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Progetto di vita, caregiver e pensioni di inabilità: le 10 richieste della Fish per la legge di bilancio #finsubito prestito immediato


«Non si scorge alcuna risorsa quantitativamente appropriata per l’applicazione concreta delle due grandi riforme strutturale del nostro Paese, la legge di riforma sulla non autosufficienza e la legge di riforma sulla disabilità, sebbene oggi nel nostro paese vivano oltre 5 milioni di persone con disabilità. Se non vi è reale volontà da parte del Governo e del Parlamento tutto di dimostrare un impegno concreto e coerente nell’individuare risorse necessarie e indispensabili a soddisfare i bisogni dei nostri cittadini e cittadine con disabilità, garantendo loro diritti e pari opportunità, non possiamo che ritenere irricevibile gli interventi strutturali previsti all’interno del disegno di legge oggi in esame»: così afferma la Federazione italiana per il superamento dell’handicap nel documento che ha depositato oggi in Parlamento con le sue osservazioni e proposte per la legge di bilancio 2025.

Le audizioni del Terzo settore

Legambiente, Wwf, Sbilanciamoci, Caritas, Fondazione Migrantes, Federazione italiana per il superamento dell’handicap-Fish, Federazione Nazionale Associazioni Nazionali delle persone con disabilità-Fand, Fondazione Airc, Forum nazionale del Terzo Settore, Forum Nazionale delle Associazioni Familiari, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile-ASviS, Alleanza contro la povertà: sono le realtà del Terzo settore audite questa mattina dalle commissioni Bilancio della Camera e del Senato per discutere sulla legge di bilancio 2025.

Disabilità e povertà

«I fondi attualmente stanziati risultano del tutto insufficienti a coprire i reali bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Chiediamo con forza un incremento del Fondo per la Non Autosufficienza, una misura essenziale per sostenere chi necessita di assistenza continua e per alleviare il peso che grava sulle famiglie», ha sottolineato Vincenzo Falabella, presidente Fish e consigliere Cnel. «È indispensabile investire in servizi che permettano alle persone di vivere in modo indipendente e di scegliere dove e con chi vivere, come previsto dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Servono interventi mirati per ridurre le diseguaglianze sociali ed economiche che colpiscono soprattutto le famiglie in cui è presente una persona con disabilità e che risultano ancor più gravi nelle diverse aree geografiche del Paese».

La Fish ha ricordato come dei circa 3 milioni di famiglie con almeno un componente con disabilità presenti in Italia (sono oltre il 12% delle famiglie complessive), ben un quinto versi in condizioni di deprivazione, con molti nuclei che vivono in condizioni di emarginazione e, in alcuni casi, di segregazione. I costi dell’assistenza e delle cure mediche si traducono in un notevole impatto economico sulle famiglie, ostacolando il loro percorso verso condizioni di vita dignitose. Inoltre, il peso dell’assistenza quotidiana grava pesantemente sui familiari, in particolare sulle donne – madri, mogli, sorelle – limitandone le opportunità di lavoro, formazione e istruzione, con il rischio di una continua perpetuazione delle condizioni di povertà.

«L’obiettivo è sollecitare il Parlamento a mettere in campo quelle politiche di intervento indispensabili per ridurre le disuguaglianze che si sono venute a creare nel Paese: la disabilità oggi incide in maniera negativa sull’economia delle famiglie e sulle stesse persone con disabilità. È importante intervenire strutturalmente su fondi che possano garantire livelli essenziali delle prestazioni sociali, di modo che si arrivi quanto prima possibile alla costruzione di un Welfare che riconosca il valore di ogni singolo cittadino oltre che proteggerlo».

Le richieste della Fish

Di seguito le principali richieste presentate dalla Federazione.

