Politica sanitaria
25 Ottobre 2024
Il disegno di legge di bilancio 2025 ha avviato il suo iter parlamentare, le audizioni davanti alle commissioni Bilancio dovrebbero iniziare il 28 ottobre. Termine per gli emendamenti dovrebbe essere fissato fra l’8 e il 10 novembre
di Redazione Farmacista33
Con la firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il disegno di legge di bilancio 2025 ha avviato il suo iter parlamentare, che vedrà il testo passare prima alla Camera dei Deputati. Il documento, composto da 144 articoli, punta a rafforzare misure fiscali e sostegni economici, con particolare attenzione alla riduzione del cuneo fiscale, all’incentivazione della natalità e all’incremento delle risorse sanitarie. Ecco una disamina dei temi di maggior interesse per il settore.
Taglio del cuneo fiscale e nuova struttura delle aliquote Irpef
Tra le principali novità, la legge di bilancio prevede un ampliamento del taglio del cuneo fiscale, estendendo il beneficio a 1,3 milioni di lavoratori in più. Questo intervento, rivolto ai redditi fino a 40.000 euro, intende dare sollievo alle fasce medio-basse della popolazione lavorativa, aumentando la loro disponibilità economica netta. Contestualmente, il governo ha proposto una revisione dell’IRPEF, riducendo le aliquote a tre scaglioni: 23% per redditi fino a 28.000 euro, 35% per quelli fino a 50.000 euro e 43% per i redditi superiori a questa soglia. Complessivamente, questi provvedimenti richiederanno un impegno finanziario di circa 15 miliardi di euro, una somma significativa che riflette la priorità assegnata al sostegno del potere d’acquisto e al contrasto delle disuguaglianze economiche.
L’imposta viene quindi determinata applicando al reddito complessivo, al netto degli oneri deducibili, tre aliquote per scaglioni di reddito:
- fino a 28mila euro si applica quella del 23%;
- oltre 28mila euro e fino a 50mila euro, l’aliquota è del 35%;
- oltre 50mila euro si applica quella del 43%.
Sostegno a famiglie e incentivi a natalità
Per incentivare la natalità arriva un “bonus nuove nascite”, una tantum da 1.000 euro per ogni nuovo nato in famiglie con Isee inferiore a 40.000 euro annui. Viene poi esteso a tutti (e non solo più a quanti hanno un altro figlio di età inferiore a 10 anni) e reso strutturale il bonus nido (sempre per i nuclei con Isee fino a 40mila euro). Si allargano anche i congedi parentali all’80%, per tre mesi invece degli attuali due.
Scatta la stretta sulle detrazioni per chi ha un reddito oltre i 75mila euro ma con vantaggi che crescono in base al numero dei figli. Chi ha un reddito tra i 75mila e i 100mila euro potrà portare in detrazione fino a un massimo di 14mila euro, 8mila oltre i 100mila. In assenza di figli la cifra è dimezzata, con un solo figlio è ridotta moltiplicando per un coefficiente di 0.85, resta pari se si hanno più di tre figli o figli con disabilità. Escluse dal tetto le spese sanitarie e quelle relative ai mutui per la casa.
Sanità: aumento delle indennità e investimenti per il personale
La manovra introduce aumenti per le indennità di medici, infermieri e specializzandi, con uno stanziamento di 50 milioni di euro per il 2025 e una cifra annuale incrementata a 327 milioni a partire dal 2026. Questo aumento mira a valorizzare le professioni sanitarie, anche nelle specializzazioni meno ambite, con l’obiettivo di rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e ridurre la carenza di personale in settori critici come la medicina d’urgenza e l’anestesia. A partire dall’anno accademico 2025/2026, il trattamento economico dei medici specializzandi sarà incrementato, con particolare attenzione a discipline come anatomia patologica, geriatria e medicina d’emergenza-urgenza.
