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Una manovra di tagli, fatta per l’Europa ma che non è abbastanza per il Fondo monetario – La Nuova Padania #finsubito prestito immediato


“Quando rinasco faccio l’economista del Fondo monetario internazionale”. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha risposto con una battuta ad una domanda sulle parole di Helge Berger, vice direttore al dipartimento Europa del Fondo, che durante una conferenza stampa organizzata ieri a Washington ha invitato l’Italia e gli altri Paesi con un debito elevato ad essere “piu’ ambiziosi” sui conti pubblici. “Il rapporto debito-Pil in Italia ha registrato un calo importante rispetto al picco del 2020, ma rimane troppo elevato”, ha aggiunto Berger, dopo la pubblicazione del rapporto regionale sull’Europa del Fmi nel quadro delle riunioni annuali che si stanno svolgendo a Washington. 
Giorgetti, arrivato negli Stati Uniti mercoledi’, ha partecipato ieri sera a una cena al ristorante Cafe Milano organizzata dalla National Italian American Foundation (Niaf). 

Ma la manovra non piace all’opposizione e a tanti operatori istituzionali. Fatta per rispettare il patto di stabilità, per rientrare dal debito e per calcoli di ragioneria europea, sarà un difficile da far digerire al Paese.

“La manovra prevede un taglio del 25 per cento del turnover nell’anno 2025 che riguarderà anche i vigili del fuoco e le forze di polizia. Ogni cento pensionamenti assumeranno solo 75 vigili del fuoco incrementando così le già gravi carenze di organico. E’ una cosa gravissima che mina la sicurezza degli italiani Tagliare le assunzioni dei vigili del fuoco non è come tagliare le assunzioni dei normali pubblici dipendenti: se i vigili del fuoco non riescono a portare soccorso qualcuno rischiando di morire o di vedersi bruciare la casa, non. è una questione di pratiche che ritardano”. Cosi Marco Piergallini, segretario generale del sindacato Conapo, in merito al testo del ddl bilancio che spiega “questi tagli non generano risparmi ma rischi sociali gravissimi, la premier Meloni e il ministro Piantedosi intervengano”.
Non sarà mai operativo il Fondo, predisposto dalla legge di Bilancio per il 2020, e pensato per gli investimenti infrastrutturali a favore dei Comuni. Il Fondo, istituito al ministero dell’Interno, avrebbe dovuto avere una dotazione di 400 milioni di euro all’anno dal 2025 al 2034. Ma è stato di fatto cancellato stando a quanto emerge dal testo bollinato della legge di Bilancio per il 2025, preso in visione da Politiche Pubbliche. Il Fondo era destinato al rilancio degli investimenti per lo sviluppo sostenibile e infrastrutturale del Paese, in particolare nei settori di spesa dell’edilizia pubblica, inclusi manutenzione e sicurezza ed efficienza energetica, della manutenzione della rete viaria, del dissesto idrogeologico, della prevenzione del rischio sismico e della valorizzazione dei beni culturali e ambientali.

In manovra meno risorse anche per i contributi assegnati agli enti locali per le spese di progettazione relative a interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, di messa in sicurezza ed efficienza energetica delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio comunale, nonché per investimenti di messa in sicurezza di strade. Lo prevede il testo bollinato della legge di Bilancio, preso in visione da Public Policy. Per tutti gli interventi citati, attualmente il limite di spesa è di 200 milioni all’anno dal 2024 al 2031. Ma la legge di Bilancio riduce l’autorizzazione di spesa di 200 milioni per il 2025 (azzerandola) e di 100 milioni all’anno dal 2026 al 2031.

“Il testo della legge di bilancio bollinato ci preoccupa e inquieta, in particolare con l’articolo 104, quello con i contributi alla finanza pubblica che toccano anche gli enti locali fino al 2028. I tagli previsti per i Comuni e in quote minori per Province e Città metropolitane devono essere assolutamente eliminate nella fase di elaborazione della Manovra in Parlamento”. Lo afferma il presidente nazionale Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani) Marco Bussone. “Dopo i tagli già avvenuti nel 2024, 250 milioni di euro, ora c’è da togliere di mezzo ogni riduzione di trasferimenti ai Comuni, affinché si possano continuare a gestire i servizi, a rispondere alle domande della collettività e delle nuove povertà, ma anche gestire opere e interventi realizzati con il PNRR e con altri fondi europei per i quali è richiesta una spesa corrente degli enti che non può essere decurtata in questo modo dal 2025 e per i prossimi anni”, concludono.

”10 centesimi al giorno. 3 euro al mese: è questo l’aumento deciso dal governo Meloni per le pensioni minime. Cosa potranno comprare i pensionati italiani con questo aumento? 1 litro di latte e un pacco di pasta. La premier ha sempre detto che avrebbe varato una manovra economica vicina alle famiglie e che avrebbero dovuto aumentare le pensioni , e questi sono i risultati: una vergognosa presa in giro per gli italiani. Bisogna prendere la ricchezza dove c’è, 73 persone ipermiliardarie in Italia possiedono un patrimonio complessivo di 301 miliardi di euro e invece il governo colpisce i soliti noti, vale a dire pensionati e lavoratori”. Così Angelo Bonelli di Avs.

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A chiudere…. non ci sarà la conferma del taglio del canone a 70 euro, tutto torna a 90 euro.



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