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Trento resta imbattuta, Sassari KO #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Sassari, 27 ottobre 2024 – La Dolomiti Energia Trentino si conferma in LBA un rullo compressore e dopo una gara condotta per 40 minuti anche a Sassari, grazie ad un Anthony Lamb d’applausi, mantiene l’imbattibilità e con essa la testa solitaria della classifica. Per la Dinamo la quarta sconfitta in cinque partite, la seconda in casa, a cui non è bastata la disperata rimonta nel finale per nascondere sotto il tappeto i problemi di un roster che fatica ancora a trovare una quadra.

Per Trento, galvanizzata in settimana dall’impresa di Eurocup contro l’Hapoel Tel Aviv, l’ennesima conferma di come la squadra di coach Paolo Galbiati possa già chiamarsi tale, autoritaria nel gestire l’andamento della gara a proprio piacimento.

Più atletica, più talentuosa di una Dinamo che ha subito per i primi 30 minuti; unica pecca il calo avuto nel finale che rischiava di rovinare tutto il lavoro fatto, con gli spettri di una sconfitta clamorosa che avrebbe avuto il sapore della beffa.

Oltre alla maggiore aggressività e fisicità, per gli ospiti è stata fondamentale la percentuale dall’arco, il 50% (12/24) decisiva nella ripresa e che ha permesso all’Aquila di toccare il massimo vantaggio sul +16 in chiusura di terzo periodo.

Distacco scavato dall’MVP di serata Anthony Lamb, 18 punti, spettatore nei primi 20′ con un solo tiro dal campo segnato e assoluto protagonista in un secondo tempo in cui ha fatto saltare il Banco, in tutti i sensi!

Difesa di casa che non è riuscita in alcun modo ad arginare il talento debordante dell’ex Golden State Warriors, coadiuvato dal duo Jordan Ford e Myles Cale, rispettivamente 15 e 11 punti, autori dei canestri che hanno definitivamente fiaccato la rimonta isolana.

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Per la Dinamo Sassari la quarta sconfitta in questo campionato, la seconda consecutiva dopo quella di Brescia, che conferma il momento negativo della squadra di coach Nenad Markovic nata con alcuni difetti di fabbrica dalla difficile risoluzione.

Come il principale: la mancanza quasi totale di atletismo di un roster che quando ha affrontato squadre come Brescia o Scafati, che fanno di quella caratteristica uno dei loro punti di forza, va in totale difficolta e contro questa Trento i nodi sono tornati nuovamente al pettine.

Un Banco di Sardegna troppo statico, che spesso e volentieri è stato infilzato negli uno contro uno, mandando costantemente il piano difensivo al diavolo, soprattutto nel primo tempo. Il solo Renfro, 6 punti, è riuscito a reggere l’impatto, salvo poi mostrare le enormi lacune offensive.

Nella ripresa i sassaresi sono riusciti a cambiare in meglio il registro in difesa, ma hanno dovuto subito cozzare contro il talento offensivo di Lamb e qui nasce il secondo equivoco di questa Dinamo.

La mancanza proprio di talento offensivo, o meglio, la mancanza di continuità offensiva per tutti e 40‘, che troppo spesso spegne la luce all’attacco biancoblu per dei minuti interminabili, subendo dei break devastanti che poi risultano incolmabili. È in queste occasioni che servirebbe un Lamb, che nella Dinamo però non c’è.

Brian Fobbs, che dovrebbe essere il giocatore designato a risolvere questo tipo di problemi, anche stasera troppo ondivago al tiro, solamente 6 i punti realizzati, oppure Michal Sokolowski, 9 punti, incapace di tenere alta la qualità per l’intero incontro, pascolando per oltre 30 minuti.

Il solo in grado di dare la scossa è Eimantas Bendzius, 14 punti, ma più passa il tempo e più diventano evidenti i limiti difensivi, con il capitano lituano in costante difficoltà nel difendere negli uno contro uno, facendosi battere al primo palleggio da chiunque.

