Non esclusa che la decisione del Comune venga revocata in autotutela. Intanto si scatena la polemica politica contro la scelta della sindaca Episcopo
Rischia di costare caro, soprattutto alla sindaca Maria Aida Episcopo, il pasticcio del caso Cassandro. Il Comune di Foggia ha affidato alla Cassandro srl (determina 1493, firmata dalla neo dirigente Alessia Cordisco) la rendicontazione dei progetti Pnrr, provvedimento assunto sulla scorta dei requisiti di legge di cui è in possesso l’agronomo barlettano Manlio Cassandro ma sorvolando sull’inopportunità che un’amministrazione sciolta per mafia (2021) si rivolga a una società indagata dalla Dda (2020, per presunta truffa di fondi comunitari e contatti col clan Sinesi-Francavilla, l’organizzazione criminale evocata nel dossier del Viminale che portò al commissariamento del Comune).
La determina del Comune sul tavolo di Valiante
Come puntualizzato nell’approfondimento pubblicato ieri dal Corriere, dopo essere stata raggiunta da interdittiva antimafia la Cassandro srl è stata successivamente «ammessa a controllo giudiziario per due anni» mentre l’agronomo Manlio Cassandro è stato «prosciolto per assenza di gravi indizi di colpevolezza», ciò premesso l’affidamento della rendicontazione dei progetti Pnrr del Comune di Foggia da imbarazzo etico è divenuto un impiccio istituzionale (quindi politico). La prefettura di Foggia ha acquisito la determina dirigenziale all’origine dell’affidamento, dal momento che potrebbe risultare «viziata da nullità». Lo scorso 8 ottobre, proprio il prefetto Maurizio Valiante ha sollecitato alla sindaca Maria Aida Episcopo «l’analisi documentale, quindi l’eventuale annullamento in autotutela, della procedura selettiva per l’incarico da dirigente a tempo determinato ex art. 110»: il riferimento è alla nomina della dirigente Cordisco, individuata a capo dell’area Rigenerazione urbana Pnrr fortemente voluta dall’assessore ai Lavori Pubblici Pino Galasso. Una contestazione scaturita dai dubbi sollevati dalla segreteria regionale del sindacato dei dirigenti della pubblica amministrazione, condivisi con Anac, Corte dei Conti, Procura e appunto Prefettura e finalizzati a dimostrare la «nullità della nomina della Cordisco, quindi a cascata di tutte le sue determine». Inclusa quella della Cassandro srl, che originariamente avrebbe dovuto avere durata 30 mesi e importo 140.000 euro ma che il dirigente dell’area economica Carlo Dicesare ha chiesto «di spezzare in più tranche operative». Dunque un atto che potrebbe rivelarsi nullo, sollevando un vulnus destinato a fare molto rumore. In attesa dei necessari chiarimenti amministrativi, l’approfondimento del Corriere è finito sulle scrivanie del capo della Procura, Ludovico Vaccaro, e dell’aggiunto, Antonio Laronga, ma va precisato che al momento non è stato istruito alcun fascicolo.
Episcopo nel mirino di maggioranza e opposizione
Sul versante politico, invece, le reazioni al cosiddetto caso Cassandro testimoniano lo scollamento tra sindaca e una parte della sua maggioranza. Mentre i consiglieri Claudio Amorese, Maurizio Accettulli e Concetta Soragnese (Fratelli d’Italia) fanno notare che è stata «bocciata con tracotanza la richiesta di istituire una commissione d’inchiesta sul Pnrr», Pasquale Dell’Aquila (Pd) parla di «incidente grave di cui chiederemo conto, perché un’amministrazione sciolta per mafia non può permettersi questa sciatteria». Dello stesso avviso Francesco Salemme (Cinque Stelle), che traccia un orizzonte più complesso in cui ipotizza l’arbitrarietà di certe scelte: «Non ci stiamo comportando da gruppo politico coeso, questo determina una distanza tra l’attività amministrativa di questo governo e i principi fondanti dei Cinque Stelle». L’ex candidato sindaco Antonio De Sabato chiama all’Aventino tutti i consiglieri, invocando «un’azione coordinata finalizzata a una presa di posizione da parte di tutti e alla richiesta di revoca dell’incarico». Non distante l’analisi dell’altro candidato sindaco Giuseppe Mainiero, che fa notare come «dopo uno scioglimento per infiltrazioni mafiose, qualsiasi amministratore dovrebbe porre l’etica come stella polare del proprio operato. Cosa che, al Comune di Foggia, non sta accadendo».
Il disagio dell’assessore regionale Piemontese
Nessun commento da sindaca e assessore ai lavori pubblici, ma a conferma di un contenitore politico – l’ormai disgregato campo largo – sempre più fluido, alcune indiscrezioni verificate dal Corriere riportano il profondo disagio di Raffaele Piemontese, vice presidente della Regione e garante del Comune di Foggia, il quale si sarebbe lasciato sfuggire «così non si può andare avanti… ». A un anno dall’insediamento del primo mandato dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, una freddura abbastanza ricorrente in città recita «doveva essere un’altra storia, per adesso è anche peggio di prima».
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