«Dopo tanto tempo segnali positivi», ha detto il vicedirettore generale Gianfranco Torriero al Seminario 2024 a Firenze dell’Associazione bancaria. Dal 2025 bonifici istantanei obbligatori per gli istituti di credito: «Non prevediamo aumenti delle commissioni»
«Vediamo alcuni segnali di miglioramento sui prestiti. Nel 2023 e nella prima parte del 2024 abbiamo notato una dinamica in riduzione, ma oggi è in atto una ripresa sia per privati che per imprese e famiglie». A dirlo è il vicedirettore generale di Abi, Gianfranco Torriero, al seminario dell’associazione delle banche italiane a Firenze. In ripresa anche i mutui per l’acquisto di case e i finanziamenti di credito al consumo a partire dal terzo trimestre 2024, tornati in territorio positivo. Secondo Torriero il mercato ha captato la direzione che stava imboccando la Bce, infatti «a ottobre dell’anno scorso i tassi di mercato hanno iniziato a diminuire», anticipando la decisione di allentamento monetario presa da Francoforte questa estate.
I fondi di garanzia
«Dopo tanto tempo si registra un andamento positivo dei finanziamenti, c’è stato un miglioramento della solidità delle famiglie italiane», dovuto anche all’uso dei diversi fondi di garanzia, «da quello per l’acquisto della prima casa per i giovani a quello per la sospensione delle rate del mutuo per le calamità naturali». Da ottobre 2023, dice l’Abi, il tasso sui mutui è sceso in media di 117 punti base e quello sui nuovi prestiti alle imprese è calato di 63 punti, «più della variazione Bce». I prestiti bancari per l’acquisto di un’abitazione lo scorso agosto, dice l’Abi, sono cresciuti dello 0,5% rispetto allo stesso mese del 2023. Per i finanziamenti di altro tipo alle famiglie si è ridotto il calo al -0,6%, contro l’oltre -1% di marzo.
Più liquidità nelle imprese
Le indicazioni della Bce e di Bankitalia – riferisce ancora Torriero – riportano che la carenza di domanda di prestiti da parte delle imprese è soprattutto sulla componente di investimenti, ma dall’altro lato emerge una disponibilità di liquidità da parte delle aziende, risultato degli interventi di sostegno in epoca pandemica, tanto che il 90% delle aziende sottolinea un’adeguata disponibilità di cassa. Per questo motivo preferiscono attingere «alle risorse interne» piuttosto che chiedere prestiti alle banche. Per quanto riguarda la rischiosità, infine, Torriero, ha segnalato un moderato aumento nel 2024 e prevedibilmente nei prossimi anni. «Abbiamo previsioni di un livello di un indice Npl ratio netto all’1,9% nel 2024» e successivamente al 2% nel 2025 e all’1,8% nel 2026.
I bonifici istantanei
Quanto alla rivoluzione digitale, il seminario ha affrontato la rivoluzione dei bonifici istantanei, il cui costo sarà equiparato a quelli ordinari: il 9 gennaio 2025 sarà obbligatorio per tutte le banche garantire la ricezione e dal 9 ottobre dello stesso anno anche il servizio di invio. E «non prevediamo che aumentino le commissioni» sostiene Rita Camporeale, responsabile Servizio Sistemi di Pagamento di Abi, che prevede comunque un forte incremento dell’uso del nuovo strumento di pagamento.
I pagamenti digitali
Intanto prosegue la diffusione dei pagamenti digitali, che in Italia nel 2023 si sono attestati a 224 operazioni pro-capite (+14% dal 2022), un dato in miglioramento anche se ancora inferiore alla media europea di 394. Siamo infatti terzultimi nel Vecchio Continente: la Francia si attesta a 448 pagamenti, la Spagna 319.Quanto all’euro digitale «si farà» ha ribadito Silvia Attanasio, responsabile Ufficio Innovazione Abi, «avrà corso legale, un limite massimo di detenzione e sarà distribuito dalle banche».
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