Progettare nuovi farmaci e migliorare l’efficacia dei composti biologicamente attivi. Due startup dell’università di Verona si sono messe al servizio dell’innovazione nel Nordest e sono state presentate ad un gruppo di investitori al Silos di Ponente dell’ateneo, in occasione del Demo Day.
Le due startup sono Discovera e Renuvait e sono progetti nati nell’ambito del Consorzio iNEST (Ecosistema dell’Innovazione del Nordest Interconnesso) finanziato dal Pnrr. Le ricercatrici e i ricercatori dell’università di Verona coinvolti nei due progetti imprenditoriali hanno sviluppato soluzioni innovative nell’ambito delle scienze della vita. Soluzioni che sono state mostrate, insieme ad altri nuovi progetti imprenditoriali, al Demo Day.
L’evento è inserito nel programma di accelerazione di iNEST, nato per la generazione e lo sviluppo di startup e spin-off da centri di ricerca e finanziato dal Pnrr per quattro milioni di euro. La giornata è stata l’occasione per mettere in contatto, per la prima volta, startupper con finanziatori e acceleratori di eccellenza quali Cloud AI, Indaco, Obloo, Gellify, Plug and Play, CIV Suisse e Cassa Depositi e Prestiti. All’appuntamento hanno partecipato studenti e studentesse, dottorandi, ricercatrici e ricercatori, trasformati in neoimprenditori. Con loro, Diego Begalli, prorettore dell’università di Verona e referente al trasferimento della conoscenza e rapporti con il territorio; Carlo Bagnoli, programme leader del progetto; Augusto Coppola, partner fondatore di Cloud Accelerator; e Marco Cristani, responsabile per Univerona del progetto di accelerazione di iNEST.
«Discovera – ha affermato Rui Ribeiro, ricercatore dell’ateneo scaligero e cofondatore della startup – mira a rivoluzionare il processo di scoperta dei farmaci». Le startup sta infatti realizzando una piattaforma innovativa, basata sull’intelligenza artificiale, per progettare nuovi farmaci e simulare la loro azione sui sistemi biologici. «Vogliamo risolvere il problema della comprensione limitata del meccanismo d’azione dei farmaci – ha spiegato Ribeiro – che porta molti candidati promettenti a fallire durante i test clinici».
Il progetto principale è quello di una soluzione contraccettiva maschile non invasiva. «Il nostro lavoro – ha aggiunto – mira a sviluppare soluzioni che prevengano complicazioni in contesti ad alto rischio, promuovano la salute pubblica e migliorino la qualità della vita, fornendo nuovi strumenti per gestire condizioni che hanno un impatto significativo sia a livello individuale che sociale».
«Abbiamo sviluppato una tecnologia innovativa per risolvere i problemi di stabilità , assorbimento ed efficacia di composti biologicamente attivi», ha invece spiegato Salvatore Calogero Gaglio, post-doc dell’università di Verona e cofondatore di Renuvait. La soluzione proposta dalla startup è quella di schermare le sostanze con una tecnologia basata su materiali biodegradabili, soluzione di potenziale interesse per industrie di svariati settori che possono vantare un’ottimizzazione dei costi e una maggiore stabilità chimico-fisica dei propri prodotti. «I nostri clienti – ha concluso Gaglio – sono cosmetiche nutraceutiche, farmaceutiche, ma anche l’agroindustria che vuole ricavare valore dai propri scarti».
Le due startup veronesi sono state selezionate tra oltre 100 idee raccolte tra i principali atenei e istituti di ricerca triveneti. I progetti sono stati sviluppati grazie al programma di Accelerazione di iNEST, un percorso strutturato volto a trasformare idee imprenditoriali in realtà di business sostenibili. E nei prossimi mesi, nuovi progetti imprenditoriali veronesi vedranno la luce grazie al Consorzio, pronti ad arricchire il panorama dell’innovazione del Nordest.
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