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Caserta, caso appalti truccati: trema il comune #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Un’altra bufera giudiziaria travolge nuovamente il Comune di Caserta a distanza di pochi mesi dall’inchiesta che portò agli arresti domiciliari l’ex assessore del Comune di Caserta Massimiliano Marzo e alcuni dirigenti comunali oltre a coinvolgere l’allora vicesindaco Emiliano Casale, tanto che il Ministero dell’Interno inviò nelle settimane seguenti una Commissione d’Accesso, tuttora al lavoro, per verificare eventuali infiltrazioni camorristiche. L’inchiesta – che riguarda episodi che vanno dal 2019 al 2021 – vede 23 indagati destinatari di una incolpazione provvisoria tra cui associazione a delinquere, turbativa d’asta, falso e corruzione: tra loro, 14 saranno interrogati dal gip Alessia Stadio giovedì e venerdì in quanto avvisati di una richiesta di arresto così come prevede la recente legge Nordio e pertanto vanno considerati innocenti fino a decisione definitiva.

L’indagine su appalti comunali truccati concessi a imprenditori in cambio di tangenti sta scuotendo il Comune di Caserta e quello confinante di San Nicola la Strada. Tra gli indagati figurano anche il dirigente di Caserta Franco Biondi, (la scorsa estate finì ai domiciliari, torno liberò ed è subito stato reintegrato in Comune); il fratello Giulio, ex funzionario del comune di San Nicola la Strada, da un anno in pensione, altri tre dipendenti del comune di Caserta e altre tre di San Nicola. Nella nuova indagine, che concerne soprattutto il servizio di manutenzione del verde pubblico, compare dunque sempre il dirigente anziano del Comune di Caserta Franco Biondi che per l’accusa si sarebbe speso per far avere l’appalto per il verde nel 2020 a un imprenditore indagato, ottenendo in cambio interventi gratis al giardino della sua casa a Itri (Latina) in realtà intestata alle figlie.

Il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che si occupa della richiesta d’arresto avanzata dalla Procura guidata da Pierpaolo Bruni, ha convocato gli indagati per i prossimi giorni durante i quali potranno chiarire la loro posizione. In particolare la Procura ha richiesto la misura cautelare della custodia in carcere per 11 indagati, tra cui Giuseppe Fazzone, Francesco Cerreto, Francesco Biondi, Giulio Biondi, Michele Amato, Gaetano Mastroianni, Francesco Zoleo, Raffaele Antonucci, Pasquale Viscusi, Domenico Natale e Giuseppe Cerullo. Inoltre, sono stati richiesti gli arresti domiciliari per altre 12 persone, tra cui Beniamino Bernardo, Carmine Del Prete, Giulio Fappiano, Francesco Galileo, Michele Iannucci, Giovanni Mastroianni, Antonio Megaro, Brigida Napoleone, Marianna Sepe, Vincenzo Massaro, Antonio Di Rubba e Gianni Andrea Mingione. Dopo gli interrogatori, il giudice deciderà se disporre o meno gli arresti, archiviare o disporre misure alternative.

Le contestazioni

Francesco Biondi e Michele Amato, responsabile del Settore Lavori Pubblici sono accusati di aver favorito alcune ditte amiche tramite la manipolazione di appalti pubblici, in particolare per la manutenzione del verde pubblico. In concorso con loro ci sarebbero stati Domenico Natale, titolare della ditta Un Seme per la vita, e Francesco Cerreto, dipendente del Comune, che avrebbero partecipato ad accordi collusivi per suddividere un appalto in lotti minori, per evitare la gara pubblica. Nel marzo 2020 viene avviata una gara per la manutenzione del verde pubblico del valore complessivo di circa 270mila euro. Il IV lotto viene assegnato a Un Seme per la vita di Domenico Natale. A giugno emergono sospetti su lavori gratuiti di giardinaggio nella villa di Biondi a Itri, realizzati in cambio dell’aggiudicazione di appalti.

A luglio e dicembre Biondi assegna ulteriori appalti diretti per la manutenzione del verde a Natale per un totale di circa 15mila euro. Altre assegnazioni sospette coinvolgono la ditta Antonucci Garden e l’Ecologia Bernardo. Tra i coinvolti spiccano gli imprenditori Gianni Andrea Mingione (Euro Green) e Vincenzo Massaro, che avrebbero ottenuto appalti analoghi grazie a funzionari comunali. Anche Fappiano, della Consulstrategy Srl, sarebbe stato coinvolto in episodi di corruzione, avendo offerto prestazioni gratuite in cambio di un appalto per la valutazione del rischio elettromagnetico negli uffici comunali. In uno degli episodi contestati, si menzionano presunti accordi collusivi per l’assegnazione di un appalto per la manutenzione del verde pubblico in piazza Carlo III, nelle scuole e nel canile.

L’accusa parla di gara truccata con la scelta preordinata delle ditte da invitare e la promessa di non presentare offerte competitive. A San Nicola la Strada è coinvolto l’ex responsabile dell’Area tecnica del Comune, Giulio Biondi, e altri funzionari, tra cui Francesco Zoleo e Michele Iannucci, oltre a imprenditori come Pasquale Viscusi e Raffaele Antonucci, legati alla società Antonucci Garden, i reati contestati riguardano la turbativa d’asta e falsi in atti pubblici.
 

Intanto, dopo alcune accuse annullate dal Riesame per l’ex assessore Massimiliano Marzo, per quest’ultimo ed altri tre coinvolti nella precedente inchiesta la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha impugnato la decisione del gip chiedendo gli arresti per alcuni capi: l’udienza è slittata a novembre e riguarda Marzo (chiesto arresto in carcere); del dirigente Giovanni Natale e degli imprenditori Raffaele Nunziante e Pasquale Marotta (per questi ultimi sono stati chiesti i domiciliari).





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