A sorpresa i mattoncini più importanti sono stati portati dai giocatori più criticati in questo inizio di stagione, sia Alessandro Cappelletti, autore di 14 punti e di una prestazione da leader assoluto, dando l’ennesima dimostrazione di come i gradi di playmaker titolare non gli pesino, e soprattutto Justin Bibbins.

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Il piccolo americano, top scorer dei sardi con 20 punti, liberato dagli obblighi di regia si è dimostrato decisivo come tiratore, giocando tanti minuti in coppia con lo stesso Cappelletti, con l’italiano che ha suonato la riscossa nel finale.

E pensare che Sassari aveva anche approcciato bene il match, riuscendo a reggere l’urto in avvio, andando anche avanti sull’11-10 a metà della prima frazione. Ci pensano però Zukauskas e un letale Ford a spezzare l’equilibrio confezionando un 8-0 di parziale in favore degli ospiti.

Sokolowoski ha uno dei rari momenti di lucidità e muove il tabellino inchiodato dei biancoblu, ma Ford ha altri piani e l’Aquila spicca il volo sul 13-23. Sul -10 i sassaresi hanno un altro sussulto, prima della tripla di Zukauskas del 19-26 con cui si chiude il primo periodo.

La Dinamo spazza via la timidezza ed inizia ad attaccare finalmente l’area e primi risultati iniziano a vedersi, con i padroni di casa che risalgono fino al -7. Trento, però, è brava a trovare forze fresche dalla panchina con Mavugbe e Pecchia, con quest’ultimo che firma il massimo vantaggio sul 26-39. 

Cappelletti e Bibbins sono i soli ad impensierire una difesa bianconera ormai impenetrabile, con l’americano che riporta i suoi sotto la doppia cifra di svantaggio, andando negli spogliatoi sul 38-46.

La difesa di Sassari, non pervenuta nel primo tempo, prova ad iscriversi alla gara, ma Lamb non è d’accordo, è il suo momento e lo fa vedere con una serie impressionante di canestri che bruciano la retina. Il Banco sprofonda nuovamente sul -13 e sembra tornare nuovamente in balia delle ondate trentine.

Gli uomini di Galbiati dai 6 e 75 sono letali, al 30° minuto saranno 11 le triple mandate a bersaglio su 18 tentativi (61%!), ma i padroni di casa riescono in qualche modo a non staccare la spina del tutto e con le unghie e con i denti riescono a risalire fino al 59-69 con cui si chiude il terzo periodo.

Sembra l’inizio della fine per i sardi ed invece con l’orgoglio, Cappelletti suona la carica. Sassari risale fino al -6, ma l’Aquila, se pur con più apprensione, gestisce i possessi con criterio e resta saldamente al comando.

Bendzius avrebbe anche la bomba frontale del -1 a 3 minuti e mezzo dalla sirena, ma il ferro gli dice di no. Ford inizia a scaldare la mano a gioco fermo, ma è Bibbins a ridare di nuovo speranza a tutto il PalaSerradimigni con la tripla del 75-77.

La partita ormai si gioca nel fango, con Trento che sente il fiato sul collo di una Dinamo tornata nuovamente famelica in difesa.

L’airball di Pecchia fa ruggire tutto il palazzo, ora Sassari è -2 palla in mano a soli 120 secondi dalla fine.

Bibbins però torna alle origini e gestisce il pallone in maniera pessima, regalando il possesso agli avversari che con Mavugbe zittiscono tutto il pubblico con la schiacciata del 75-79.

Il play americano di casa si rifà dalla lunetta con un 2/2 che riporta i suoi ad un solo possesso, prima del jumper dalla media di Cale che riporta Trento sul 77-81.

Sokolowski sbaglia la tripla del -1, ma il polacco è bravo a rubare palla e appoggiare il 79-81. Ma mancano solamente 15 secondi alla sirena e ai sardi non resta che affidarsi al fallo sistematico.

Jordan Ford però non trema e segna i liberi che chiudono la sfida sull’81-84.

