Il governo è in crisi e, a stare ai sondaggi, il cancelliere Olaf Scholz è quasi sicuro di perdere alle elezioni del settembre ?25. La sua Spd è doppiata dalla Cdu/Csu, è scesa al 15 per cento contro il 32 del leader cristiano democratico Friedrich Merz. Come sempre ovunque, la sinistra rispolvera la vecchia idea di tassare i ricchi che non ha mai funzionato, e di calare di poco le tasse per le classi meno disagiate.
Ma i tedeschi non si lasciano facilmente sedurre. Nel 2005, quando a sorpresa batté Gerhard Schröder, e divenne la prima donna Cancelliere, Angela Merkel dichiarò alla vigilia del voto: se vengo eletta, vi aumenterò le tasse. Un suicidio, in Italia o in Francia, ma gli elettori capirono, e votarono per lei perché era sincera. In un sondaggio di allora, pubblicato dalla popolare Bild Zeitung, il 65 per cento dei lettori era contro la proposta della sinistra di abbassare le tasse. Lo ricordo a memoria, mi sbaglierò di un punto o due. Erano dei masochisti?
Frau Angela spiegò che le casse erano vuote, a causa dei miliardi spesi per ricostruire la Ddr dopo la riunificazione, e che l?aumento delle tasse era inevitabile. I tedeschi sapevano che se il Finanzamt, il fisco, incassa di meno, si taglieranno le spese sociali, verrà colpita la sanità, e la scuola. A soffrire sono sempre le classi disagiate, ai ricchi non importa quanto pagano di Iva sullo champagne.
In Germania, la cosiddetta Reichensteuer, la tassa sulla ricchezza comincia dal 277.826 euro, dal 42 per cento a partire da 66.760 euro, sale al 45. Con il supplemento di solidarietà per la ricostruzione della scomparsa Ddr, giunge al 47,5. Doveva essere una stangata provvisoria e, come previsto dai pessimisti, sopravvive 35 anni dopo la caduta del muro a Berlino.
Con fasce progressive, la stangata sui ricchi secondo Scholz comincerebbe già a partire da chi guadagna oltre 100mila euro all?anno (troppo lungo riportare nei particolari la riforma), mentre il 95 per cento dei tedeschi pagherebbe meno tasse. Ma secondo il liberale Christian Lidnber, ministro delle Finanze, e Friedrich Merz, la riduzione per la stragrande maggioranza sarebbe dell?uno per cento, e i cosiddetti ricchi arriverebbero a pagare il 60 per cento. “In media, critica Merz, gli imprenditori delle piccole imprese, anche quelle artigianali, guadagnano 150mila euro all?anno, ma al lordo. Con i contributi per pensione e mutua, si arriva a pagare il 60 per cento”. Troppo per chi produce, e molti sarebbero tentati di spostare l?impresa all?estero, e si perderebbero posti di lavoro. In sintesi, la tassa sui ricchi danneggerebbe i lavoratori.
Merz propone di ridurre le tasse per gli imprenditori, e di favorire chi investe nella propria impresa. È l?unico modo, sostiene, per rilanciare il Made in Germany in crisi: la Germania non riesce a sostenere la concorrenza. Un?ora di lavoro nell?industria costa 42 euro, in Cina costa otto euro. Lindner propone di aumentare la quota esente per i contribuenti da 11604 euro a 12084 euro. Equivale al minimo vitale, al reddito di cittadinanza (circa 500 euro, più alloggio e spese annesse), che non si può tassare anche per chi ha un reddito elevato. E? un antico principio che risale a Lutero: la ricchezza non è un peccato, non va punita, ma i ricchi dovrebbero investire parte dei loro guadagni per il bene della collettività.
Il giudizio dei tedeschi sulla capacità del governo di gestire l?economia è negativo, bocciati tutti i ministri e il Cancelliere. Il ministro all?Economia, il verde Robert Habeck, ha “keine Ahnung von Wirtschaft”, cioè non ha alcuna idea d?economia. La ripetizione è inevitabile. Solo il 16 per cento gli dà la sufficienza, 13 punti in meno rispetto a giugno. Il più competente, sia pure lontano dalla sufficienza, è Markus Söder, il premier cristiano sociale della Baviera, che ottiene il 27. Le donne sono le più severe: per il 40 per cento nessun politico al governo è competente in economia. Solo la metà degli uomini, il 21 per cento, li boccia in blocco. Oggi, gli elettori temono che i miliardi di tasse in più verrebbero sprecati dal governo. Quanto è avvenuto negli ultimi tre anni dà ragione agli scettici. Per il prossimo anno non sono previsti interventi per rilanciare l?economia.
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