Nessun passo indietro. Dopo che un’inchiesta della procura di Milano che ha azzerato i vertici del tifo organizzato di Milan e Inter (19 ultrà arrestati) e dopo settimane di silenzio, tornano a parlare i vertici del tifo organizzato milanista. La curva Sud, attraverso un comunicato, ha spiegato che non tornerà sui suoi passi.
Non solo, gli ultras rossoneri hanno detto di non aver “mai gestito parcheggi baracchini, bar e non abbiamo mai ricevuto, e soprattutto preteso, biglietti dalla società – prosegue il comunicato della Sud -. Non abbiamo mai gestito cose al di fuori del mondo ultrà o compiuto atti d’intimidazione o violenza per accaparrarci profitti da attività tangenziali all’ambiente stadio”.
Secondo gli investigatori, dietro il tifo organizzato milanese si nasconderebbero due associazioni per delinquere, con quella interista aggravata dall’agevolazione mafiosa. Dal secondo anello blu, invece, è arrivata una presa di posizione diversa: “Ci siamo semplicemente permessi in alcune circostanze — spiegano i tifosi milanisti – di differenziare i prezzi tra chi c’è sempre stato e chi ha frequentato meno assiduamente, sempre nell’interesse dei primi e mai per tornaconto personale”. Gli ultrà del club rossonero non rinnegano “nulla di quanto fatto in questi anni, anzi lo rivendichiamo con orgoglio”.
Al Meazza nel pomeriggio di sabato andrà in scena il match contro l’Udinese (fischio di inizio alle 18). I tifosi rossoneri vorrebbero non interrompere il legame col passato esponendo dagli spalti il vecchio striscione “sfidando” quanto richiesto da investigatori e inquirenti. “Non c’è peggior infame di chi gode delle disavventure altrui, senza soprattutto conoscere la realtà dei fatti e senza aspettare che la giustizia faccia il suo corso”, hanno concluso i tifosi nel loro comunicato.
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