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Per Trento è la quinta vittoria consecutiva e primo posto in solitaria che non può che aumentare un’autostima già alle stelle. Ora agli uomini di Galbiati servirà solamente dare continuità di risultati anche in Eurocup, dove in verità ha un po’ stentato, a cominciare dalla sfida di mercoledì sera in Germania contro Ulm, per stupire anche in Europa.

Per Sassari una classifica che inizia a preoccupare, quasi un deja vu della passata stagione che portarono poi all’esonero di Bucchi a gennaio. Per il Banco neanche il tempo di tornare in palestra per risolvere i problemi palesati in questo mese in LBA, che è già tempo di ributtarsi nella FIBA Europe Cup, sempre in casa contro i portoghesi dello Sporting.

Un po’ l’isola felice per questa Dinamo balbettante, che almeno nella coppa minore della FIBA è ancora in grado di mostrare i muscoli, in attesa di tornare a mostrarli anche nei nostri confini.

Dinamo Banco di Sardegna Sassari – Dolomiti Energia Trentino 81-84

Parziali: 19-26; 19-20; 21-23; 22-15.

Progressione: 19-26; 38-46; 59-69; 81-84.

Sala Stampa

Paolo Galbiati, Nenad Markovic e Justin Bibbins

Le Pagelle

Dinamo Banco di Sardegna Sassari

Alessandro Cappelletti 7: senza paura di essere smentito, la sua miglior partita in canotta biancoblu. Con lui in campo la squadra è meno confusionaria e gioca con un minimo di criterio, ma quando non lo fa ci pensa l’ex Verona a mettersi in proprio. I suoi 14 punti, 2 rubate, 2 assist non bastano per smuovere la classifica, ma è confortante per Sassari sapere di avere un Cappelletti così.

Justin Bibbins 6.5: è bastato farlo giocare da guardia, con Cappelletti play, per vedere il miglior Bibbins in questa LBA. 20 punti realizzati con un 4/9 da tre (44%) per l’americano, in una gara in cui torna a galla l’incapacità di coinvolgere i compagni, ma si è riscoperto tiratore, cosa che potrebbe tornare utile nel proseguo della stagione. Nel finale torna all’origine, gestendo in maniera scellerata un paio di palloni che avrebbero permesso di completare la clamorosa rimonta.

Miralem Halilovic 6.5: soffre l’atletismo debordante di Trento e si sapeva, ma ciò non gli impedisce lo stesso di andare in doppia cifra, stampando 10 punti e 4 rimbalzi. Forse la Dinamo avrebbe potuto sfruttare meglio le sue doti da passatore, facendo collassare la difesa su di lui nel pitturato e permettendogli così di aprire sui tiratori aperti nell’arco.

Brian Fobbs 4.5: evidentemente ama il gioco dell’oca, perché ogni due o tre partite giocate bene, come per magia ritorna al punto di partenza, ritrovando il Fobbs timido e impacciato delle prime gare. In una gara in cui il suo fisico e il suo atletismo servirebbero come l’ossigeno per Sassari, si limita a guardare gli altri giocare. In difesa si fa vedere a sprazzi, ma la cosa da trovare quanto prima è la continuità.

Matteo Tambone 5: troppo pasticcione, lui che nelle ultime uscite si è distinto come il più centrato dell’intero roster. Dall’arco non riesce ad incidere, mentre in difesa ha delle pause incomprensibili, come i tre liberi regalati a Lamb a 10 metri dal ferro.

Giovanni Veronesi 5.5: le gare di coppa contro il Dnipro gli hanno fatto acquistare punti e convinzione, entra bene, giocando una buon gara difensiva. In attacco però è troppo timido e alla lunga perde certezze.

Eimantas Bendzius 6: in attacco è il punto di riferimento di tutta Sassari, ondivago al tiro pesante, trova tanti punti dentro l’area. Presente, come sempre, nei momenti caldi della disperata rimonta finale, ma non è bastato. In difesa, però, è il punto debole della squadra, con Trento che lo cerca spesso e volentieri per attaccarlo in palleggio e con il lituano che non tiene mezzo scivolamento.

