Franco Callegati è presidente dell’incubatore di imprese Cesenalab, professore ordinario presso il dipartimento di Informatica, nella sede di Cesena dell’Università, e si occupa attivamente di trasferimento tecnologico.
Professor Callegati, il 23 ottobre, la Camera ha approvato la nuova legge per la promozione e lo sviluppo delle start up; tra le misure, sono previste più agevolazioni agli incubatori certificati come Cesenalab.
“Grazie alla certificazione, siamo nel circuito di Invitalia, e questo ci permette di fornire alle start up servizi in maniera più agile e semplificata. La certificazione è percepita dal mondo delle start up come una garanzia di qualità del supporto”.
In termini di servizi, come è evoluta nel tempo Cesenalab?
“Dal puro e semplice supporto materiale, in tema di spazi, c’è stata sicuramente un’evoluzione verso una maggiore poliedricità dei supporti che l’incubatore può offrire. Dal mio punto di vista, è proprio la figura dello startupper che è andata evolvendo. Sempre più di frequente Cesenalab entra in contatto con aspiranti imprenditori non giovanissimi, più consapevoli, che a volte provengono da un’esperienza professionale già consolidata. Viene fornita formazione sul mondo delle start up e su come muoversi al suo interno”.
Si sa che brevetti e marchi aiutano le start up ad attrarre investimenti. Offrite supporto anche su questi aspetti?
“Su questi aspetti Cesenalab non offre un supporto diretto, perché non ha competenze interne per farlo. Si avvale di studi e professionisti, con i quali intrattiene relazioni, non necessariamente di esclusiva. Posso confermare che si tratta di aspetti estremamente importanti, soprattutto nelle fasi di seed o early stage di una start up”. Qualche numero?
“Non abbiamo una statistica sui brevetti, perché le start up stanno da noi un periodo breve. Al momento abbiamo incubate 13 start up, per un totale di 93 in 11 anni. Il tasso di fallimento, dato nazionale, nei primi 4 anni di vita è del 90 %. In provincia i dati sono un po’ più confortanti”.
Frammentazione degli incubatori; da un po’ di tempo aleggia l’ipotesi di una confederazione. Quali potrebbero essere gli elementi favorevoli perché ciò accada?
“In occasione del bando regionale di finanziamento, che inietta una quantità di denaro consistente nel sistema, è stata adottata una strategia ‘pilota’: anziché presentare un progetto singolo, abbiamo preferito partecipare assieme a Ravenna Innovation Lab e a Contamination Lab di Faenza. La sfida è unire le forze per costruire un ecosistema dove, nell’economia complessiva della vita di una start up, i vari attori si collocano in punti diversi. Secondo me è questa la strada da percorrere”.
La collaborazione è il tratto distintivo del suo mandato.
“Luciano Margara è stato l’ideatore di Cesenalab; Dario Maio, grazie alla sua esperienza, ne ha consolidato le attività. A me spetta il compito di cercare di pilotarne l’evoluzione verso lo scenario di collaborazione”.
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