Con il Consiglio dei ministri tenutosi il 15 ottobre, la maggioranza entra nel vivo della discussione sulla Legge di Bilancio 2025. A causa delle diverse le tensioni politiche, le decisioni che verranno prese nei prossimi giorni, saranno fondamentali per tracciare il futuro economico del Paese, in un contesto in cui la stabilità finanziaria e le riforme strutturali diventano più che mai indispensabili.
A dominare l’attenzione del dibattito politico attualmente sono due temi: il bonus ristrutturazione potrebbe subire una proroga per il 2025 e il nuovo “piano casa”, indicato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
La Legge di Bilancio 2025, tra incertezze e attese
Al centro del dibattito politico il Documento programmatico di bilancio (Dpb), ha rappresentato la tappa cruciale che anticipa la Legge di Bilancio 2025, la cui approvazione definitiva è attesa entro il 31 dicembre per evitare il ricorso all’esercizio provvisorio. Secondo quanto previsto, il rispetto degli impegni assunti nel Patto di Stabilità e Crescita (Psb) sarà monitorato annualmente, con una relazione sui progressi compiuti.
Questo documento rappresenta un cambio di paradigma, orientando la programmazione di bilancio verso il medio periodo e superando le rigide dinamiche pro-cicliche del precedente Patto di Stabilità e Crescita. Nel Psb si legge come la nuova impostazione permetta una maggiore integrazione tra la disciplina di bilancio e le prospettive di crescita sostenibile e riforme strutturali, superando la semplice separazione tra finanza pubblica e spese a lungo termine legate alle tendenze demografiche.
Bonus ristrutturazione: allo studio la proroga del 50% per la prima casa
Il Bonus ristrutturazione potrebbe subire una proroga per il 2025, ma con un’importante limitazione: l’aliquota del 50% potrebbe essere riservata esclusivamente alle prime case. È quanto dichiarato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, durante un intervento ad un convegno.
L’eventuale proroga del Bonus ristrutturazione al 50% sarà definita con la prossima Legge di Bilancio 2025, la cui approvazione è prevista entro la fine dell’anno. Sarà il Governo a stabilire se mantenere questa agevolazione solo per la prima casa o se confermare il progressivo ridimensionamento delle aliquote previsto a partire dal 2025.
“Potremmo tornare a una detrazione del 50% per la prima casa“, ha affermato Leo, spiegando che l’obiettivo è agevolare chi intende sfruttare il bonus per la ristrutturazione. Tuttavia, il viceministro ha sottolineato che, pur essendo una prospettiva auspicabile, tale decisione sarà vincolata alla disponibilità di risorse economiche e non rappresenta un impegno definitivo: “Non prometto niente“, ha aggiunto.
Nel caso in cui l’annuncio trovasse riscontro in una norma di legge, il Bonus ristrutturazione non scadrebbe il 31 dicembre 2024, come previsto dall’attuale normativa, ma verrebbe prolungato con un’aliquota del 50%. Questo però sarebbe applicabile solo alla prima casa, mantenendo il tetto di spesa attuale di 96.000 euro.
Con questa proroga si eviterebbe l’entrata in vigore del progressivo decalage stabilito dal Decreto Superbonus che prevede una riduzione delle detrazioni dal 2025 dell’aliquota al 36% per il periodo 2025-2027, e al 30% tra 2028 e 2033.
Leo non ha fornito dettagli riguardo altre possibili modifiche alle condizioni del Bonus ristrutturazione per il 2025. In mancanza di interventi, infatti, il tetto massimo di spesa su cui calcolare la detrazione scenderà da 96.000 a 48.000 euro per ogni unità immobiliare, come stabilito dalla normativa vigente.
Limiti di reddito e abolizione delle agevolazioni per le seconde case
Il fulcro delle novità riguarda il trattamento fiscale delle seconde case e la determinazione del reddito del beneficiario. Per chi possiede un reddito inferiore a 120.000 euro, è prevista una detrazione fiscale al 36% per le spese edilizie, soglia che rimarrà in vigore anche per il prossimo anno. Tuttavia, per chi supera il limite di 120.000 euro di reddito annuo, non sarà più possibile accedere ad alcuna agevolazione, segnando così un progressivo addio ai bonus edilizi per questa categoria di immobili.
Un altro aspetto rilevante della riforma in corso è la volontà di introdurre una modulazione delle detrazioni fiscali basata su un quoziente familiare. Questo approccio potrebbe essere applicato anche alle detrazioni al 19%, generalmente destinate a spese sanitarie, scolastiche e altri oneri detraibili, limitando l’importo massimo detraibile in funzione del numero di componenti del nucleo familiare e del loro reddito complessivo.
La revisione introduce un meccanismo di decalage delle detrazioni che penalizza progressivamente i redditi più elevati. Oltre alla soglia dei 120.000 euro per le seconde case, le agevolazioni saranno sottoposte a una progressiva riduzione, proporzionata alla capacità reddituale del contribuente, con l’obiettivo di garantire una maggiore equità fiscale e di ridurre la concessione di benefici fiscali ai redditi più elevati.
In arrivo un Piano Casa con misure a sostegno della mobilità lavorativa e dell’affitto calmierato
Il Piano Casa per giovani e neoassunti rappresenta un nuovo intervento in ambito immobiliare, annunciato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
Questa iniziativa intende creare un meccanismo di incentivo per i proprietari immobiliari, promuovendo la disponibilità di alloggi a condizioni agevolate per i giovani e i neoassunti, contribuendo a rendere più dinamico e accessibile il mercato immobiliare, con un impatto positivo sulle opportunità di occupazione.
Il Piano Casa si articola in due fasi distinte:
- intervento transitorio: La prima fase ha carattere transitorio e mira a fornire un sostegno immediato, concentrandosi principalmente su agevolazioni fiscali. L’obiettivo è quello di incentivare le imprese a facilitare l’assunzione di lavoratori che necessitano di un alloggio in affitto, riducendo l’onere economico legato al trasferimento. In tal senso, le misure agevolative si traducono in un alleggerimento fiscale per le aziende che, attraverso convenzioni o incentivi, offrono alloggi ai propri dipendenti.
- intervento strutturale: la seconda fase è di natura strutturale e punta a un intervento di più lungo respiro. In questa fase, il piano prevede l’incentivazione della costruzione di alloggi da parte delle stesse aziende, promuovendo un modello di housing corporate. Per facilitare tale sviluppo, il Piano Casa prevede l’utilizzo di aree demaniali che potranno essere messe a disposizione per la realizzazione di nuovi complessi abitativi destinati ai lavoratori, accompagnato da una semplificazione delle procedure burocratiche.
Articolo pubblicato il 15 ottobre e aggiornato il 16 ottobre 2024
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