Il primo incarico nel 2023 con il coordinamento dell’Ufficio gare di ospedali e ambulatori. Adesso l’inserimento in una commissione e la mano libera negli acquisti. Il sindacato Cisal: «Rossi è in evidente conflitto d’interessi»
Il presunto conflitto di interessi tra il direttore generale della Asl di Lecce, Stefano Rossi, e la moglie Rossana Indiveri, dirigente con importanti attribuzioni nel delicato settore delle gare territoriali della stessa azienda, finisce nuovamente davanti all’Anac per via di nuove mansioni che risulterebbero conferite alla consorte del manager con atti che recano in calce la firma del marito. A tornare alla carica sul supposto status di incompatibilità tra i due coniugi, in considerazione dei ruoli da essi stessi rivestiti nel’Asl, è la Federazione Cisal Sanità di Lecce.
I due motivi della nuova contestazione
Due i motivi della contestazione. Primo: la nomina di Rossana Indiveri a componente della commissione esaminatrice per il conferimento degli incarichi di funzione organizzativa nel distretto socio sanitario di Galatina. Incarico attribuito con deliberazione 732 del 3 luglio scorso vergata dal direttore generale Rossi. Secondo: la determinazione 1046 del 25 settembre 2024 con cui lo stesso Rossi libera, tra le altre, anche l’unità operativa “Coordinamento servizi amministrativi territoriali”, governata dalla moglie, dall’onere di richiedere e ottenere la delega dell’ufficio Patrimonio per gli acquisti di importo pari o inferiore a 100 mila euro. Delega in precedenza prevista per gli acquisti oltre il limite di poche migliaia di euro. Non solo. La mano libera concessa per esborsi di tali entità, a quanto e dato sapere, ha creato più di qualche mal di pancia ai vertici del Patrimonio che non avrebbe digerito la scelta dei vertici dell’Asl, interpretandola come un colpo di spugna ai principi della razionalizzazione e del contenimento della spesa. A supporto delle sue tesi la Cisal mette in evidenza quanto previsto dal Piano integrato di attività e organizzazione (Piao 2024 – 2026), con particolare riguardo all’astensione per conflitto di interessi: «Il conflitto può interessare il dipendente, il coniuge, il parente o l’affine …»; «Divieti specifici sono dettati per attività relative a gestione di risorse finanziarie, appalti, concorsi, affidamento di incarichi …». La norma enuncia poi i principali obblighi, tra cui quello dell’astensione in caso di conflitto di interessi.
La segnalazione sul tavolo del presidente Emiliano
L’esposto della Cisal, firmato dal segretario generale di Lecce, Giovanni D’Ambra, indirizzato anche al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al prefetto di Lecce e alla Conferenza dei sindaci salentini, sembra destinato a fare rumore e ad alimentare il brusio negli ambienti dell’Asl sul presunto conflitto di interessi tra Rossi e la moglie che ha già fatto parlare di sé, dopo una prima stoccata della Cisal risalente allo scorso anno, con altra denuncia ad Anac. In quel caso l’autorità, in sostanza, aveva chiuso la questione rimettendola nelle mani di Sonia Cioffi, responsabile dell’Ufficio unico per la repressione della corruzione e la trasparenza della Asl leccese, figura la cui nomina spetta al direttore generale. Risultato: nulla di fatto. Rossi e la consorte sono rimasti ai loro posti. A conferma del fatto che tale nomina è prerogativa del manager, come puro dato di cronaca, per completezza di informazione e senza alcun intento allusivo, a scanso di qualsivoglia interpretazione distorta, si può aggiungere che Sonia Cioffi è stata riconfermata nel suo ruolo con deliberazione 735 del 3 luglio 2024 da parte del direttore generale Rossi, come risulta da atti ufficiali reperibili sul suto web istituzionale della Asl di Lecce.
«Il manager deve lasciare il suo posto»
Per concludere, le presunte violazioni delle norme sul conflitto di interessi, secondo la Cisal, sarebbero tali da giustificare un provvedimento di decadenza del direttore generale richiesto già due volte della stessa sigla sindacale. Richiesta rimasta lettera morta, almeno per ora. Sul delicato argomento il Corriere ha cercato più volte, attraverso diversi mezzi di comunicazione, di interloquire con i vertici dell’Asl di Lecce. Ma anche in questo caso, come in precedenti circostanze, alla richiesta di replica o di eventuali precisazioni e osservazioni, la risposta è stata il silenzio.
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