Se il minibond sta vivendo un periodo di calo dell’appeal per via di una minore disponibilità di garanzie pubbliche, che hanno indotto molte imprese a ridurre le emissioni, e dei tassi d’interesse ancora alti, con i tagli attesi da parte di Banca Centrale europea, questi strumenti utili a finanziare i progetti delle piccole e medie imprese che li emettono potrebbero tornare ad acquistare attrattività.
Di certo nei primi sei mesi di quest’anno, secondo uno studio presentato a ottobre dall’Aifi, il mercato del private dept (minibond ma anche sottoscrizioni dirette) ha segnato ancora il segno meno: la raccolta è stata inferiore dell’11% a quella dello stesso periodo del 2023: da 495 milioni di euro si è passati ai 442 milioni. E già l’anno scorso non era stato un buon anno per l’industria italiana. L’Osservatorio del Politecnico di Milano aveva identificato 165 emittenti di minibond (fra cui ben 123 si sono affacciate sul mercato per la prima volta) per un valore totale di 1 miliardo e 89 mila euro, in significativo calo rispetto alle 268 emittenti del 2022 per un valore di quasi 1,9 miliardi.
Le prospettive per il 2024 sembravano migliori ma finora sono state deluse. Eppure, già nel 2023 secondo Mattia Ciprian, ceo di Modefinance, società del gruppo TeamSystem, si è osservato un rialzo nei rendimenti per gli investitori: “Parliamo di tassi medi intorno al 7,17% per le emissioni a tasso fisso e al 6,69% per quelle a tasso variabile – spiega – Una crescita della remunerazione che rispecchia l’andamento dei tassi di mercato e rende i minibond un’opzione finanziaria interessante in termini di redditività, il contesto di contrazione dei volumi”.
Modefinance è una fintech che si occupa di rating dei minibond. E ha collaborato alla stesura dell’Osservatorio del Politecnico. Adesso c’è da aspettare la fine dell’anno per avere dei dati sul 2024. Tra le grandi operazioni messe in atto in questo secondo semestre c’è quella Lombardia. “Le iniziative di basket bond regionale – prosegue Ciprian – stanno dimostrando la loro efficacia come strumento di crescita finanziaria e strutturale per le Pmi. L’emissione di minibond facilita l’accesso a capitali alternativi e consolida la posizione delle aziende nei mercati finanziari, incrementando la solidità del merito creditizio e agevolando eventuali percorsi di quotazione”.
Solo a metà ottobre, poi, c’è stato il nuovo programma Basket Bond Sistema Confindustria del valore complessivo di 50 milioni che ha permesso subito il collocamento delle prime emissioni di minibond per complessivi 11 milioni a sostegno dei piani di sviluppo di cinque aziende attive in diversi settori dell’economia italiana: dall’aerospazio alla componentistica. Un’iniziativa promossa da Confindustria, strutturato da Banca Finint e che vede come investitori, in modo paritetico, Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Mediocredito Centrale (MCC). L’iniziativa, inoltre, beneficia del Fondo di Garanzia per le pmi. Tra le aziende emittenti la friulana C Blade, specializzata nella forgiatura di pale per i settori aerospace e energy, la friulana Caffaro Industrie, operante nel settore della chimica fine, la campana Ekoru, produttrice di blocchi da costruzione in calcestruzzo, la veneta Imilani – Società Benefit, attiva nella trasformazione del polimero in cassette in plastica, e la piemontese Nuova Simplast, attiva nella progettazione di componenti plastici per i settori automotive, macchine agricole, design.
I principali sottoscrittori di minibond sono in genere le banche italiane (nel 2023 hanno sottoscritto il 28% dei volumi), seguite dai fondi di private debt italiani (stabili al 22%). Fondi stranieri e banche estere hanno incrementato in modo consistente la propria quota arrivando al 26%. La Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) ha coperto il 13% dei volumi tracciati. È sceso invece il volume dei titoli collocati su piattaforme di crowdfunding, passato da 37,7 milioni del 2022 a 22,2 milioni di euro.
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