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Pool contro le infiltrazioni criminali vigilerà sugli appalti dei nuovi ospedali #finsubito prestito immediato


Un pool di esperti, nella Direzione Sanità, per contrastare i tentativi di infiltrazione criminale negli appalti dell’edilizia sanitaria. «Un ulteriore strumento per combattere chiunque voglia avvicinarsi alle grandi opere pubbliche, un piano da 4,5 miliardi, con intenzioni negative», ha spiegato ieri l’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, presentando il maxi piano per nuovi ospedali e ristrutturazioni. Li ha definiti «i 4 moschettieri della legalità», che «hanno accettato a titolo di volontariato e come servitori dello Stato»: Filippo Dispenza (prefetto a riposo, commissario straordinario del Governo a Caivano), Franco Frasca (generale di Brigata nella riserva dei Carabinieri), Giovanni Mainolfi (generale di Corpo d’Armata della Finanza) e Antonio Rinaudo (ex pm della Dda e antiterrorismo a Torino e commissario nel Covid).

Il piano da 4,5 miliardi di euro («La Sanità che cresce») comprende 11 nuovi ospedali, 4 rigenerazioni e ampliamenti, 91 case e 30 ospedali di comunità, 43 centrali operative territoriali. Con iter e finanziamenti diversi. Dall’Inail ci sono 2 miliardi (tasso fisso del 4%, «quasi metà rispetto alle proposte di Partenariato pubblico privato»), uno da fondi statali, 445 milioni dal Pnrr, 192 dalla Regione, 112 dall’Europa e 16 dalle Asl.

Riboldi ha fatto il quadro dei presidi da costruire a Torino e nelle Asl del capoluogo piemontese: Parco della Salute, Cambiano, Pellerina e Ivrea. E le altre 7 strutture nelle province. A Novara (711 posti letto, 170 mila metri di superficie) la Città della Salute costerà 530 milioni finanziati con capitale privato (331), di Regione (10) e Stato (189). Il termine di presentazione delle offerte scadrà a dicembre. «Se andasse deserto – ha detto Riboldi – si modificherà il bando, che ora è di un tipo poco applicato e richiede anche di presentare la progettazione. Nel caso, non escludiamo di assegnare pieni poteri per il bando a una figura terza. Ma da inguaribile ottimista, altrimenti non avrei fatto l’assessore alla Sanità, penso che tutto andrà secondo i termini». Cioè con aggiudicazione della concessione nella prima metà del 2025 e lavori a inizio 2026.

Nel Cuneese due gli ospedali in previsione. A Savigliano (382 posti, 55 mila metri) il costo è di 250 milioni (242 da Inail e 8 dalla Regione): firmato il contratto a dicembre per il Piano di fattibilità tecnico-economica, a metà del prossimo anno s’ipotizza la consegna a Inail. A Cuneo, invece, tramontato il Ppp, il nuovo Santa Croce (805 letti, 138 mila metri) richiederà 410 milioni (390 Inail e 20 Regione). Il cronoprogramma indica per fine anno la gara di progettazione del Piano di fattibilità, con l’affidamento e il progetto a inizio 2025. Quasi parallelo a Cuneo corre l’iter per Alessandria (628 posti, 97 mila metri, 390 milioni da Inail e 20 dalla Regione). «Unico punto interrogativo – ha spiegato l’assessore – resta il parere di Agenas sulla convenienza o meno del Ppp. Il nostro advisor propende per la soluzione pubblica». Come per Cuneo, si parla di gara per la progettazione del Piano entro l’anno e affidamento a inizio 2025.

Per Vercelli si parla di secondo lotto «ex novo», perché il primo è considerato una «profonda ristrutturazione». Con 291 letti e 46 mila metri (aree di proprietà dell’Asl), farà spendere 155 milioni (Inail). Nel Vco sono due i presidi in programma: a Verbania e Domodossola, entrambi per 150 letti, 30 mila metri, 100 milioni di costo (95 «ex articolo 20» e 5 dalla Regione), la progettazione l’anno prossimo e l’appalto integrato nel 2026.

Capitolo a parte le grandi ristrutturazioni e ampliamenti, per il potenziamento della Sanità territoriale: gli ex ospedali di Alba e Bra nel Cuneese (40 posti, 2 case di comunità, 26 e 20,5 milioni); Borgomanero (60 posti, 26,5 milioni); primo lotto di Vercelli (20 posti, 12 mila metri, 53,5 milioni). Poi le 91 case di comunità (dove si integrano le cure ospedaliere con quelle sul territorio), che richiedono 149 milioni (122 dal Pnrr). Sono in tutte le province: 8 ad Alessandria, 5 Asti, 3 Biella, 14 Cuneo, 7 Novara, 4 Vercelli e 3 Vco, oltre a quelle nel Torinese. E i 30 ospedali di comunità (76 milioni): 4 nell’Alessandrino, 1 ad Asti, 1 a Biella, 5 nel Cuneese, 2 nel Novarese, 2 nel Vercellese, 1 nel Vco. Per concludere, 43 centrali operative, di cui 26 nelle province.

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«L’incremento di risorse da parte di Inail ci consente di aggiornare il nostro piano e realizzare con fondi pubblici anche gli ospedali di Cuneo e Alessandria – ha detto il governatore Alberto Cirio -. Un piano ambizioso al quale abbiamo lavorato in questi anni con l’ex assessore Icardi, che ringrazio, e portiamo avanti con l’assessore Riboldi. Grandi investimenti per oltre 170 interventi, di cui si stanno svolgendo, a seconda dei casi, progettazioni, gare e lavori. Nei prossimi anni daremo un volto nuovo agli ospedali della nostra regione, per rispondere sempre meglio alle esigenze di cura dei cittadini. Tutte le opere sono coperte da finanziamento. E i sistemi di monitoraggio e di controllo sono in campo, per garantire la massima trasparenza e legalità». Dal pool di esperti, Antonio Rinaudo ha sottolineato: «Lavoreremo sulla base di protocolli investigativi, a cui aggiungeremo le rispettive esperienze nei vari settori, con la finalità di prevenzione di fronte a segnali di pericolo e potenziali criticità, per poi rapportarci con forze dell’ordine e autorità giudiziarie». Protocolli di legalità, con linee guida per gli appalti pubblici, saranno firmati con tutte le Prefetture piemontesi.



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