Borsa: stallo in Europa su testa a testa Harris-Trump, a Milano (-0,4%) banche sugli scudi #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Corre ancora Essilux (+3,2%) su ipotesi ingresso Meta

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 04 nov – L’ipotesi che
le elezioni Usa possano risolversi solo al fotofinish, o
peggio che possa esserci un esito incerto anche dopo la
chiusura delle urne, suggerisce prudenza ai mercati su
entrambe le sponde dell’Atlantico, con quelli europei che
alla vigilia del voto chiudono sottotono una seduta vissuta
senza sussulti. Sullo sfondo restano le tensioni in Medio
Oriente, il rimbalzo del petrolio grazie al rinvio dell’Opec
sull’aumento della produzione di barili e l’avvicinarsi della
riunione Fed su tassi. Ma gli occhi sono su tutti sul testa a
testa negli ultimi sondaggi tra Kamala Harris e Donald Trump,
che rende incerto il risultato finale (e, di conseguenza,
anche l’atteggiamento dei mercati, che per ora restano alla
finestra).

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib termina la seduta con un
passivo dello 0,4% ma limita i danni grazie alla corsa dei
bancari, da Bper (+1,3%) a Banco Bpm (+0,8%). All’opposto
soffrono auto e industria, mentre in fondo St (-3,1%) scivola
dopo che Hsbc e Morgan Stanley ne hanno tagliato il target
price. Si salva Saipem, piatta, dopo l’upgrade di Jefferies.

Sulla parita’ Eni (-0,1%) che ha perfezionato la cessione a
Hilcorp del 100% di alcuni asset detenuti in Alaska per un
valore di 1 miliardo di dollari. A Parigi corre ancora
Essilux (+3,2%) su nuovi rumors relativi all’ingresso di Meta
nel suo capitale. Debole Moncler (-2,1%) che ha smentito
eventuali interessi per la britannica Burberry (+5,6% a
Londra).

Sul mercato valutario, il cambio l’euro/dollaro si attesta a
1,088 (da 1,084 in chiusura venerdi’), l’euro/yen a 165,54
(165,93), con il cross dollaro/yen e’ a 152,02 (152,94). Gas
a 40,2 euro al MWh (+2,5%). In rialzo, infine, per il
petrolio con il Brent gennaio a 74,5 dollari al barile
(+1,9%) e il Wti dicembre a 70,9 dollari (+2,1 per cento)
dopo che i Paesi membri dell’Opec+, tra cui l’Arabia Saudita
e Russia, hanno rimandato il gia’ previsto incremento della
produzione.

Enr-

(RADIOCOR) 04-11-24 17:39:20 (0513)NEWS,ENE,PA,IMM,ASS 3 NNNN