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condannato buttafuori a 12 anni #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Non aveva intenzione di uccidere”. Il gup del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, ha riqualificato il capo d’imputazione per Klajdi Mjeshtri, il buttafuori 29enne di origini albanesi accusato di aver ucciso il vigile del fuoco 34enne Giuseppe Tucci fuori dalla discoteca Frontemare, da omicidio volontario a preterintenzionale e ha condannato lo straniero a 12 anni.

Una sentenza – quella riportata in anteprima da Riminitoday – che ha fortemente scontentato i genitori e i parenti della vittima che, alla lettura del dispositivo, hanno lanciato una serie di invettive contro il giudice e l’imputato prendendosela, anche, coi legali dell’albanese. 

La pena, in questo caso, partiva da 16 anni ma l’imputato ha beneficiato dello sconto di un terzo dovuto al rito abbreviato. Allo stesso tempo il giudice ha riconosciuto nei confronti del buttafuori l’aggravante della minorata difesa della vittima.

Non è stata quindi accolta la richiesta di una condanna a 20 anni del sostituto procuratore Davide Ercolani che, nell’ultima udienza, ha ricostruito minuziosamente il feroce pestaggio avvenuto nella notte tra l’11 e il 12 giugno 2023 nel corso del quale la vittima è stata massacrata dallo straniero esperto di combattimento corpo a corpo e dalla muscolatura imponente. In aula, per illustrare le modalità che hanno portato Tucci alla morte, come consulente dell’accusa è intervenuto il campione di pugilato Matteo Signani, già detentore del titolo europeo dei pesi medi nonchè sottocapo aiutante della Capitaneria di porto di Rimini e ufficiale della Polizia giudiziaria marittima.

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Il militare, nel ruolo del buttafuori 29enne, ha mostrato su un manichino da fit boxe i colpi che hanno mandato a terra il vigile del fuoco. Pugni estremamente violenti, sferrati con forza da un esperto di combattimento che ha continuato ad infierire anche quando la vittima era a terra oramai esanime. Il medico legale Loredana Buscemi, che su incarico del giudice ha analizzato i risultati dell’autopsia, è giunta alla conclusione che sono stati almeno 9 i colpi che hanno raggiunto la vittima provocando la “Rottura dell’arteria vertebrale di sinistra”Una lesione fatale per Tucci, rimasto a terra incosciente dopo il pestaggio e trasportato in condizioni disperate al pronto soccorso dove i medici ne avevano poi dichiarato la morte cerebrale.

Prima che il sostituto procuratore Davide Ercolani facesse le sue richieste di condanna, Mjeshtri ha voluto prendere la parola per rivolgersi alla corte dicendo “Chiedo scusa, non avrei mai immaginato un esito del genere che andava al di là delle mie intenzioni”.

La difesa del buttafuori, che quella notte lavorava in nero nel locale, ha sempre sostenuto che non c’era l’intenzione di uccidere da parte del suo assistito. Un testimone, amico dell’imputato e ufficiale della Marina, nel corso della sua deposizione aveva fornito una versione diversa, sostenendo che Tucci avesse attaccato per primo. Una testimonianza messa in dubbio dalla Procura che ha chiesto la sua iscrizione nel registro degli indagati. Secondo gli altri due testimoni, infatti, l’amico di Mjeshtri gli avrebbe dato manforte quella sera.

“Avevamo chiesto che l’accusa venisse derubricata a omicidio colposo nonostante, come ha sostenuto il pubblico ministero e la parte civile, che si trattasse di omicidio volontario e che il nostro assistito volesse uccidere a tutti i costi” hanno commentato i legali di Mjeshtri, Massimiliano Orrù e Piero Ippoliti Martini.

Eravamo fermamente convinti e ci siamo battuti in questo senso, riteniamo che in termini di qualificazione giuridica sia una sentenza correttissima. Per quanto la possibilità di presentare Appello, leggeremo le motivazioni e valuteremo il da farsi. Sicuramente, per un omicidio preterintenzionale, la pena è estremamente alta e, quindi, decideremo. A noi fa piacere che sia stata riconosciuta la derubricazione ma, se guardiamo l’entità della condanna, è altissima per questa qualificazione. Le sentenze non si commentano ma si impugnano”.

“E’ stato riconosciuto l’omicidio preterintenzionale con l’aggravante” ha commentato Marco Ditroia, legale della famiglia Tucci che si è costituita parte civile. “Il giudice è partito dalla pena massima, che è 16 anni, che in abbreviato viene ridotta di un terzo e, così, si va a 12 anni. Secondo il gup non si può parlare di omicidio volontario confrontandosi anche su altre sentenze. Francamente mi dispiace, puntavamo alla volontarietà però, purtroppo, è andata così e dobbiamo accettare per il momento quanto stabilito dal giudice di primo grado”.



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