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  1. Incremento di 500 milioni del fondo per la non autosufficienza. Oggi il FNA ha una copertura di 822 milioni di euro nel 2022, 865,3 nel 2023 e 913,6 milioni di euro nel 2024, già ripartiti fra le Regioni (848.960.000 euro +14.640.000 euro per vita indipendente + 50 milioni di euro per potenziamento dei Punto Unico di Accesso). Il Fondo è nato per garantire l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali (Leps) su tutto il territorio nazionale, con risorse aggiuntive rispetto a quelle destinate alle prestazioni ed ai servizi a favore delle persone non autosufficienti da parte delle Regioni o dagli enti locali. Tali risorse, tuttavia, non appaiono sufficienti a garantire tale scopo e pertanto è assolutamente necessario il suo incremento.
  2. Creazione di un fondo specifico per le persone con disabilità non autosufficienti non anziane. Sul FNA c’è un ulteriore elemento di criticità: «Poiché questo fondo servirà anche a garantire gli interventi previsti dalla riforma sugli anziani non autosufficienti, resterà di fatto scoperta una platea ingente di persone con disabilità non autosufficienti che fino al 2024 potevano attingere a tale fondo. Per questo è necessario aumentare detto fondo, prevedendo un fondo specifico per le persone con disabilità non autosufficienti non anziane». L’emendamento proposto dalla Fish per questo prevede che il Fondo per le non autosufficienze sia «incrementato di 500 milioni di euro da destinare a persone con disabilità non autosufficienti di età inferiore ai 70 anni».
  3. Incremento di 100 milioni del fondo per le non autosufficienze per i progetti di vita indipendente. Attualmente il Fondo per la vita indipendente è ricompreso nel fondo per le non autosufficienze, con 14,6 milioni di euro destinati a finanziare progetti di Vita Indipendente e utilizzabili solo su 186 ATS a fronte di 560 ATS presenti su tutto il territorio nazionale.
  4. Incremento di 100 milioni del fondo per l’implementazione dei progetti di vita. È la novità della riforma della disabilità, che la stessa Fish valuta come «strategico». L’art. 31 del D.lgs. n. 62/24 istituisce il Fondo per l’implementazione dei progetti di vita, finalizzato all’implementazione dei progetti di vita che prevedono l’attivazione di interventi, prestazioni e sostegni non rientranti nelle unità di offerta del territorio di riferimento. Tale Fondo ha al momento una dotazione di 25 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2025, «ma tale copertura risulta assolutamente non congrua a realizzare la finalità enunciata dallo stesso decreto. Pertanto, si ritiene che tale Fondo vada implementato», scrive Fish.
  5. Incremento di 40 milioni del fondo nazionale per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione. Tale fondo oggi ammonta a 200 milioni di euro, di cui 100 milioni in favore dei Comuni (fino alla scuola secondaria di primo grado) e 100 milioni in favore delle Regioni o le ex Province (per le scuole secondarie di secondo grado). «Tali risorse non appaiono, tuttavia, sufficienti a coprire il fabbisogno necessario, con conseguente riduzione o addirittura negazione del servizio da parte degli Enti pubblici. Ciò, con inevitabile danno nei confronti degli alunni e degli studenti con disabilità che si trovano spesso privati di indispensabili supporti per poter godere a pieno del proprio diritto fondamentale allo studio e all’inclusione scolastica».
  6. Incremento di 100 milioni del fondo destinato alla copertura finanziaria degli interventi legislativi per il caregiver familiare. In attesa che si arrivi finalmente all’approvazione di una legge ad hoc, la legge di bilancio 2021 ha istituito un fondo per la copertura finanziaria degli interventi legislativi per il riconoscimento dell’attività di cura non professionale svolte dal caregiver familiare: la copertura iniziale era di 30 milioni di euro l’anno, poi aumentata a 50 milioni ciascun anno del triennio 2022-2024. La richiesta della Fish è di incrementare tale fondo di 100 milioni di euro. La Fish sottolinea inoltre che «diviene sempre più cogente l’esigenza di dotare lo Stato italiano di una legge nazionale per il riconoscimento del valore e del ruolo dei caregiver familiari nella cura e supporto delle persone con disabilità e delle persone non autosufficienti all’interno del loro percorso di vita e di approntare quindi tutele a favore dei caregiver stessi, all’interno di un sistema integrato di presa in carico della persona con disabilità e del caregiver».
  7. Innalzamento delle soglie reddituali oltre cui un figlio con disabilità smette di essere a carico. Per accedere ad alcuni benefici fiscali sono attualmente considerati “familiari a carico” quei componenti della famiglia che non superano il reddito annuale pari a soli 2.840,51. Per i figli di età non superiore a 24 anni tale limite di reddito complessivo è stato elevato, dal 1° gennaio 2019, a 4.000 euro. «Una soglia reddituale il cui ultimo aggiornamento è risalente a più di 25 anni fa non può in alcun modo essere, ad oggi, considerata idonea a rispecchiare la situazione socioeconomica attuale e reale», scrive la Fish. La proposta è di aumentare a 6mila euro la soglia entro cui un figlio con disabilità è a carico, introducendo appunto tale nuovo valore sia per i figli fino a 24 anni sia per quelli con disabilità senza limite di età.
  8. Incremento di 80 milioni del fondo nazionale per l’inserimento lavorativo. I dati sull’inclusione lavorativa delle persone con disabilità mostrano ancora parecchie criticità, ancora più avvertite dalle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo. Un incremento del Fondo di almeno 80 milioni di euro (oggi la sua capienza è di 73 milioni) risponde all’esigenza di rafforza il sistema del collocamento mirato e l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità.
  9. Incremento fino a 100 milioni del fondo per il dopo di noi. Il fondo ha una dotazione strutturale, dal 2021, pari a 76,1 milioni di euro, che, tuttavia, va ulteriormente incrementata, in considerazione della fondamentale importanza degli obiettivi della legge. Di fondamentale importanza è dare continuità e certezza di risorse alle progettualità già avviate: «sarebbe del tutto frustrante ed anche lesivo dei diritti interrompere o limitare percorsi di autonomia e vita indipendente attivati proprio grazie alle misure previste e finanziate in forza della legge 112».
  10. Incremento della pensione di inabilità e dell’assegno di assistenza riconosciuto alle persone invalidità/cecità e sordità civile. La Fish ritiene che l’aumento di tali provvidenze economiche non sia più rinviabile, dato che nel 2024 queste si sono assestate in un importo mensile per le persone con invalidità pari a soli 333,33 euro: l’inflazione e il generale aumento del costo della vita hanno ridotto significativamente il potere d’acquisto degli assegni, lasciando molte persone al di sotto della soglia di povertà. La proposta della Fish è quella di portare la pensione di inabilità e l’assegno di assistenza riconosciuto alle persone invalidità/cecità e sordità civile ad un importo mensile di euro 433,33 euro.

Foto Anffas Padova

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