La Cina, con la sua Via della Seta e la sua potenza produttiva a basso costo, dominava i mercati. Il mondo veniva invaso da virus e pandemie e i ghiacci dei poli si scioglievano. Non solo, l’economia tutta intera, liberatasi di vecchie ideologie ormai desuete, non aveva più confini né limiti statuali ma solo padroni senza patria e nazionalità che accumulavano, accumulavano ricchezza e potere distribuendo povertà, irretendo Stati e nazioni e addormentando popoli e individui.
L’istruzione? La cultura? “Drive in” in Italia e la deriva trash ovunque nel mondo avevano smontato anche la cultura televisiva di massa e ammazzato il grande cinema. In sostituzione, spettacoli beceri e scurrili. In cambio avevano sdoganato l’edonismo spicciolo e l’illusione di essere felici e magari di tentare la fortuna, diventare ricchi. Se non oggi, domani. E il Mezzogiorno continuava a guardare.
I nonni avevano imparato a leggere e scrivere alle scuole serali. Avevano mandato a memoria la Divina Commedia, le opere liriche con l’aiuto delle bande musicali, avevano fatto grande tutta la nazione. I nipoti e pronipoti, andavano a scuola per forza d’inerzia. I bravi se ne andavano, gli altri restavano. Poi se ne andarono pure questi a ramazzare nei ristoranti o da qualche altra parte. Il Mediterraneo languiva attraversato da migranti che in massa ci morivano anche e da navi di guerra per controllare le sponde asiatiche, africane e magari pure europee. Guerre e stravolgimenti erano la regola tra Vicino, Medio Oriente e Africa e, più di recente, anche Europa. Di riportarlo al suo ruolo di snodo nevralgico dei tre continenti che su di esso si adagiavano, se non del mondo, nemmeno a parlarne. E il Mediterraneo languiva e seppelliva morti. Il Mezzogiorno arretrava. E per esso arrivò lo scambio mortale. Sviluppo e risorse a Nord e assistenza, per quanto bastava, a Sud. E tutti felici. Anche il Nord che depose l’arma del ricatto della secessione padana avendo conquistato il Sud trasformato, grazie alla gran parte della sua classe dirigente preoccupata, sin dal tempo di Garibaldi, di difendere ed incrementare il suo, in un’appendice somigliante sempre più ad una colonia interna. Buona per estrarne braccia e cervelli, farci un po’ di turismo, un po’ di agricoltura, coltivare qualche eccellenza, vedi l’angolo della Etna Valley o della Peucetia Valley nel frattempo chissà come e perché nate, e roba simile. Intanto anche i fondi Europei venivano dirottati a nord al pari delle risorse pubbliche.
La visione dello sviluppo imposta al Paese era quella dello sgocciolamento o della esondazione. Immaginate una piramide di calici. In cima il Nord e via via tutto il resto della nazione sino ad arrivare al Sud. Riempite i calici in cima senza mai fermarvi: qualcosa arriverà in fondo. Stessa storia con l’esondazione. Riempite l’alveo del grande fiume del Nord, qualcosa esonderà sino a raggiungere il Sud. Qualche goccia. Peccato che, alla fine dello sgocciolamento o dell’esondazione, arrivava solo un po’ di assistenza, centellinata con il criterio della spesa storica, ovviamente, per non esagerare. Se non hai asili o non hai fabbriche, è inutile che ti do soldi per costruire aule o ferrovie, strade, porti. Questo il principio fatto proprio dallo Stato che intanto aveva dimenticato la sua Costituzione che, anzi, aveva preso a smantellare. Se la tua popolazione diminuisce – dicevano i politici in sede di stesura del bilancio nazionale – e i giovani se ne vanno, meglio incentivare l’esodo che investire in sviluppo. Così si arriva ai 100mila giovani che ogni anno se ne vanno, alla popolazione che diminuisce senza rimedio e invecchia, alla sanità rattrappita ed alla scuola che sopravvive a se stessa. Finché dura.Intanto chi governa secondo le linee del paradigma Atlantico legato alla Germania e al Centro-Nord dell’Europa scopre l’uovo di Colombo. L’Europa ha fame di energia “pulita”? Noi abbiamo oltre 120mila chilometri quadrati di territorio ventoso e soleggiato alla bisogna. Monti e valli, campagne e pendii collinari e coste quante ne servono ed ancor di più. Il destino di batteria d’Europa (hub energetico nel nuovo esperanto casalingo) è scritto in cielo dalle nuvole e riflessi del sole e sussurrato dalla voce del vento.E la biodiversità? L’agricoltura? La bellezza? Non interessano più a nessuno. E comunque resisteranno le eccellenze per sceicchi e maharaja. E giù con il reddito di cittadinanza, un obbrobrio sostituito infine con i bonus e sussidi di ogni tipo. Basta che tu abbia un Isee ragionevolmente basso. Anzi quanto più basso è, meglio è. Arrivi a racimolare più o meno quindici mila euro all’anno. Mica uno scherzo. E poi un lavoretto a nero lo trovi sempre, per arrotondare e da aggiungere al salario o stipendio, diciamo così, ufficiale. Per il resto ci pensa lo Stato con tasse ed accise a coprire i buchi provocati dai bonus assistenziali.
Buon ultimo, in questi giorni autunnali del 2024, è arrivato il bonus “espatrio”. Se te ne vai dal tuo paese e ti trasferisci al Nord avrai un bonus che, a seconda del tuo Isee, oscilla tra i mille e i 500 euro per anno. Certo, sono pochi, ma se li unisci a tutto il resto sono un bell’aiuto. Senza contare che i tuoi genitori alla fine è meglio che ti raggiungano. Unite affetti e redditi e risparmiate i soldi dell’asilo o della babysitter. Al paese ci andrai per le vacanze. Anzi no, la casa di famiglia, la sistemi alla meglio e la fai diventare fonte di reddito. Ci andrà qualcun altro al posto tuo per farci le vacanze e tu ci guadagni, no? Signori, ecco la nuova Italia a trazione Padania. Ed il Sud? Sarà l’hub energetico d’Europa. Dateci un po’ di tempo e, vedrete, tutto sarà realtà. Finalmente anche il bilancio dello Stato potrà rifiatare, eliminando spese per sanità, scuola, ferrovie e tutto il resto a Sud, no? Resteranno solo un po’ di spese per assistenza e bonus per chi resta finché vita durerà, ma sarà roba di poco conto.
Post scriptum: ho attraversato a piedi gran parte del cuore del Sud e ho camminato per un intero anno per Napoli, i suoi quartieri e le sue periferie. E dappertutto ho trovato coscienza e consapevolezza di sé e voglia di restare e non di andare. Anche sull’autonomia differenziata/secessione camuffata del Nord, a Sud hanno le idee chiare come dimostra il vento che ha soffiato sulla richiesta di referendum abrogativo. Insomma, c’è di che sentirsi rinfrancati. Il Mediterraneo sarà come sempre il nostro destino e anche quello dell’Europa. Statene certi. Qualsiasi cosa dicano, pensino o facciano, coloro che continuano a scommettere sulla Padania, sul Mar del Nord, sull’Atlantico e sulla loro voglia di sopravvivere accaparrando ricchezza ad excludendum.
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