Si chiude un filone d’inchiesta della Procura di Bergamo mandato a Milano. L’avvocato dell’ex dg del Welfare Lombardia: «Professionista riabilitato»
«Si chiude finalmente, anche sul piano giudiziario, una vicenda che ha segnato il nostro Paese nonché tutti coloro che, come il mio assistito, hanno combattuto in prima linea in quei terribili mesi. Non posso, pertanto, che esprimere la mia soddisfazione per un epilogo tanto atteso, che
restituisce la verità dei fatti e riabilita, anche agli occhi dell’opinione pubblica, la figura di un professionista esemplare che ha sempre lavorato al servizio delle istituzioni con abnegazione e probità».
L’avvocato: «Chi doveva attivarsi lo fece»
Così l’avvocato Fabrizio Ventimiglia, difensore di Luigi Cajazzo, l’ex dg del Welfare della Lombardia, in merito all’archiviazione di un filone di indagine istruita dalla Procura di Bergamo sul Covid (anche a Bergamo è stata chiesta l’archiviazione per le ultime posizioni rimaste alla Procura di piazza Dante). Archiviazione disposta dalla gip di Milano Rossana Mongiardo anche per l’ex assessore Giulio Gallera. La giudice «oltre a confermare l’inidoneità del Piano pandemico a fronteggiare tale pandemia, – si legge nella nota – ha, infatti, riconosciuto come tutti i protagonisti di questa vicenda si siano prontamente attivati, ponendo in essere tutte le misure atte a contenere tale virus, sulla base delle
conoscenze medico scientifiche allora a disposizione».
Il gip: «Contro il Covid serviva un Piano più incisivo»
«Non può ritenersi indebita la mancata adozione di atti e provvedimenti attuativi del piano pandemico nazionale e regionale che, come è emerso dalle complesse indagini, sarebbero comunque risultati inidonei, nel
caso specifico, a fronteggiare un’epidemia di livello mondiale, tale da suggerire» durante la pandemia, «di predisporre un nuovo piano con misure più incisive». È scritto nel provvedimento (riportato dall’Ansa) con cui il gip Mongiardo ha archiviato le posizioni, trasmesse dai pm di Bergamo.
Il Tribunale dei ministri
Gallera e Cajazzo erano stati indagati, in concorso con una serie di tecnici in prima linea durante il Covid, tra cui Silvio Brusaferro, ex presidente
dell’Istituto superiore di sanità, e Angelo Borrelli, ex capo del Dipartimento della protezione civile, poi tutti archiviati a Brescia dal Tribunale dei Ministri, per non aver attuato le prescrizioni del piano pandemico che in realtà era del 2006 e le direttive deliberate in Regione Lombardia.
Il giudice: «Doveva decidere il governo»
Oltre al fatto che tali misure non erano idonee a «fronteggiare un’epidemia di livello mondiale», il gip ha rilevato che «la decisione di attivare o meno il Piano Pandemico Nazionale era del tutto rimessa alla valutazione discrezionale del Governo, anche perché l’«accordo Stato/Regioni- con cui ere stato adottato il suddetto PPN- costituisce una fonte normativa
secondaria e, come tale, non giuridicamente vincolante». La posizione di Gallera e Cajazzo era stata trasmessa al Tribunale dei Ministri a Brescia e poi trasmessa a Milano, dove la procura ha chiesto l’archiviazione ora accolta dalla giudice Mongiardo.
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