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Michal Sokolowski 5: soffre pesantemente il maggiore atletismo degli avversari, aprendo autentiche autostrade in difesa. In più non è aiutato da una serata al tiro dai 6 e 75 disastrosa, 1 su 7 tentativi, chiudendo con appena 2 di valutazione.

Nate Renfro 5: gara insufficiente dell’americano e non è la prima. Entra in campo e si fa subito brutalizzare da Zukauskas. Primo tempo da spettatore, con i lunghi trentini che hanno vita facile sotto i tabelloni. Nella ripresa ha un sussulto, ma veramente troppo poco per risultare un fattore in questa squadra.

Dolomiti Energia Trentino

Quinn Ellis 6: parte subito in quarta, facendo subito 2/2 dall’arco, poi si spegne definitivamente in attacco, sbagliando tanto e segnando solamente 2 punti negli ultimi tre periodi. Si merita la sufficienza per la discreta prestazione difensiva.

Myles Cale 7: grande gara d’applicazione per l’americano, letale al tiro (11 punti con l’87% dal campo) nei momenti in cui Trento prova ad allungare, sia in avvio di gara che ad inizio della ripresa, ma soprattutto grande mastino in difesa su Fobbs, imbrigliando una delle bocche da fuoco di Sassari.

Jordan Ford 7: parte alla grande come tutta la squadra di Galbiati, trovando il canestro con grandissima facilità. Alla distanza esce spesso dai binari con alcune perse sanguinose (4 perse), ma nel finale è decisivo, mentre la Dinamo tenta la disperata rimonta, con una tripla dal peso specifico enorme ed è freddo dalla lunetta, segnando i liberi della vittoria.

Andrea Pecchia 6.5: gioca la solita gara di sacrificio, alla Pecchia. Di solito ha nella Dinamo la vittima preferita, questa volta segna solamente 6 punti, ma in difesa è un cagnaccio che azzanna chiunque gli capiti attorno, catturando persino 7 rimbalzi.

Saliou Niang 5.5: nel primo tempo si fa trascinare da una Trento che gira alla perfezione, segnando lì tutti e 5 i suoi punti. Nella ripresa cala vistosamente.

Toto Forray 6: Forray non tradisce mai. Stampa solamente 5 punti, ma con il 100% al tiro, e giocando la classica gara di “garra” in difesa che l’ha reso celebre. Gli arbitri non gli fischiano un paio di sfondamenti che aveva abilmente orchestrato, ma lui non perde mai la lucidità e continua ad attaccarsi agli esterni di Sassari come la colla.

Selom Mawugbe 6.5: sotto le plance si fa sentire eccome. Stoppa tutto quello che gli capita, saranno ben 4 alla fine, dando noia sia ad Halilovic che a Renfro. Infiocchetta la sua prestazione con anche 7 punti e altrettanti rimbalzi. 

Anthony Lamb 8: nel primo tempo sembra l’ombra di se stesso, troppo timido e capace di sbloccare il proprio tabellino solo a gioco fermo. Nella ripresa indossa il mantello e si traveste da supereroe, spazzando via quasi da solo tutta la Dinamo. Nel terzo periodo stampa tre triple consecutive che scavano il solco che poi sarà decisivo nel finale. Continua a martellare la difesa di casa senza sosta, con Markovic che non sa più a che santo rivolgersi per arginarlo. Chiude la sua prestazione da MVP con 18 e 7 rimbalzi. 

Jordan Bayehe 5: l’unico anello debole della catena trentino, proprio lui che in estate era ad un passo dall’indossare la canotta di Sassari, prima di accettare la corte di Galbiati. Prestazione anonima per l’ex Brindisi, mai presente nel pitturato. Si fa notare solamente per una tripla estemporanea nella ripresa e poi più nulla.

Eigirdas Zukauskas 5.5: parte subito forte, forse stimolato dal derby contro Bendzius, piazzando in serie due belle triple nel primo periodo e togliendosi lo sfizio di stoppare Renfro. Poi si eclissa, non solo in attacco, ma anche in fase difensiva, emulando forse troppo il suo connazionale dall’altra parte e diventando anche lui un gatto di marmo. 

Giovanni Olmeo

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