione dell’adozione degli animali;
- sensibilizzazione su tematiche come il randagismo e il benessere animale.
Altre attività di pubblica utilità
Il protocollo prevede anche la possibilità di svolgere la messa alla prova in altri settori di pubblica utilità, tra cui:
- tutela dell’ambiente;
- prevenzione degli incendi;
- protezione di boschi e produzioni agricole;
- recupero del demanio marittimo;
- manutenzione di immobili e servizi pubblici;
Come funziona la messa alla prova?
L’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna (UEPE) redige il programma di trattamento, conciliando le esigenze dell’imputato con quelle della struttura che lo accoglie. Il programma può prevedere attività specifiche in base alle competenze del soggetto e può essere modificato in corso d’opera, previa approvazione del giudice.
L’attività di volontariato deve essere prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro ed esclusivamente per fini di solidarietà.
Conclusioni
Il protocollo d’intesa tra il Ministero della Giustizia e la LNDC rappresenta un’opportunità per gli imputati di reati minori di riparare il danno causato alla collettività e di contribuire al benessere degli animali. Si tratta di un’iniziativa che promuove la giustizia riparativa e la tutela degli animali, offrendo al contempo un percorso di reinserimento sociale per gli imputati.
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