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Napoli, è scontro tra industriali e Cgil. Jannotti Pecci: Landini estremista. E Ricci: fai propaganda al governo #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


di
Patrizio Mannu

Duro attacco di Palazzo Partanna: «Il segretario è un irresponsabile». La replica del sindacato: «Vuoi soltanto candidarti alla Regione

Incrociano i guantoni a distanza Costanzo Jannotti Pecci, leader degli industriali napoletani, e Maurizio Landini, segretario della Cgil. Quest’ultimo, reo — annunciando lo sciopero del 29 novembre prossimo contro la manovra economica del governo — di aver detto parole troppo forti («irresponsabili», a detta di Jannotti Pecci, e dandogli del «capopopolo estremista»): «Credo che sia arrivato il momento di una vera e propria rivolta sociale perché avanti così non si può più andare». A margine della assemblea nazionale dei delegati a Milano, Landini ha annunciato che lo sciopero «non è che l’inizio di una mobilitazione e di una battaglia perché il nostro obiettivo non è semplicemente migliorare o cambiare la legge di Bilancio, il nostro obiettivo è cambiare e migliorare il nostro Paese».

A supportare il leader Fiom, in serata, scende in campo il segretario della Cgil campana Nicola Ricci, ben consapevole di aprire un contrasto forte con gli industriali napoletani. Ma andiamo con ordine. Di Landini abbiamo detto; alle 16 di ieri Jannotti Pecci affida ad una missiva il suo pensiero. «Il segretario generale di una organizzazione sindacale — dice l’inquilino di piazza dei martiri — dovrebbe assumere sempre comportamenti responsabili. Il contrario di quanto sta facendo Maurizio Landini. Se il suo invito alla rivolta sociale poteva essere spiegato con una di quelle frasi fuori posto che sfuggono in momenti di concitazione, anche se non sono mai giustificabili, avere ribadito il concetto a distanza di 24 ore dimostra assoluta indifferenza verso i possibili effetti dannosi della sua incredibile affermazione. Si tratta di un incitamento alla violenza, né più né meno, in un Paese che ha già conosciuto stagioni terribili segnate dal terrorismo rosso e nero».




















































Jannotti Pecci argomenta: «La condotta irresponsabile di Landini è ancora più incomprensibile, se si guarda alle cifre. Da anni l’occupazione a tempo indeterminato è in crescita, ma ad ogni manovra finanziaria Cgil e Uil proclamano scioperi generali. Anche quando, come è per la Legge di Bilancio presentata dal Governo e che Confindustria ritiene non soddisfacente perché poco attenta alle esigenze delle imprese, i due terzi della manovra servono per ridurre il cuneo fiscale dei lavoratori». Jannotti Pecci sottolinea inoltre «una palese assurdità contenuta nelle richieste avanzate dalla Cgil: il blocco dei licenziamenti. Una misura che ingessa l’attività delle imprese in presenza di casi critici al proprio interno e che infatti non esiste in alcun Paese del mondo. A suo tempo, con il disaccordo della Commissione europea, fu varata solo dall’Italia, e temporaneamente, in epoca Covid. Quando fu rimosso il divieto, Landini e il suo collega, il segretario della Uil Bombardieri, paventavano da un giorno all’altro la perdita di 700 mila-un milione di posti di lavoro. Non accadde niente del genere ma la storia non insegna nulla. Possiamo sperare in rappresentanti sindacali che facciano il loro mestiere e non provino a improvvisarsi capipopolo estremisti?».

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È in serata che Ricci interviene, per nulla morbido sulle dichiarazioni lanciate da Palazzo Partanna. «Le dichiarazioni del presidente — afferma Ricci — ci stupiscono non poco per il tono e per il contenuto e sembrano dettate da una ricerca di visibilità nazionale in relazione ad affermazioni del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che da due giorni vengono strumentalizzate dal Governo, a cui fa soltanto propaganda gratuita invece di chiedersi come mai l’occupazione a Napoli e provincia sia così scadente. Durante il periodo Covid — ricorda Ricci — la Cgil ha avuto un atteggiamento responsabile firmando accordi che hanno consentito al Paese e all’apparato industriale di rimanere in piedi. Nonostante ciò, nella nostra regione continuiamo ad assistere a dismissione e crisi di numerose aziende, come Jabil a Dema e, con questo Governo, si sta mettendo in crisi l’intero settore dell’automotive che, lo ricordiamo, occupa solo in Campania 20 mila lavoratori e lavoratrici. Eppure non abbiamo sentito una dichiarazione del presidente Pecci sul taglio al settore previsto in questa legge Finanziaria». Ricci rincara: «Le dichiarazioni di Jannotti Pecci non possono che essere lette come un tentativo di accreditarsi politicamente in vista di una possibile candidatura alla presidenza della Regione Campania. È davvero convinto che queste affermazioni rispecchino il pensiero dei propri associati?».

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10 novembre 2024



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