- Nell’ottica di semplificare il sistema attuale di incentivi rivolti alle imprese, arriva il Codice unico degli Incentivi, secondo una riforma voluta dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
- Viene proposta una riorganizzazione specifica degli strumenti digitali utili sia alle amministrazioni che alle imprese per navigare tra gli incentivi, seguendo tutte le fasi dal momento della pubblicazione all’erogazione.
- Il Ministero intende porre un focus importante sui risultati, ovvero sull’andamento di determinati incentivi.
Nuove semplificazioni in arrivo per le imprese che intendono accedere ad agevolazioni e incentivi a loro rivolte e per le amministrazioni che li gestiscono. Si parla del nuovo Codice unico degli Incentivi1, volto a mettere ordine tra le molteplici iniziative dello Stato Italiano rivolte alle aziende. La novità ha ricevuto recentemente l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, secondo la Legge n. 160 del 27 ottobre 2023.
Da un lato si intende coordinare al meglio le nuove iniziative proposte alle imprese, con una semplificazione specifica per l’accesso, dall’altro l’obiettivo è quello di riorganizzare il modo in cui vengono erogate e gestite le agevolazioni, con maggiore controllo sui risultati ottenuti.
Si intende creare un vero e proprio Sistema Incentivi Italia con servizi appositi per fornire supporto alle diverse operazioni che sono necessarie durante il ciclo di vita del singolo incentivo. Procedure unificate e semplificazione sono le parole d’ordine intorno a questa riforma: vediamo cosa cambierà nel prossimo futuro.
Codice unico degli Incentivi: la riforma
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy intende promuovere una vera e propria riforma intorno all’attuale sistema di incentivi e agevolazioni proposte alle imprese. Negli ultimi anni in Italia sono infatti stati introdotti numerosi bonus, ma anche agevolazioni di tipo fiscale, contributi a fondo perduto e sostegni mirati alle imprese.
Si tratta sia di iniziative statali che regionali o suddivise per zona (pensiamo ad esempio alla ZES Unica per il Sud). Intorno a queste iniziative, è necessario per le imprese informarsi al meglio su quelli che sono i requisiti di accesso a tali sostegni, le date entro cui presentare eventualmente un business plan, le scadenze e gli obblighi. Una rete fitta di normative che non sempre è di facile consultazione.
Il nuovo sistema potrebbe superare la frammentazione attualmente presente intorno alle misure agevolative, con un intervento in linea con la direzione intrapresa anche dal PNRR e a livello europeo.
Il Codice unico degli Incentivi mira a fornire maggiore organizzazione sia per le pubbliche amministrazioni che per gli imprenditori che intendono avvalersi di sostegni statali, portando ad una maggiore chiarezza e trasparenza in tutti i passaggi. Per farlo, il Ministro Adolfo Urso ha proposto diversi strumenti.
1. Strumenti digitali per organizzare gli incentivi
I mezzi offerti dal digitale sono al primo posto nell’ottica di riorganizzazione degli incentivi: si prevede un potenziamento del Registro nazionale degli aiuti di Stato e un utilizzo più centrale del sito Incentivi.gov.it, che rispondono direttamente al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Al momento questo sito web offre un semplice strumento di ricerca per trovare l’incentivo più adatto alla situazione specifica, oltre a sezioni dedicate agli aspiranti imprenditori, imprese e professionisti, cittadini o enti.
La piattaforma dispone di un catalogo specifico con le iniziative disponibili suddivise per categoria, ad esempio dedicando una parte apposita alle misure per l’imprenditoria femminile, una per la sostenibilità ambientale, una per l’innovazione e la ricerca e così via.
Al momento il sito si presenta come un vero e proprio motore di ricerca, ma presto potrebbero essere introdotte ulteriori strumentazioni e semplificazioni che prendono in considerazione l’intero iter di un’agevolazione.
2. Introduzione di un bando standardizzato
L’idea di fondo del nuovo Codice unico degli Incentivi è anche quella di standardizzare diverse procedure e processi che al momento risultano diversificati e frammentati. Questo può essere fatto attraverso l’introduzione di un “bando-tipo”, come viene definito dal MIMIT.
Si parla quindi di una modalità più omogenea di presentare un bando accessibile da parte delle imprese. Questo passaggio potrebbe facilitare la consultazione dei diversi incentivi statali, regionali o erogati a zone specifiche d’Italia, limitando la dispersione delle informazioni.
Verranno indicate anche le cause di esclusione da determinati bandi, con l’applicazione di una stretta per ciò che riguarda le aziende in presenza di cause interdittive specifiche o in base alla trasparenza sul versamento di imposte e contributi.
3. Strumenti di pianificazione e monitoraggio dei risultati
Il MIMIT intende anche portare avanti nuovi strumenti di programmazione degli incentivi, orientati ad una visione complessiva che passa anche attraverso l’analisi dei risultati. In questo modo le amministrazioni procederanno secondo un preciso calendario e con una pianificazione attenta.
L’orientamento ai risultati è centrale nella riforma, che prevede anche un Programma Triennale degli Incentivi con attività di monitoraggio specifico orientate a individuare l’effetto delle misure nel tessuto imprenditoriale.
Un Tavolo permanente degli incentivi sarà istituito appositamente a questo scopo, con una razionalizzazione dei processi, volta ai risultati. Queste iniziative mirano anche a proporre alle aziende un punto di riferimento centrale per ottenere le informazioni necessarie ad accedere alle misure proposte dallo Stato.
La valutazione dei risultati inoltre consentirà agli enti pubblici di amministrare con più efficienza le iniziative andando ad aggiustare il tiro in base ai dati raccolti e all’interesse delle imprese verso le agevolazioni.
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