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Bonus Mobili 2025, le regole: ristrutturazione collegata, data di inizio lavori, modalità di pagamento | Articoli #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Per beneficiare del Bonus Mobili è indispensabile realizzare un intervento di recupero del patrimonio edilizio sia su singole unità immobiliari residenziali sia su parti comuni di edifici, sempre residenziali, che deve essere iniziato a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici.

Come il Bonus Ristrutturazioni, anche il Bonus Mobili (ed elettrodomestici) continuerà la sua corsa: nel 2025, la detrazione sarà infatti confermata, come annunciato dal Viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo durante la conferenza stampa della scorsa settimna sulle principali direttrici del disegno di legge di bilancio per il 2025.

Ma quale sarà il tetto massimo agevolabile? E quali sono le regole del Bonus Mobili? Andiamo per ordine.

 

Bonus Mobili: cos’è

Il Bonus Mobili ed Elettrodomestici consiste in una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio.

L’agevolazione – ad oggi – è stata prorogata dalla legge di bilancio 2022 (legge n. 234/2021, articolo 1, comma 37) per le spese sostenute negli anni 2022, 2023 e 2024 per acquistare mobili e grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori.

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Come indicato sopra, il Governo ha confermato l’intenzione di prorogare anche per il 2025 l’agevolazione Bonus Mobili.

Il massimale di spesa su cui calcolare il bonus

La Manovra 2023 era intervenuta sul massimale per l’anno 2023, portandolo ad 8.000 euro (nel 2022 era a 10.000), mentre attualmente (2024) è di 5.000 euro (rispetto al precedente tetto di 16.000 euro).

Le regole del prossimo anno dovranno essere evidentemente ‘scritte’ nella Legge di Bilancio 2025, anche se è probabile che verrà confermato quel tetto di spesa.

Aspettiamo quindi un primo testo della Manovra per indicazioni più specifiche.

 

Bonus Mobili in condominio, occhio: vale solo se i beni acquistati arredano le parti comuni

Quando si effettua un intervento di recupero del patrimonio edilizio sulle parti condominiali di edifici residenziali, compresi gli interventi di manutenzione ordinaria, i condòmini hanno diritto al Bonus Mobili, ciascuno per la propria quota, solo se i beni acquistati sono destinati ad arredare queste parti comuni.

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Bonus Mobili: la ristrutturazione è determinante. Gli interventi ammessi

Per beneficiare del Bonus Mobili è indispensabile realizzare un intervento di recupero del patrimonio edilizio sia su singole unità immobiliari residenziali sia su parti comuni di edifici, sempre residenziali.

Attenzione: come indicato nell’ultima guida dell’Agenzia delle Entrate sul Bonus Mobili (gennaio 2023) tale intervento deve essere iniziato a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici.

Quindi, con lavori edilizi o nell’anno stesso in cui si chiede il bonus o nell’anno precedente, l’agevolazione è concedibile.

NB – La detrazione spetta anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio, oppure quando i mobili e i grandi elettrodomestici sono destinati ad arredare l’immobile ma l’intervento cui è collegato l’acquisto viene effettuato su una pertinenza dell’immobile stesso, anche se accatastata autonomamente.

Questi gli interventi ‘propedeutici’ alla fruizione del Bonus Mobili:

  • manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti. I lavori di manutenzione ordinaria su singoli appartamenti (per esempio, tinteggiatura di pareti e soffitti, sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi esterni, rifacimento di intonaci interni) non danno diritto al bonus ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza;
  • restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile;
  • manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali.

 

Come si dimostra la data di inizio lavori

La data di avvio dei lavori può essere dimostrata, per esempio, da eventuali abilitazioni amministrative o dalla comunicazione preventiva all’Asl, se è obbligatoria.

Per gli interventi che non necessitano di comunicazioni o titoli abilitativi (cioè in edilizia libera), è sufficiente una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.

 

Il pagamento deve essere tracciabile

Per avere la detrazione sugli acquisti di mobili e di grandi elettrodomestici occorre effettuare i pagamenti con bonifico ‘parlante’ o carta di debito o credito.

Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.

Se il pagamento è disposto con bonifico, non è necessario utilizzare quello (soggetto a ritenuta) appositamente predisposto da banche e Poste S.p.a. per le spese di ristrutturazione edilizia.

La detrazione è ammessa anche se i beni sono acquistati con un finanziamento a rate, a condizione che la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le stesse modalità prima indicate e il contribuente abbia una copia della ricevuta del pagamento.

In questo caso, l’anno di sostenimento della spesa sarà quello di effettuazione del pagamento da parte della finanziaria.

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Questi i documenti da conservare:

  • ricevuta del bonifico;
  • ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito);
  • documentazione di addebito sul conto corrente;
  • fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.



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