Dimore affacciate sul lago e antichi casali tra le colline, strutture in riva al mare o piccole destinazioni di charme, eccellenze del territorio. Luoghi dove si esprimono creatività e uno stile di accoglienza tutto femminile. Sempre più numerose nel mondo alberghiero, le donne che hanno preso le redini degli hotel di famiglia od optato per una carriera manageriale nell’ospitalità di lusso stanno interpretando e, in alcuni casi, plasmando i gusti della clientela internazionale più raffinata.
È una storia che si dipana lungo quattro generazioni quella che ha portato Bianca Passera e il nipote Luigi nei ruoli rispettivamente di presidente e ad del gruppo LarioHotels. Il business di famiglia inizia con un ristorante nei primi del Novecento, poi con l’Hotel San Gottardo e con la gestione del Terminus. Nonna Clelia è l’antesignana dell’attuale trend, «viveva e lavorava in hotel», racconta Bianca. «Per me l’emblema della donna lavoratrice più che la figura classica della nonna. Si occupava dell’accoglienza, mentre mio nonno gestiva la ristorazione». Alla fine degli anni Cinquanta viene acquistata Villa Flori, storica struttura affacciata sull’acqua, e il gruppo cresce. Bianca studia in Bocconi e dopo un’esperienza nella pubblicità a Milano e un periodo a New York, apre un’agenzia di branding packaging. Ma torna sul lago, chiamata dal fratello Antonello. «Inizio a occuparmi della parte interior. Ho sempre amato viaggiare e visitare hotel in Italia e nel mondo, grazie anche a una collaborazione con un giornale di viaggi. Ho iniziato molto presto ad approfondire i temi legati alla sostenibilità nel fare impresa. Oggi il nostro gruppo è Società Benefit e ne siamo molto soddisfatti, ma Luigi e io abbiamo semplicemente messo a terra una filosofia che la nostra famiglia ha avuto ben chiara fin dagli inizi».
L’attenzione di genere è al centro della politica di gestione. «In LarioHotels la general manager è donna, stiamo facendo tutti i passaggi per la certificazione di genere e nel cda sono pari le figure maschili e femminili. D’altronde, nel settore dell’hôtellerie, il ruolo e le competenze delle donne hanno sempre maggior peso». Di recente Bianca e il nipote Luigi, figlio di Corrado (banchiere italiano, fondatore del Gruppo illimity) hanno creato un nuovo brand di alberghi di charme, il Vista, aperto a Como e subito dopo a Verona e atteso per il 2025 a Ostuni, nell’affascinante ex Manifattura Tabacchi.
L’amore per il lago è anche la cifra della strategia della famiglia De Santis. Per Valentina, figlia unica di imprenditori alberghieri, la strada era tracciata. Al Grand Hotel Tremezzo, storica struttura del lago di Como che in questi mesi ha festeggiato 114 anni dall’apertura, è stata di casa ogni estate, fin da bambina. Gli arredi colorati e allegri, le poltroncine di velluto viola, arancio e verdi del grande salone, i cuscini di un elegante rigato della terrazza, le raffinate porcellane e la capacità di accogliere gli ospiti sono nati dal gusto della madre di Valentina, Antonella, e prima ancora dalla nonna Maria. «L’albergo fu costruito da Maria ed Enea Gandola, una coppia di viaggiatori di Bellagio, che, di ritorno dal Grand Tour, scelsero di replicare il lusso dei grand hotel visti in Europa, e fu acquistato da mio nonno materno», racconta Valentina. L’ultima perla della famiglia (che, oggi, a Como possiede tre hotel e la gestione di Villa Sola Cabiati), è Passalacqua a Moltrasio che nel 2023 ha ottenuto il riconoscimento di miglior albergo del mondo secondo The World’s 50 Best Hotels, mentre quest’anno è stato nominato The Best Hotel in Europe. Elegante dimora affrescata, dove ha soggiornato Vincenzo Bellini, circondata da un giardino all’italiana, è stata inaugurata due anni fa (prima apparteneva a un proprietario americano). Oggi, insieme al Grand Hotel Tremezzo, è l’emblema della Dolce Vita sul lago. «Con orgoglio sto notando una crescente presenza femminile in ruoli manageriali», sottolinea Valentina. «Personalmente credo che nell’ospitalità un tocco di femminilità possa davvero fare la differenza».
Al Pellicano di Porto Ercole il cambio generazionale ha visto Marie-Louise succedere al padre Roberto Sciò, fondatore del gruppo, che annovera oggi anche La Posta Vecchia e il Mezzatorre di Ischia. Marie-Louise ha portato in azienda la sua creatività, sostenuta dagli studi di architettura in un ambiente cosmopolita come quello newyorkese, e ha inaugurato, insieme all’investitore inglese Aermont, una strategia per replicare sul territorio nazionale la formula di lusso esclusivo de Il Pellicano. L’espansione è cominciata dal Relais La Suvera, alle porte di Siena, che aprirà nel 2026. «Ho iniziato a lavorare come direttore creativo in un ambiente fortemente maschile, con una certa timidezza», racconta. «Mio padre mi chiese di disegnare un bagno dell’hotel, dove ho passato tutte le vacanze della mia infanzia. Una volta terminato il lavoro, gli ho suggerito di rilanciare l’hotel con un restyling che richiamasse una clientela giovane. Mi ha dato carta bianca. Durante quell’inverno ho rifatto l’arredamento, in punta di piedi perché volevo che i clienti storici, l’80 per cento delle presenze, si sentissero sempre a casa. Poco alla volta abbiamo rivisto la grafica, le divise, i piatti». La direzione creativa nel tempo ha portato Marie-Louise a ideare progetti fuori dall’ordinario, dalla collaborazione del 2019 con Birkenstock ai libri sulla storia dell’hotel e di cucina, l’ultimo a cura dello chef Antonio Guida e del fotografo Juergen Teller. In più l’idea di una boutique di e-commerce, Issimo, come «estensione della nostra filosofia estetica, un cabinet de curiosités dell’Italia, non ovvio».
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