Massimali contributivi 2024: limiti di reddito per determinare i versamenti più alti che è possibile effettuare per il pensionamento.
Anno dopo anno, le casse previdenziali affrontano una crisi crescente, a causa, da un lato, dell’aumento delle pensioni in pagamento e, dall’altro lato, della diminuzione dei lavoratori e, quindi, dei contributi. Ogni versamento aggiuntivo, in una simile situazione, dovrebbe essere ben accetto: eppure, il lavoratore non può versare contributi oltre un certo limite annuale, detto massimale, anche se il suo reddito è molto alto.
A quanto ammontano i contributi massimi per la pensione?
Innanzitutto, è importante sottolineare che non esiste un unico massimale uguale per tutti, ma il valore massimo della contribuzione dipende dalla gestione previdenziale di appartenenza e dall’anzianità di iscrizione. Tutti gli iscritti all’Inps dal 1996 in poi, ad esempio, scontano un massimale contributivo che non è applicato agli iscritti alla data del 31 dicembre 1995. Alcuni iscritti prima del 1996, però, scontano un massimale diverso, ad esempio gli iscritti alla gestione dei commercianti.
I massimali contributivi, poi, sono aggiornati annualmente sulla base dell’inflazione. Versare contribuzione oltre il massimale può costituire un grave danno: l’Inps ha infatti precisato [1] che la contribuzione, indebitamente versata oltre il massimale, è recuperabile, su istanza del datore di lavoro, solo entro il termine prescrizionale di 10 anni. Trascorso questo termine, i contributi non sono più restituiti ma non sono nemmeno utili alla pensione.
Le somme che non potranno formare oggetto di rimborso, a causa del decorso del termine prescrizionale, restano infatti acquisite dall’Istituto e sono improduttive di effetti previdenziali. ma procediamo con ordine
Massimali annui 2024
Il massimale annuo della base contributiva e pensionabile, previsto dalla Legge Dini [2] per i lavoratori iscritti successivamente al 31 dicembre 1995 a forme pensionistiche obbligatorie, e per coloro che optano per la pensione con il sistema contributivo, rappresenta la retribuzione massima al di sopra della quale non sono dovuti contributi.
In base all’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati calcolato dall’Istat, il massimale è pari, per l’anno 2024, a 119.650 euro, arrotondato all’unità di euro.
In pratica, per chi possiede una retribuzione elevata, al di sopra di 119.650 euro annui non sono dovuti contributi, e l’imponibile in eccedenza non influisce sul calcolo della pensione, ma solo se l’interessato è assoggettato al calcolo integralmente contributivo della pensione, ossia se:
- non possiede contribuzione obbligatoria alla data del 31 dicembre 1995;
- oppure ha optato per il ricalcolo contributivo del trattamento, o per il computo presso la gestione Separata.
Non sono esclusi, comunque, dall’applicazione del massimale, i lavoratori che abbiano riscattato:
- in qualità di iscritti presso la gestione Separata Inps, un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, svolto in periodi antecedenti l’istituzione della gestione stessa;
- gli anni di laurea, o una parte, in qualità di “inoccupati”; in questo caso, difatti, anche se i periodi riscattati sono collocati prima del 1996, sono da liquidare esclusivamente con il sistema contributivo, a prescindere dalla gestione in cui risultano accreditati.
Aliquota aggiuntiva dell’1% per il 2024
Esiste una sorta di “massimale”, poi, per i lavoratori dipendenti: più che di un vero e proprio massimale, si tratta di un “tetto pensionabile” al di sopra del quale si paga un’aliquota aggiuntiva (il funzionamento è dunque “contrario” rispetto a quello del massimale, perché al superamento della cifra si pagano più contributi).
Nello specifico, è dovuta un’aliquota aggiuntiva per i lavoratori dipendenti pubblici, o dipendenti di aziende del settore privato, i cui imponibili previdenziali superano la prima fascia di retribuzione pensionabile, e che subiscono le trattenute Inps in base a un’aliquota inferiore al 10%. L’aliquota è pari all’1%, e si applica sulle quote di retribuzione eccedenti il valore della prima fascia di retribuzione pensionabile.
Per il 2024, il limite per rientrare nella prima fascia di retribuzione pensionabile è pari a 55.008 euro annui; l’aliquota aggiuntiva dell’1% deve essere quindi applicata sulla quota di retribuzione eccedente questo tetto retributivo che, rapportato a dodici mesi, è pari a 4.584 euro.
Massimali gestione Commercianti
La gestione Inps commercianti ha due massimali diversi, che per il 2024 sono stati aggiornati e stabiliti come segue:
- per i lavoratori con anzianità di iscrizione anteriore al 1° gennaio 1996:
-
- Massimale annuo: 91.680 euro;
- per i lavoratori iscritti con decorrenza dal 1° gennaio 1996 o successiva:
- Massimale annuo: 119.650 euro.
Massimali 2024: riepilogo
Di seguito, riassumiamo i principali massimali contributivi per il 2024, suddivisi per categorie.
- Iscritti Gestione Separata Inps
- Massimale di reddito: € 119.650,0013.
- Iscritti Inps dal 1996
- Massimale di reddito: € 119.650,0013.
- Iscritti Fondazione Enasarco (Agenti di commercio)
- Massimale provvigionale annuo:
- Monomandatario: € 44.727 (con contributo massimo di € 7.603,59)
- Plurimandatario: € 29.818 (con contributo massimo di € 5.069,06)2.
- Massimale provvigionale annuo:
- Lavoratori Dipendenti
-
- Massimale annuo della base contributiva per iscritti dal 1996: € 119.650,0046.
- Limite prima fascia pensionabile annua: € 55.008,00
- Limite annuo minimo per l’accredito di 52 settimane contributi obbligatori: € 12.451,0035.
-
- Iscritti Gestione Commercianti
- con anzianità di iscrizione anteriore al 1° gennaio 1996:
- Massimale annuo: € 91.680,00
- con decorrenza dal 1° gennaio 1996 o successiva:
- Massimale annuo: € 119.650,00.
- con anzianità di iscrizione anteriore al 1° gennaio 1996:
Questi aggiornamenti ai massimali contributivi sono stati stabiliti in base alle variazioni dell’indice dei prezzi al consumo e alle necessità di adeguamento delle normative previdenziali. È fondamentale che datori di lavoro e lavoratori siano a conoscenza di questi valori per garantire una corretta contribuzione e accesso ai benefici previdenziali.
In particolare, l’adeguamento dei massimali e minimali ha un impatto diretto sulla pianificazione finanziaria sia dei lavoratori autonomi che dei dipendenti, influenzando le loro pensioni future e i diritti previdenziali.
note
[1] Circ. Inps 53/2019.
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