TREVISO – Diciotto sale operatorie con sfondi rilassanti, tac con cromoterapia, apparecchiature ultramoderne e corridoi come aeroporti. La diagnostica per immagine che guida la mano del chirurgo. “Se la direzione generale dell’Ulss 2 ci tiene a esaltare la qualità dell’apparecchiatura della Cittadella della Salute, pare d’altra parte occultare le croniche carenze dell’organico, le mancanze organizzative e le forme di stress e disagio che vivono quotidianamente i dipendenti e il personale che lì lavora e che rappresenta mani e cuore – e gambe, visto che le distanze percorse dal personale sono raddoppiate dopo le prime aperture delle nuove degenze – dell’erogazione delle prestazioni e dei servizi ospedalieri dell’ospedale Cà Foncello di Treviso”.
Quest’ultimo aspetto è stato uno dei primi ad essere sottoposti al tavolo con le organizzazioni sindacali convocato dalla Prefettura di Treviso dopo l’apertura, lo scorso marzo, dello stato di agitazione dei lavoratori e delle lavoratrici, solo congelato e non ancora revocato. In questi mesi, nel corso degli incontri svolti in sede prefettizia, sono state riportate e messe in fila le molteplici criticità riscontrate dai sindacati di categoria, anche le più attuali, emerse dopo la somministrazione di un questionario al personale dedicato alla Cittadella. Questioni ancora sul tavolo e non ancora risolte e che potrebbero portare a forme di mobilitazione.
“Dopo mesi di incontri in Prefettura con l’azienda sanitaria, il nodo più importante da sciogliere resta quello legato alla carenza degli organici, dagli infermieri agli Oss fino alle ostetriche, tanto che abbiamo richiesto il rinvio del passaggio alla Cittadella del settore materno infantile finché non sarà presente personale sufficiente. Non ultimo manca anche il personale per garantire in modo regolare l’apertura della sala risveglio. I professionisti sono stanchi di essere soggetti a ritmi insostenibili, con i rischi per la loro salute e quella dei pazienti”, afferma Sara Tommasin, segretaria provinciale Fp Cgil di Treviso.
Relativamente al nodo organici aggiunge Mario De Boni, segretario generale Cisl Fp Belluno Treviso: “Abbiamo fortemente evidenziato che le attività, in termini di erogazione delle prestazioni sanitarie, siano proporzionate al numero di lavoratori presente e che gli sforamenti orari non possano essere stabiliti da una programmazione che non tenga per nulla conto dei tempi di esecuzione degli interventi, e che siano limitati solo ed esclusivamente ai casi urgenti o comunque non prevedibili. Oggi, invece, sono diventati parte integrante dell’organizzazione delle attività, sulle spalle di lavoratori e lavoratrici”.
“La situazione della nuova Cittadella è ben nota da tempo, ma i problemi sono rimasti sempre quelli – continua Florio Michielin della Uil Fpl Treviso Belluno -. Sono gravi e importanti questioni, queste della riorganizzazione, che è opportuno affrontare coinvolgendo il personale interessato, e non mettendo la testa sotto la sabbia, al fine di identificare e condividere le soluzioni più praticabili, poiché quanto sino ad ora è stato discusso ci rimanda al punto di partenza. Serve, invece, sbloccare l’intollerabile situazione e arrivare presto ai risultati attesi”.
“Ulteriore problematica a tutt’oggi non risolta, oltre a quella della carenza cronica di personale, è il perdurare della mancanza di materiale, farmaci e presidi necessari al corretto svolgimento delle attività quotidiane della Cittadella e del resto dei Servizi e delle Unità Operative dell’Azienda – aggiunge Annarita Secchi Coordinatrice Nursing Up Treviso -; problematica che si protrae oramai da mesi, inizialmente imputata dall’azienda a criticità interne e più recentemente a un avvicendamento della ditta distributrice. Una situazione alla quale è oltremodo necessario trovare una soluzione definitiva in tempi brevi”.
“Va ribadito con forza il persistente problema della scarsa quando non latitante formazione, soprattutto per quelle figure professionali che assistono a interventi su bambini e ancor peggio su neonati. Inoltre, non si può più rimandare un rinforzo del sistema trasporti di sale operatorie e servizi, come tac, risonanza magnetica, cardiologia, endoscopia digestiva, endoscopia respiratoria – conclude e ribadisce Gianluca Martin della segreteria FIALS Treviso -. Non chiara ancora oggi la gestione della sala risveglio che serve tutte le sale operatorie ma con una dotazione di organico insufficiente a garantirne l’apertura”.
Ora più che mai, dopo l’apertura dello stato di agitazione dei lavoratori e delle lavoratrici e del tavolo di confronto con l’Ulss 2, i sindacati di categoria aspettano risposte concrete al prossimo incontro in Prefettura fissato per il 13 novembre. In caso contrario la mobilitazione riprenderà.
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