(AGENPARL) – Roma, 2 Novembre 2024
L’intelligenza artificiale rappresenta una delle sfide più complesse e affascinanti della nostra epoca, con impatti profondi su lavoro, educazione, politica e società. In Italia, il dibattito su come affrontare i rapidi sviluppi tecnologici è sempre più acceso, coinvolgendo il governo, le istituzioni e le aziende. Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare l’onorevole Marinella Pacifico, parlamentare impegnata su temi legati all’innovazione e alle politiche sociali, per raccogliere le sue opinioni su alcuni degli aspetti più cruciali legati all’IA. Con il suo approccio lucido e pragmatico, l’onorevole Pacifico offre una prospettiva chiara sulle opportunità e sui rischi che l’intelligenza artificiale porta con sé, dal futuro del lavoro all’istruzione, fino alla regolamentazione etica e alla necessità di politiche che sostengono la competitività italiana in questo campo emergente.
Domanda. Qual è il suo punto di vista sul ruolo dell’intelligenza artificiale nel futuro del mercato del lavoro? Crede che le istituzioni italiane siano pronte ad affrontare i cambiamenti che l’IA porterà?
Marinella Pacifico. Allo stato dell’arte l’IA non ha rivoluzionato, nel senso piu accentuato del termine, il mercato del lavoro ma ha portato e sta portando senza dubbio innovazione nonché un nuovo modo di concepirlo. Basti pensare alla produzione di componenti nel settore tecnologico come i nuovi modelli di processori e di GPU della società NVIDIA, leader nel settore schede grafiche che sta innovando moltissimo con la sua produzione con IA integrata, ma anche quelli di Intel e AMD. Bisogna anche rilevare la crescita notevole del mercato italiano, con circa il 30% di fatturato in più rispetto allo scorso anno. Soprattutto da parte delle grandi aziende c’è la volontà di sperimentare un mercato innovativo e in crescita. Dal punto di vista istituzionale l’Italia sta cercando di inserirsi nel settore integrando gli sviluppi tecnologici sulla scia delle industrie cinesi e americane, anche se l’incontro della presidente del consiglio Giorgia Meloni con uno dei padri della nuova frontiera delle IA Elon Musk, che ha avanzato la possibilità di investimento in Italia per la creazione di un grande hub di innovazione per il nostro paese e tutta l’Europa, ha aperto nuove prospettive di cui non sappiamo ancora modalità e costi. Di sicuro i progressi di Stati Uniti e Cina tracceranno la via per l’Italia e il resto dell’Occidente.
Domanda. Come pensa che l’IA possa essere utilizzata in ambito educativo per migliorare l’apprendimento senza compromettere l’importanza del ruolo umano degli insegnanti?
Marinella Pacifico. Ci sono molti strumenti legati all’intelligenza artificiale che potrebbero tornare utili in ambito educativo. I vari modelli specializzati di apprendimento linguistico, la creazione di mappe concettuali che mirino a focalizzare l’attenzione su tutti i punti intermedi al raggiungimento di un obbiettivo. Purtroppo però troppo spesso vedo utilizzare le AI in modo inappropriato soprattutto in ambito lavorativo. Come si fa a delegare a una AI la stesura di documenti e di contratti o la compilazione di un codice scritto in ambito di programmazione, ma anche solo la scrittura di una mail? Lo ritengo rischioso. Far svolgere alle AI tutti quei compiti, che richiederebbero studio e approfondimento può trasformarsi in una perdita di controllo delle informazioni diffuse, un prezzo troppo alto a fronte di un risparmio di tempo lavorativo. Occorre prudenza, soprattutto per i più giovani, perché non capire cosa si stia facendo e abituarsi a farlo rischia seriamente di compromettere la capacità di analisi dei singoli individui. Quindi non credo che possa essere perduto il ruolo dei docenti.
Domanda. In merito all’intelligenza artificiale, quali sono secondo lei i rischi principali che potrebbero emergere in ambito etico e legislativo, e come il governo dovrebbe regolamentare questo settore in crescita?
Marinella Pacifico. Non penso che attualmente il governo sia in grado di regolamentare una forza e un settore che non sono definiti neanche per se stessi. Per fare fronte a questo “vulnus” bisogna avvalersi di professionisti altamente qualificati che seguano lo sviluppo dei vari modelli stimando approssimativamente il punto d’arrivo. La regolamentazione necessaria è un tema assai spinoso, perché si stratta di decidere quali saranno i limiti di un modello. Problema non facile. Possiamo permettere oppure no che una IA ci dica come improvvisare la costruzione di un ordigno esplosivo? La questione morale ci pone il limite del rispetto dei diritti umani che una politica utilitaristica potrebbe invece travalicare ed è qui la sfida più difficile da superare.
Domanda. Ritiene che l’Italia sia sufficientemente preparata per competere a livello internazionale nello sviluppo di tecnologie legate all’intelligenza artificiale? Quali investimenti o politiche potrebbero accelerare il nostro progresso in questo campo?
Marinella Pacifico. Come accennato, i colloqui intercorsi tra Meloni e Musk potrebbe cambiare il corso degli eventi e l’Italia può effettivamente diventare uno tra i player favoriti per gli sviluppi futuri, ma tutti ci chiediamo a quale prezzo. Ogni imprenditore è orientato al profitto e non credo che Elon Musk investi per motivi diversi, pertanto bisogna ponderare bene il vantaggio economico e professionale per il nostro paese perché il valore aggiunto in ricchezza e prestigio per il magnate è indubbio. Bisogna evitare che il governo faccia un passo falso, che sarebbe inoltre una grande delusione per tutte quelle ragazze e quei ragazzi che investendo in una professione dal futuro più prospero si potrebbero trovare poi in un sistema industriale fatto di aziende straniere finalizzato all’esportazione di risorse umane e finanziarie fuori dall’Italia e dalla UE con l’unico obiettivo di massimizzare i profitti.
Comunque ritengo che seppure l’Italia non sia in grado di competere con Cina e USA potrebbe beneficiare di strumenti legati all’IA per potenziare i servizi regionali e nazionali. La politica in tal senso sarà decisiva e mi auguro che l’attuale governo sia all’altezza di tale compito.
Domanda. Che impatto pensa possa avere l’intelligenza artificiale sul giornalismo e sulla diffusione delle informazioni? Come si possono combattere le fake news e garantire l’uso responsabile di strumenti come i modelli linguistici?
Marinella Pacifico. Purtroppo non c’è modo di dare una risposta univoca. Le cosiddette fake news nascono molto tempo prima delle IA, ma indubbiamente ora trovano un ambiente eccezionale per proliferare. Qui si tratta di stabilire cosa sia una fake news, perché spesso non è chiaro. Se tutto ciò che va contro le istituzioni o una certa politica è considerato fake news, viene il sospetto che un’informazione sia “fake” solo perché non si vuole che venga presa in considerazione e solitamente sono gli stessi organi mainstream a considerarle tali. Pertanto questo passaggio dovrà rimanere aperto, perché ad oggi è inimmaginabile supporre che ci sia o ci sarà un modo per distinguere un’informazione vera da una che non lo sia, soprattutto perché chi diffonde è interessato a indirizzare l’opinione pubblica. Sicuramente però questa differenza ci aiuterà a riconoscere una società evoluta distinguendola da tutte le altre.
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