«Anche Porto Torres ha dato il suo contributo di giovani vite nella prima guerra mondiale, con 66 ragazzi che sono morti in combattimento e non sono potuti tornare a casa dai loro cari e dalle loro famiglie, i cui nomi abbiamo inciso in una lapide di marmo e posto all’ingresso del nostro palazzo comunale affinché il loro sacrificio non possa essere mai dimenticato». Parole del sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas, in occasione della cerimonia del 4 novembre dedicata alla Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate.
Dopo la santa messa, celebrata da monsignor Salvatore Masia, presso la chiesa della Beata Vergine della Consolata, il primo cittadino insieme ad alcuni rappresentanti dell’amministrazione comunale, come da tradizione, ha reso onore alla memoria di tutti i caduti della Grande Guerra con una celebrazione solenne che si è tenuta in piazza Umberto I° con il raduno delle autorità militari, civili e religiose e dei rappresentanti delle Associazioni combattentistiche davanti al monumento dei caduti.
«Oggi il mondo attraversa un momento storico difficile e incerto, – ha aggiunto Mulas – non solo per la crisi economica che fatica a risolversi, ma anche per i numerosi conflitti che caratterizzano molti territori e che devono spingerci ad impegnarci nella difesa e nella esportazione degli ideali e dei valori democratici».
Il rito ha avuto inizio con l’Alzabandiera e l’esecuzione dell’inno nazionale, seguiti dalla lettura della Preghiera del Combattente da parte del presidente dell’associazione Combattenti e Reduci, Moreno Nocco e, successivamente, con la lettura della motivazione della medaglia d’oro al valore militare del Milite Ignoto da parte del presidente dell’associazione dei Paracadutisti d’Italia Luciano Meloni. Al termine il corteo ha raggiunto il cimitero di via Balai dove sono state deposte le corone d’alloro sulle tombe del carabiniere Walter Frau e del finanziere Salvatore Cabitta, entrambi decorati con la medaglia d’oro al valore militare.
Walter Frau era caduto, con il collega Ciriaco Carru, nel 1995 nel corso di un conflitto a fuoco con una banda di rapinatori a Chilivani; Salvatore Cabitta, disarmato e in libera uscita, nel 1966 era stato assassinato dai componenti di una banda di terroristi altoatesini.
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