Savona – Intelligenza artificiale, trasformazione digitale e tecnologia in supporto all’eCommerce, alla ristorazione, alla salute del pianeta, alle energie rinnovabili, alla sanità e alla salute. Sono, in sintesi, i principali settori su cui spingono le start-up savonesi, attualmente tredici.
Secondo le elaborazioni Liguria Ricerche su dati Movimprese (Infocamere), nel terzo trimestre 2024 il numero di startup innovative in Liguria è aumentato del 6,1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Aumenta anche la quota delle startup innovative sul totale nazionale (+0,24 punti percentuali). Nello specifico, il numero di startup innovative della regione è pari a 245 unità (13° valore tra le regioni italiane). L’82,4% di esse è concentrato nella provincia di Genova, a cui seguono, per intensità decrescente, Imperia (6,9%), Savona e La Spezia (entrambe con il 5,3% delle unità complessive).
Le imprese savonesi guardano soprattutto al digitale. Come Aquilia Srl, di recente costituzione, ad agosto di quest’anno, che svolge attività di sviluppo, produzione e commercializzazione di servizi innovativi nel campo del marketing digitale relativo alla valorizzazione del patrimonio culturale. Iscritta da pochissimo, nella sezione startup, lo scorso 15 ottobre, è Green Biologicals, con sede legale a Savona ma produttiva a Vigevano, che sviluppa soluzioni biotecnologiche di ultima generazione che rispondono alle sfide più urgenti in agricoltura e tutela dell’ambiente.
Risale invece allo scorso anno l’iscrizione nel registro delle imprese della Camera di Commercio di Noveo, guidata dall’amministratore unico e fondatore Luca Seu, genovese che vive a Millesimo. L’obiettivo di Noveo è realizzare software su misura delle persone, adattandole al business intrapreso e contribuendo a gestire flussi di dati ad altissima velocità, sviluppando algoritmi di intelligenza artificiale in tempo reale e ottimizzando la trasmissione e la visualizzazione dei dati. C’è poi Appetitoso, registrata a Stella, che compie due anni quest’anno, una piattaforma online che ambisce ad essere punto di riferimento per esperienze enogastronomiche liguri e piemontesi.
Agaric Life Sciences, sotto Pietra Ligure, nasce tra 2022 e 2023 con l’obiettivo di fare attività di ricerca e sviluppo di metodi di estrazione e purificazione dei principi attivi in specie botaniche, per impiegarli in ambito farmaceutico e di integrazione alimentare. Anche Gotec, nata tra 2021 e 2022, si muove sui fronti dell’innovazione tecnologica, della ricerca, sviluppo e commercializzazione di prodotti software e big data.
Guarda al digitale anche il progetto albenganese fondato nel 2021 Pick Eat, che si propone di offrire una gestione più efficiente dei tempi di attesa per i clienti nel settore della ristorazione. In tema di trasformazione digitale, opera anche Dimanagement Srl di Celle Ligure, fondata nel 2021, con la mission «processi ed innovazione per far crescere il proprio business».
Così come Visio Technologies che da quattro anni propone sistemi hardware e software per efficientare e ottimizzare le performance dei sistemi esistenti. È cambiato invece il focus di We’ll Bee, startup nata a Vado Ligure nel 2020, originariamente con il progetto di un dispositivo per il monitoraggio, non invasivo e automatizzato, dello stato di salute delle api all’interno dell’arnia: non trovando investitori disposti a entrare in quel mercato, si sono rivolti all’intelligenza artificiale declinata in ‘large language model’ e robotica. Medsniper dal 2020 produce invece un videolaringoscopio che permette l’esecuzione della procedura di intubazione da remoto.
Ad Albisola Superiore, dal 2020 c’è Landlele, un sistema online che promuove energia rinnovabile per tutti e ovunque, a partire dal tetto di casa propria, che ha lanciato anche una call per aderire gratuitamente alla comunità energetica rinnovabile più vicina alla propria abitazione. Ad Albissola Marina nasce invece nel 2019 la società Gioielleria italiana, che ha messo a punto un configuratore online per gioielli simile a quello per automobili, realizzati poi a Valenza, dagli stessi artigiani che abitualmente lavorano come terzisti per i marchi di cui il gioielliere è concessionario; questi terzisti sono gestiti con un sistema tecnologico ed innovativo che permette la tracciabilità di ordini e materie prime in tempo reale.
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