CASTAGNETO CARDUCCI. Tre minuti. L’orologio del Podere Arduino si è fermato la sera del 23 settembre quando acqua e fango hanno spazzato via in un soffio il lavoro e i sacrifici di nove anni. Una data che Fabrizio Bartoli – proprietario dell’attività che mette insieme azienda agricola e cucina con l’Osteria Ancestrale e Bolgheri Green – e la general manager, Martina Morelli, non dimenticheranno mai. I danni sono ingenti, il lavoro da fare ancora tanto. È passato un mese ma ci vorrà ancora parecchio tempo prima che l’attività possa riaprire.
(I danni al Bolgheri Green)
Il disastro dell’alluvione
«In un attimo ci siamo ritrovati a non avere niente – racconta Morelli – e non riusciremo a riaprire prima di marzo. Un fosso è esondato vicino all’azienda, un altro nella parte più alta e lo smottamento che si è creato nella collina ci è piombato addosso. Per fortuna i clienti erano andati via. Fabrizio è andato a controllare la stalla e si è ritrovato in mezzo dell’onda di piena: qui purtroppo abbiamo perso cinque pecore. In più la forza del fango è riuscita a spostare di sei metri il container di lamiera e ferro del Bolgheri Green. Un disastro». Il giorno dopo, la luce restituisce un bilancio dei danni che lo stesso Bartoli definisce «inquantificabile». I locali sono invasi dal fango, le attrezzature danneggiate, le colture invernali spazzate via. Ma i due non si danno per vinti. Raccontano sui social cosa è successo, aprono una raccolta fondi su Gofundme, chiedono aiuto e lo ottengono grazie a una enorme catena di solidarietà. Che ancora non si è spezzata. «Nella disperazione del disastro – dice Morelli – abbiamo avuto un appoggio enorme da parte della comunità, amici e colleghi che sono venuti ad aiutarci. Il giorno dopo l’alluvione nel podere c’erano 70 persone a darci una mano, alcune arrivate anche da lontano e tuttora ci stanno supportando. L’idea di aprire una raccolta fondi – spiega – ci è venuta quando in tanti ci hanno chiesto come potevano contribuire per i lavori della messa in sicurezza. Così l’abbiamo avviata e per ora abbiamo raccolto circa 15mila euro. I danni sono ben superiori, circa 80mila euro, ma è un buonissimo punto di partenza».
La ripartenza
Anche perché Fabrizio e Martina non hanno alcuna intenzione di fermarsi. E l’hanno dimostrato dopo pochi giorni dal disastro quando hanno messo all’asta bottiglie di vino e ortaggi per raccogliere fondi. «Avevamo in programma un grande evento con tanti agricoltori e cuochi per la domenica della stessa settimana – racconta ancora Morelli – e abbiamo deciso di farlo comunque. È andato molto bene, i prodotti potevano essere acquistati a offerta libera. Da qui è nata l’idea di fare degli eventi itineranti portando i nostri prodotti in altri locali».
La cucina itinerante
Così Fabrizio e Martina con la brigata della cucina al seguito hanno realizzato i loro piatti in altre strutture, spostandosi anche fuori dalla Toscana. «L’ultimo è stato a Modena – conclude – e in tutto ne abbiamo fatti sei. Chi vuole può contattarci e noi ci spostiamo. Grazie a questi eventi ce la stiamo facendo a coprire le spese contrattuali dei ragazzi che lavorano con noi. Ora ci stiamo organizzando per partecipare ai mercati di Natale, per continuare a fare qualcosa e resistere fino a marzo». Intanto il prossimo evento sarà il 27 ottobre proprio sul prato del Podere Arduino. «Recinteremo la parte non agibile – conclude Morelli – ci saranno i vini di SuperNaturale e una degustazione con i piatti dello chef romano Stefano Callegari inventore del trapizzino». Perché l’orologio del Podere Ardino vuole ripartire.
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