L’ex vice sindaca e assessora all’Urbanistica di Milano, Ada Lucia De Cesaris (socia di studio dell’attuale assessore comunale alla Casa, Guido Bardelli), è stata perquisita, ma non risulta indagata. La Gdf cerca di riscontrare l’esistenza di un sistema più ampio «illecito sull’attività dell’amministrazione comunale in materia di urbanistica».
Secondo il gip il sequestro è stato necessario per fermare «un’operazione di mera speculazione edilizia, la cui unica ragione è la prospettiva della lucrosa rendita che ne sarebbe derivata, ai danni del territorio, degli interessi della comunità dei residenti e del rispetto delle regole che li tutelano». Per il giudice «desta allarme» che «tale sistema di illegalità manipolatoria e di falsificazione ideologica dei titoli edilizi e alterazione del procedimento (di cui il caso di via Lepontina 4 Valtellina 38 è solo uno dei fulgidi esempi) non accenna ad arrestarsi e sembra anzi avere subito un’accelerazione ed essere diventato ancora più pervasivo». Viene sottolineata anche l’inadempienza degli uffici comunali: «Al di là della dichiarazioni di intenti delle circolari numero 3 e 4 di marzo del 2024, dei direttori e dei dirigenti degli uffici dell’edilizia di Milano, non risulta che nel presente caso e in altri enunciati (via Crescenzago, cortile di via Compagnoni, torre di via Stresa, via Anfiteatro, via della Zecca Vecchia etc.) il gruppo di lavoro del Direttori e dirigenti abbia rivisto le pratiche e compiuto istruttorie, attenendosi alle indicazioni date dal gip, come era stato, appunto, dichiarato che avrebbe fatto», si legge nel decreto. Non è dato sapere nemmeno, ad esempio, quali siano state le iniziative del Gruppo in ordine ai numerosissimi casi di costruzioni in cortile, su cui questa Procura aveva chiesto formalmente di essere informata».
Per il giudice inoltre «impattanti edifici peggiorerebbe ulteriormente la qualità della vita degli abitanti». Nei previsti 65 appartamenti, ancora in corso di costruzione, si ipotizza la presenza di circa 180 abitanti, che si aggiungono agli ospiti dei 122 posti letto dello studentato, il che rende l’idea dell’impatto e del carico urbanistico.
La dichiarazione di Green Stone
«Green Stone e l’Amministratore Delegato Domenico Cefaly sono totalmente estranei alle contestazioni che sono state mosse dalla Procura di Milano, in quanto hanno sempre operato in perfetta liceità e legittimità, nel rispetto delle normative nazionali, regionali e comunali. Green Stone Sicaf spa non è coinvolta direttamente nel procedimento penale in cui riveste unicamente la posizione di terzo interessato, in qualità di gestore del comparto proprietario, sia del cantiere avente ad oggetto il progetto residenziale, posto sotto sequestro impeditivo in data odierna, sia della residenza universitaria convenzionata per 122 posti letto, che ospita da questa primavera gli studenti offendo un servizio di interesse pubblico e generale».
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