Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
Affitto Immobili
Agevolazioni - Finanziamenti
Aste Abruzzo
Aste Basilicata
Aste Calabria
Aste Campania
Aste Emilia Romagna
Aste Friuli Venezia Giulia
Aste Italia
Aste Lazio
Aste Liguria
Aste Lombardia
Aste Marche
Aste Molise
Aste Piemonte
Aste Puglia
Aste Sardegna
Aste Sicilia
Aste Toscana
Aste Trentino Alto Adige
Aste Umbria
Aste Valle d'Aosta
Aste Veneto
Auto - Moto
bed & breakfast
Immobili
Auto, ecco lo schiaffo (o il ricatto) della Cina: niente fabbriche in Italia – Torino Cronaca – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


L’innamoramento – un po’ masochistico – per l’auto cinese sta per avere una brutta botta. I costruttori cinesi, tanto corteggiati dal governo con le interlocuzioni del ministro Adolfo Urso, invitati a rilevare siti industriali dismessi – solitamente da Stellantis -, potrebbero non arrivare: niente fabbriche in Italia, ordina Pechino

La questione è delicata. Il primo costruttore a defilarsi sarà, a quanto pare, Dongfeng, già protagonista al Salone Auto Torino e in predicato di trovare casa da quelle parti. Gli emissari della Casa di Wuhan sono stati infatti portati dalla Regione Piemonte a visionare tre siti dismessi in Piemonte, uno dei quali è l‘ex Maserati tuttora in vendita e un altro l’ex Pininfarina in Canavese. Poi c’è BYD, inseguito a lungo ma ben orientato sull’Ungheria, ma si affaccia Chery che vicino a Torino sta cercando il luogo giusto per installare almeno un centro design e ricerca, mentre conferma che nel suo piano c’è una produzione italiana (o forse meglio dire: c’era?). Infine, si sta aspettando l’arrivo della delegazione di Jac, sempre a Torino.

Ma da Pechino – inteso come governo – è arrivato il diktat: niente fabbriche in Italia, nessuna trattativa con altri Paesi europei. Ed essendo praticamente tutte le Case di proprietà statale, è di fatto uno stop. La questione, spiega Quattroruote, è che queste trattative potrebbero interferire con quelle che la Cina sta intrattenendo con l’Unione Europea per la questione dazi. A volerla vedere in un certo modo sembra quasi uno “strumento di pressione” (o un ricatto), del tipo: non esagerato con i dazi, o benefici o meno portiamo altrove la produzione.

Mutuo asta 100%

Assistenza consulenza acquisto in asta

D’altra parte, il tempo stringe, visto che la scadenza per l’imposizione di dazi definitivi sulle auto elettriche cinesi (ma c’è anche Tesla per le auto prodotte a Shanghai) è mercoledì prossimo, 30 ottobre. A ricordarlo, questa mattina, è stato il portavoce della Commissione europea responsabile per Commercio e agricoltura, Olof Gill, nella conferenza stampa quotidiana dell’esecutivo europeo, rispondendo alle domande dei giornalisti.

In mattinata si sono susseguiti dialoghi ad altissimo livello tra le due parti: il vice presidente esecutivo della Commissione europea e commissario per il Commercio, Valdis Dombrovskis, ha avuto una videochiamata con il ministro del Commercio cinese, Wang Wentao. I due hanno fatto il punto sui progressi compiuti negli otto cicli di negoziati tecnici e “sulle significative lacune ancora esistenti”. E hanno ribadito il loro impegno politico a trovare una soluzione reciprocamente accettabile, che dovrà essere efficace nell’affrontare la parità di condizioni nel mercato dell’Ue e compatibile con l’Organizzazione mondiale del commercio (Omc).

Ma il negoziato si basa grandemente sull’indagine anti-dumping compiuta nei mesi scorsi, con alcune Case che hanno offerto collaborazione, piena o parziale, agli inviati dell’Europa e altre che si sono sottratte. I dazi dovranno essere in proporzione alla collaborazione fornita. In Cina, d’altra parte, hanno varato proprie misure anti dumping contro il brandy, la carne di maiale e i prodotti lattiero-caseari. Ma, anche qui, è ancora tutto in divenire.

I costruttori, per parte loro, in qualche modo proseguono le loro trattative. Se BYD prosegue con l’Ungheria, Chery con i marchi Oimoda Jaecoo ha stoppato il progetto dello stabilimento a Barcellona, ma solo provvisoriamente. Leapmotor, invece, è in una situazione tutta particolare, esportando tramite la Leapmotor International di cui è partner al 51% Stellantis. Una joint venture che permette anche la produzione in Europa, ma al momento non è stato comunicato nulla di decisivo.





Source link

Carta di credito con fido

Procedura celere

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

 

***** l'articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Conto e carta difficile da pignorare

Proteggi i tuoi risparmi

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui