Studio dell’Università scaligera: attesi 350mila visitatori e 7 milioni di fatturato in 5 anni
Aspettando location e finanziamenti con cui trasformare l’idea in realtà, l’immagine del Museo internazionale del vino di Verona (Muvin) e del suo potenziale stimato assume alcuni contorni. Il museo potrebbe dare lavoro a circa 200 persone, ad esempio. E in cinque anni il traguardo raggiungibile sarebbe di 350mila visitatori e 7 milioni di fatturato, con un ricavo medio di 14 euro per ogni visitatore. Sono le cifre ideali snocciolate venerdì in Camera di Commercio durante il convegno «I Musei del Vino tra cultura, innovazione e promozione territoriale», divenuto l’occasione per fare il punto sul progetto Muvin.
Le ipotesi per la sede
Un progetto che cerca «casa» e tra le ipotesi di sede fin qui ha visto alternarsi le gallerie mercatali vicino alla fiera (idea che per ora sarebbe scartata), l’area delle ex cartiere (qualora ci fosse il via libera a una nuova lottizzazione), gli ex magazzini generali e la zona del centro. Intanto, sono stati presentati concept-plan, piano industriale e un’analisi sull’impatto del progetto a livello locale e regionale. Secondo il prorettore dell’università Diego Begalli, presidente della Fondazione Museo del Vino Muvin nata nel 2022, «l’impatto diretto e indiretto del museo sull’economia della provincia ammonterà a circa 700 milioni in 10 anni». La ricaduta sul sistema «regionale e multi-regionale» raggiungerebbe invece «fra i 300 e 400 milioni con un moltiplicatore di 1 a 30, se consideriamo che l’investimento complessivo sarà nell’ordine di 20 milioni».
Business plan
In generale, dice Begalli, «un impatto ben superiore alla media definita dagli studi più accreditati sull’economia della cultura». Nell’attesa che si delineino anche le strade che portano ai finanziamenti, Enrico Ghinato, componente del cda della Fondazione e già alla guida di Gardaland e Aquardens, ha esposto un business-plan che parla di «circa 200 persone impiegate a regime», con l’equilibrio tra ricavi e costi di gestione «già nella fase di startup», per arrivare come detto ai «7 milioni di fatturato» in un lustro; quanto ai 14 euro di ricavo medio dal visitatore, deriverebbero da «un modello di business basato su un mix di esperienze e offerte, incluse degustazioni e merchandising».
Il valore culturale del vino
Durante il convegno, che ha chiuso la settimana di Verona come sede dell’annuale raduno internazionale delle Great Wine Capitals, si è espresso anche Steve Charters, che insegna wine marketing in Francia ed è a capo del team di curatori scientifico del progetto Muvin:«Sebbene esistano già percorsi museali dedicati al vino in Europa e nel mondo, questo progetto si contraddistingue per il fatto che il focus, a differenza degli altri casi, non sarà sul prodotto e la sua produzione, bensì sul valore culturale del vino. Ed è molto importante di questi tempi, perché penso che stiamo sottovalutando l’importanza di quest’aspetto fondamentale e delle figure associate, dai produttori ai consumatori».
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