Lo rivela il rapporto 2024 dell’Unione nazionale imprese recupero
e riciclo maceri (Unirima) presentato a Roma. Il ruolo essenziale dell’export
La produzione nazionale di carta da macero nel 2023 ha raggiunto i 6,9 milioni di tonnellate (+5% rispetto al 2022), numeri che collocano l’Italia al secondo posto in Europa dopo la Germania e davanti a Spagna e Francia. Il settore italiano si conferma così un’eccellenza nel panorama internazionale, malgrado gli impatti delle congiunture internazionali che influenzano i prezzi di mercato. Lo dimostrano i numeri del Rapporto 2024 «La produzione di materia prima-end of waste dalla raccolta differenziata di carta e cartone»: la ricerca, presentata oggi, 29 ottobre 2024 a Roma, è stata elaborata dall’Unione nazionale imprese recupero e riciclo maceri (Unirima). L’aumento della produzione nazionale ha avuto un impatto positivo sul tasso di riciclo complessivo della carta, che nel 2023 ha raggiunto il valore record del 92,1%, mentre la percentuale di riciclo degli imballaggi cellulosici si è attestata al 92,3%, superando ampiamente l’obiettivo dell’85% fissato dall’Ue per il 2030. Grazie a questi risultati, l’Italia si posiziona al secondo posto in Europa anche per il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici, dopo la Germania, e ben al di sopra della media europea del 79,3%. Unirima rappresenta circa il 90% delle aziende del settore per volumi gestiti con un fatturato complessivo intorno ai 4 miliardi di euro.
Tarallo: «Il contesto europeo resta fragile»
«Il settore della carta da macero ha consolidato nel 2023 la sua posizione di eccellenza all’interno dell’economia circolare italiana – sottolinea con soddisfazione il presidente di Unirima, Giuliano Tarallo -. Tuttavia, le sfide che ci attendono sono considerevoli. Il contesto economico europeo resta fragile e i tassi di crescita pre-pandemia sono ancora lontani. Il deterioramento del clima geopolitico ha portato a tensioni protezionistiche sulla regolamentazione dei flussi delle materie prime, che ostacolano lo sviluppo armonioso dei mercati e la competitività delle imprese. Diventano sempre più complesse le procedure amministrative per l’avvio di nuove attività economiche, soprattutto nel settore della gestione dei rifiuti, che frenano l’espansione di impianti strategici per il ciclo dei materiali riciclati».
Sicilia: «L’export vola a 2,15 milioni di tonnellate nel 2023»
«Le esportazioni hanno raggiunto il valore di 2,15 milioni di tonnellate nel 2023 (31% della produzione) – ha fatto notare Francesco Sicilia, direttore generale dell’Unione nazionale imprese recupero e riciclo maceri – registrando un incremento del 45,5% rispetto al 2022. Una tendenza positiva confermata anche nel primo semestre del 2024, con circa 1 milione di tonnellate esportate. L’export di carta da macero continua a rappresentare un fattore chiave per permettere di assorbire il surplus di produzione nazionale rispetto alla domanda interna, garantendo il raggiungimento degli obiettivi di riciclo (con un contributo di circa il 30%) e la tenuta economica della filiera grazie alla capacità degli operatori di individuare nuovi mercati di sbocco, soprattutto in Asia». Le quotazioni della materia prima carta da macero, dopo la forte contrazione registrata nella seconda metà del 2022, hanno ripreso a crescere fino ai primi sei mesi del 2024 – è emerso dal Rapporto – arrivando, per la qualità 1.04 (cartone) di carta da macero, a 90 euro a tonnellata (+52% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Da luglio 2024 la tendenza si è invertita con il valore delle ultime quotazioni di settembre per la suddetta tipologia in calo del 6,7% rispetto al mese precedente. In diminuzione anche i prezzi delle ultime aste di settembre (-10,5% rispetto a quella di giugno).
Quest’anno cala il valore della carta da macero
Nell’ultimo anno anche a livello internazionale si rileva un generale calo del valore economico della carta da macero. Lievemente positive, secondo le previsioni contenute nel Rapporto di Unirima, le stime di crescita al 2026 per il comparto settore della carta da macero, ma incombono le incognite delle crisi internazionali e il peso in costante incremento delle barriere non tecnologiche.
Durante la presentazione del Rapporto Unirima 2024, giunto alla settima edizione, sono intervenuti tra gli altri i parlamentari Silvia Fregolent (Italia viva), Patty L’Abbate (M5S) e Marco Simiani (Pd). A seguire si è tenuta una tavola rotonda con il responsabile del centro nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare dell’Ispra Andrea Lanz, il vicepresidente di Unirima Carmelo Marangi, la vicepresidente di EuRic e presidente di Assofermet
Cinzia Vezzosi e il presidente dell’Albo nazionale gestori ambientali Daniele Gizzi. E’ toccato poi al presidente di Arera, Stefano Besseghini, e al viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vannia Gava, chiudere la giornata di analisi del settore tra aspetti economici e un quadro sugli scenari internazionali di un comparto storico dell’industria green italiana, chiamata a fare i conti con molti ostacoli alla crescita a cominciare dalla burocrazia, dalla proliferazione delle norme e delle leggi europee e nazionali e dai problemi di concorrenza, sui quali è intervenuta anche l’Authority.
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