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Meloni: «Sto male ma lavoro perché non ho particolari diritti sindacali». Messaggio a Confindustria: «Italia solida ma no ai trionfalismi» #finsubito prestito immediato


di
Redazione Online

Il messaggio della premier letto durante la trasmissione Un giorno da pecora. Schlein: basta fare la vittima. La premier rivolta agli industriali:  «Manovra ispirata a buonsenso, obiettivo consolidare cammino crescita»

La premier Giorgia Meloni è stata indirettamente protagonista di un siparietto a Un giorno da pecora

Ospite della trasmissione di Rai Radio1, il deputato di FdI Marco Osnato, presidente della commissione Bilancio, ha assecondato i conduttori Geppi Cucciari e Giorgio Lauro inviando un messaggio alla presidente del Consiglio per chiederle come stesse dopo giorni alle prese con l’influenza. 
«Sono stato costretto da quelli di Un giorno da pecora a chiederti come stai», il messaggio inviato e letto in diretta da Osnato, che pochi minuti dopo ha ricevuto e riferito la risposta di Meloni: «Male in verità, ma non avendo particolari diritti sindacali sono a Budapest per il Consiglio europeo a fare il mio lavoro».




















































Qualche ora più tardi è arrivata la reazione della leader del Pd, secondo cui «il clima di scontro e di delegittimazione delle organizzazioni sindacali fomentato dal governo è del tutto inaccettabile». «Da giorni ormai la destra se la prende con Cgil e Uil per aver indetto lo sciopero generale contro la manovra, con un attacco gravissimo al diritto di sciopero garantito dalla Costituzione», sottolinea Elly Schlein, parlando di «un’arroganza e una protervia senza fine, cui oggi si aggiunge la battuta di scherno della presidente Meloni che lamenta di non avere diritti sindacali». Con i sindacati la premier (che domani dall’Ungheria volerà a Milano per Eicma, la fiera delle due ruote) si ritroverà al tavolo lunedì prossimo, per il confronto sulla manovra slittato proprio per l’influenza di Meloni. «La smetta di fare la vittima – attacca la segretaria dem -, che le vittime qui sono quei milioni di lavoratori che le scelte del suo governo stanno rendendo più fragili e ricattabili: negando il salario minimo e la legge sulla rappresentanza, estendendo i contratti a termine e i voucher, liberalizzando il lavoro somministrato».

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Meloni poi, in un messaggio inviato all’assemblea congiunta di Confindustria Bergamo e Confindustria Brescia, ha parlato della Finanziaria, difendendo le scelte del governo: «Abbiamo scritto leggi di bilancio ispirate al buon senso e al pragmatismo, concentrando tutte le risorse a disposizione per sostenere le imprese che assumono e creano posti di lavoro e rafforzare il potere di acquisto delle famiglie», scrive la premier, rivendicando: «Ciò che non abbiamo fatto, e che non intendiamo fare neanche in futuro – aggiunge la premier – è fare ciò che abbiamo visto in passato, quando si è preferito adottare provvedimenti più utili a raccogliere consenso nell’immediato che a gettare le basi per una crescita duratura. Misure che oggi gravano come un macigno sui conti pubblici e che ci impediscono di adottare determinate scelte e di finanziarle come avremmo voluto». 

Le misure

«La nuova manovra» economica, afferma la presidente del Consiglio,  «si inserisce nel solco di quelle precedenti, e prevede misure e interventi concreti per sostenere l’occupazione e chi fa impresa. Rendiamo strutturale il taglio del cuneo fiscale e ne ampliamo i benefici ai circa 1,3 milioni di lavoratori con redditi tra 35 a 40mila euro annui. Confermiamo la super deduzione del 120% del costo del lavoro per le nuove assunzioni e proroghiamo gli incentivi previsti dal Decreto Coesione per l’assunzione di giovani e donne. Rifinanziamo uno strumento importante come la Nuova Sabatini, portando il fondo ad un totale di 607 milioni nel 2025 e incrementando le risorse fino al 2029. Stanziamo 1,6 miliardi per il credito d’imposta in favore delle imprese che realizzano investimenti nella ZES unica del Mezzogiorno nel 2025. Inoltre, confermiamo la detassazione dei premi di produttività e dei fringe benefit riconosciuti da imprese e datori di lavoro ai lavoratori, nel limite di 1000 euro complessivo che sale a 2000 per i lavoratori con figli. Introduciamo, inoltre, una misura molto importante per i neoassunti che hanno trasferito la loro residenza oltre i 100 chilometri e hanno un reddito non superiore ai 35 mila euro. Per questi lavoratori, i canoni di locazione e le spese di manutenzione dei fabbricati concessi in uso ai dipendenti assunti a tempo indeterminato, nei primi due anni dall’assunzione, non costituiscono reddito ai fini fiscali, entro il limite complessivo di cinque mila euro annui. Provvedimenti – osserva la premier – che disegnano una visione molto chiara e che puntano a consolidare quel cammino di crescita che l’Italia ha iniziato a percorrere in questi anni».

La squadra 

Conclude Meloni: «Abbiamo tanto lavoro da fare ancora, e intendiamo farlo insieme a voi, e a tutti coloro che hanno a cuore il futuro di questa Nazione. Ci confronteremo e non sempre la penseremo allo stesso modo, ma so che su un punto non ci divideremo: fare quel che è meglio per l’Italia, consapevoli che può raggiungere nuovi primati, dimostrare al mondo quanto vale, tracciare la rotta. È un obiettivo alla nostra portata, e possiamo raggiungerlo solo se ci crediamo tutti insieme e remiamo tutti nella stessa direzione, come una squadra».

«Fare squadra, soprattutto in un tempo complesso come quello che stiamo vivendo, caratterizzato da profonde trasformazioni e instabilità crescente, è cruciale per far crescere la competitività delle nostre imprese e rafforzare la capacità di conquistare nuovi mercati».

Articolo in aggiornamento…

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7 novembre 2024 ( modifica il 7 novembre 2024 | 21:10)



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