In particolare, è stato stabilito un aumento dell’indennità di specificità per diverse categorie professionali, con una somma complessiva di 50 milioni di euro per il 2025 e un incremento di 327 milioni di euro annui dal 2026. Per i medici in formazione specialistica, dal prossimo anno accademico 2025/2026, il trattamento economico fisso verrà aumentato del 5% per tutte le specializzazioni, mentre la parte variabile crescerà del 50% per specialità considerate di particolare rilevanza, come Anestesia, Geriatria, Chirurgia e Medicina di emergenza, tra le altre. Anche le indennità per gli infermieri, oltre che per altri professionisti sanitari come riabilitatori, tecnici e ostetriche, saranno aumentate: nello specifico, l’indennità per gli infermieri crescerà di 35 milioni di euro nel 2025, con un incremento annuo di 285 milioni a partire dal 2026. Le altre professioni sanitarie riceveranno un incremento di 15 milioni per il 2025 e di 150 milioni annui dal 2026. Infine, è prevista una crescita anche per l’indennità di Pronto soccorso, per riconoscere le particolari condizioni di lavoro in questo ambito: dal 1° gennaio 2025 verrà aumentata di 50 milioni di euro, di cui 15 destinati alla dirigenza medica e 35 al personale sanitario, con un ulteriore incremento di 50 milioni nel 2026, distribuito nella stessa proporzione.
Pensioni: misure di flessibilità in uscita. Confermate le opzioni
Nel 2025, le pensioni minime subiranno un lieve aumento, passando da 614 a 617 euro, un incremento di soli tre euro che ha suscitato molte critiche, anche se permette di evitare tagli. Sono confermate per il prossimo anno le misure di flessibilità in uscita, come Ape sociale, Opzione donna e Quota 103, offrendo ancora una volta diverse opzioni per anticipare il pensionamento. In aggiunta, le lavoratrici con almeno quattro figli avranno la possibilità di andare in pensione di vecchiaia con un anticipo di 16 mesi rispetto all’età ordinaria. Tra le novità, è stato introdotto un incentivo fiscale per coloro che scelgono di continuare a lavorare, nonostante abbiano già i requisiti per la pensione: chi soddisfa i requisiti di Quota 103, ovvero 62 anni di età e 41 anni di contributi, potrà beneficiare del bonus Maroni, che permette di ricevere in busta paga l’equivalente dei contributi a carico del lavoratore, pari al 9,19% della retribuzione. Inoltre, il governo ha previsto la piena rivalutazione delle pensioni, eliminando il precedente meccanismo di sterilizzazione, e un incremento del 2,2% per le pensioni pari o inferiori al trattamento minimo nel 2025, con un ulteriore 1,3% nel 2026, per contrastare l’impatto dell’inflazione e assicurare una maggiore tutela dei redditi più bassi.
Lavoro: detassazione dei premi di produttività
Oltre al rinnovo del credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno e agli sgravi contributivi per incentivare l’occupazione di giovani, donne e lavoratori svantaggiati, viene prorogata anche la detassazione dei premi di produttività (al 5%) e aumentano i fringe benefit per i nuovi assunti che accettano di traferire la loro residenza oltre i 100 chilometri e far aumentare la mobilità del lavoro. Vengono inoltre introdotti sgravi per il lavoro notturno e gli straordinari nel settore del turismo. Non si potranno poi scalare i costi delle trasferte e le spese di rappresentanza se non vengono fatte con strumenti tracciabili, bonifici o carte di pagamento.
Iter parlamentare: non si replica schema zero emendamenti
Dopo la firma del Presidente della Repubblica, il disegno di legge inizierà ora il suo percorso parlamentare alla Camera dei Deputati. Le audizioni davanti alle commissioni Bilancio del Parlamento – secondo quanto viene riportato da fonti nazionali – dovrebbero iniziare il 28 ottobre mentre il termine degli emendamenti dovrebbe essere fissato fra l’8 e il 10 novembre. Tre i relatori di maggioranza per Fratelli d’Italia, Ylenja Lucaselli, per FI Mauro D’Attis, per la Lega Silvana Comaroli.
L’esecutivo, a proposito di tempistiche, sembra non volere replicare lo schema “zero emendamenti” che l’anno scorso fu fonte di proteste e snervanti rinvii in commissione Bilancio; perciò, l’intenzione sarebbe quella di limitare le proposte per un esame il più snello e rapido possibile della legge. Stessa linea per il decreto fiscale collegato, che invece inizierà l’iter al Senato.
TAG: MANOVRA FINANZIARIA, TASSA SUL REDDITO, PENSIONE
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