Il gruppo svedese Intrum AB, specializzato nella gestione del credito, prevede di presentare istanza di protezione fallimentare facendo appello alla norma del Chapter 11 Usa a novembre. Si tratta di una legge che protegge dai creditori mentre una società cerca di ristrutturare le passività per non fallire. In questo caso si tratta di un debito complessivo per 58,4 miliardi di corone svedesi (5,5 miliardi di dollari).
Intrum lavora in Italia da anni con Intesa Sanpaolo, nel 2018 le due realtà hanno firmato una partnership strategica sui crediti deteriorati da cui è nato un operatore di primo piano nel mercato del servicing di Npl. Il titolo Intrum, intanto, cede il 2,5% a 40,67 corone venerdì 18 ottobre alle 10 circa (-41% da inizio anno).
Un Chapter 11 pre-negoziato: che cosa significa
Venerdì 18 ottobre Intrum AB ha iniziato a sollecitare i voti dei creditori su una forma di Chapter 11 precostituita e prevede di avviare la richiesta negli Usa a metà novembre, secondo quanto annunciato al mercato. Questo particolare tipo di accordo pre-negoziato prevede un accordo sul debito con i creditori prima che la società faccia formalmente richiesta di bancarotta protetta.
I bond high yield costano troppo
I problemi del gruppo svedese derivavano dal finanziamento dei prestiti in sofferenza con l’emissione di obbligazioni high yield in un periodo in cui i tassi di interesse erano vicini allo zero. Ma l’aumento del costo del denaro, da metà 2022 in poi in Eurozona, ha complicato non poco questo modello di attività, costringendo Intrum ad una ristrutturazione. Il gruppo con sede a Stoccolma ha scelto questa strada giuridica dopo aver analizzato altre possibilità, fra cui un accordo nel Regno Unito, scrive Bloomberg.
Intrum spiega di essere alla ricerca di determinati consensi ai sensi della legge svedese che disciplina le obbligazioni a medio termine, che aiuteranno la società nella richiesta di Chapter 11. I creditori di Intrum che hanno già aderito al piano di ristrutturazione, compreso il 97% dei finanziatori delle linee di credito revolving e circa il 73% degli obbligazionisti, sono tenuti a riconfermare il loro sostegno votando a favore del piano, spiega la stessa società. L’accordo che Intrum ha stipulato con un gruppo di obbligazionisti a luglio, prevede il rimborso completo delle obbligazioni del 2024, insieme all’estensione del 90% del valore nominale delle obbligazioni rimanenti di tre anni.
La ristrutturazione non piace a tutti
Come compensazione, gli obbligazionisti riceveranno commissioni di incentivo e il 10% del capitale della società. Intrum venderà anche 526 milioni di euro di nuove obbligazioni senior garantite e parte del ricavato sarà utilizzato per riacquistare il debito scambiato. Sebbene sostenuto dalla maggioranza degli obbligazionisti, il piano della società ha incontrato l’opposizione di due gruppi di creditori. Un gruppo di obbligazionisti in possesso di titoli in scadenza nel 2025, rappresentato da Lazard e Weil Gotshal, ha firmato un accordo di cooperazione per cercare di ottenere condizioni migliori dalla ristrutturazione. Un altro gruppo di obbligazionisti che ha in portafoglio titoli in corone svedesi, che sta lavorando con lo studio legale Ropes & Gray, ha chiesto a sua volta un miglioramento della proposta avanzata da Intrum. Venerdì il gruppo svedese ha spiegato che continua a operare normalmente «senza interruzioni del servizio». (riproduzione riservata)
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