Anche se la manovra finanziaria deve ancora essere approvata definitivamente, dal momento che si trova alle Camere e precisamente a Montecitorio per i primi emendamenti, una misura di pensionamento anticipato è ormai praticamente certa di essere inserita nuovamente nel nostro sistema. Infatti, l’Ape Sociale, che doveva scadere il 31 dicembre 2024, è prorogata fino al 2027. Tutto previsto dal decreto fiscale, cioè dal solito atto di governo collegato alla Legge di Bilancio. Questo vuol dire che è ormai praticamente certo che, anche dal primo gennaio 2025, ci saranno lavoratori che, con 63 anni e 5 mesi di età, potranno andare in pensione con questa misura basata sul lavoro gravoso.
Ecco alcuni chiarimenti sull’Ape sociale 2025
Sull’Ape Sociale, però, ci sono alcuni cittadini che ci chiedono se qualcosa cambierà dal punto di vista dei requisiti, e soprattutto se, come successe qualche anno fa, verranno estese, come qualcuno vorrebbe, le categorie a cui la misura viene assegnata. Un tipico esempio è un nostro lettore che ci chiede se effettivamente la sua attività lavorativa rientrerà tra quelle che potenzialmente possono dare diritto all’Ape Sociale.
“Buonasera, sono Renato, un vostro affezionato lettore che ha un quesito da porvi. Io compio 63 anni e 5 mesi di età, ma mi trovo in una condizione di dubbio relativamente alla pensione con l’Ape Sociale. Anche se maturo esattamente i requisiti che servono, perché ho già superato 36 anni di contributi versati e compio a febbraio 63 anni e 5 mesi di età, mi chiedevo se effettivamente la mia attività lavorativa rientra tra le mansioni usuranti.
Sono un OSS ed effettivamente lavoro su turni in ospedale anche di notte. Non capisco perché gli infermieri che lavorano insieme a me possono andare in pensione e io, a quanto pare, no. Alcuni miei colleghi anni fa andarono in pensione come OSS proprio con l’Ape Sociale. Non è che per caso le attività di lavoro gravoso nella nuova Ape Sociale verranno aumentate così da farmi rientrare?”
Pensioni anticipate lavoro gravoso 2025: requisiti ed elenco dei lavori gravosi
Per quanto concerne il lavoro gravoso, che è una delle categorie a cui l’Ape Sociale è assegnata, ci sono da fare alcuni chiarimenti, anche perché negli anni qualcosa è cambiato sulla misura e questo ha prodotto un po’ di confusione.
Svolgere un’attività di lavoro considerata gravosa dà diritto all’Ape Sociale. Quindi, con questa misura, possono uscire dal lavoro quanti svolgono una delle 15 attività previste, che compiono almeno 63 anni e 5 mesi di età e hanno maturato almeno 36 anni di contributi versati. Detto ciò, bisogna già prendere le distanze da un credo collettivo che reputa le medesime categorie di lavoro che danno diritto alla Quota 41 per i precoci utili anche all’Ape Sociale. Nulla di più sbagliato.
Perché, per esempio, chi svolge un lavoro usurante non rientra tra le categorie a cui l’Ape Sociale è assegnata, ma rientra nella Quota 41 per i precoci. Anche perché per l’Ape Sociale non ce ne sarebbe motivo, dal momento che per i lavori usuranti c’è uno scivolo particolare che consente di andare in pensione con 35 anni di contributi versati già al raggiungimento di 61 anni e 7 mesi di età, cioè a un’età più bassa rispetto all’Ape Sociale.
Lavori gravosi e Ape sociale 2025
Tornando al quesito del nostro lettore, le 15 categorie di lavoro gravoso previste oggi sono anche quelle che saranno in vigore nel 2025. Il suo lavoro non rientra tra le categorie previste, ed anche se fa riferimento agli infermieri, va detto che non tutti gli infermieri rientrano nell’Ape Sociale. Infatti, vi rientrano solo gli infermieri e le ostetriche che lavorano nelle sale operatorie e nelle sale parto in turni. Detto questo, nel dettaglio, le attività lavorative gravose previste dalla normativa vigente e utili per l’Ape Sociale sono:
- Conciatori di pelli e pellicce
- Operai agricoli
- Operai siderurgici
- Infermieri ed ostetriche
- Addetti ai servizi di pulizia
- Operatori ecologici e netturbini
- Operai edili
- Gruisti e conducenti di macchinari per le perforazioni in edilizia
- Macchinisti dei treni e personale di ferrovia viaggiante
- Addetti all’assistenza di persone non autosufficienti
- Facchini
- Maestre ed educatori di asili e scuole per l’infanzia
- Camionisti
- Marittimi
- Pescatori
Misura transitoria, in attesa della vera pensione
Gli interessati, per avere accesso all’Ape Sociale, devono aver svolto l’attività di lavoro gravoso non certo in maniera saltuaria o per pochi anni.
Infatti, il lavoro gravoso ammette al pensionamento con l’Ape Sociale solo se si è svolto in sette degli ultimi dieci anni di carriera. In pratica, chi deve uscire nel 2025 deve avere almeno sette anni di lavoro gravoso svolto a partire dal 2015. Unica alternativa ammessa è il lavoro gravoso svolto in sei degli ultimi sette anni.
In questo caso, chi intende uscire nel 2025 con l’Ape Sociale deve avere almeno sei anni di lavoro gravoso svolto dal 2018. Questo punto, che molti sottovalutano, è molto importante perché basta poco per essere esclusi dalla prestazione.
Ecco alcune limitazioni dell’Ape sociale
Si ricorda inoltre che l’Ape Sociale è una misura che accompagna alla pensione ma non è una vera e propria misura previdenziale. In effetti, si tratta di una prestazione che è erogata in attesa che l’interessato compia i suoi primi 67 anni di età. In quel caso, la prestazione decade e l’interessato deve presentare la domanda di pensione di vecchiaia vera e propria. La misura continua anche nel 2025 ad essere assai particolare perché priva di maggiorazioni sociali, assegni familiari e di tredicesima mensilità.
Inoltre, è una prestazione che non può essere reversibile in caso di decesso prematuro del beneficiario e non può superare i 1.500 euro al mese. Oltretutto, la misura come importo non si rivaluta annualmente al tasso di inflazione. Chi va in pensione con l’Ape Sociale non può svolgere alcuna attività lavorativa sia da dipendente che da autonomo.
L’unica attività che si può sfruttare per arrotondare la pensione è il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito aggiuntivo per anno solare.
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