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Dop e Igp: cos’è il pegno rotativo non possessorio – Soldi #finsubito prestito immediato


Avere in magazzino formaggi Dop o Igp o vini a denominazione per il tempo necessario alla stagionatura o all’invecchiamento significa immobilizzare liquidità che invece potrebbe essere utile allo sviluppo aziendale. Con il pegno rotativo non possessorio, un tipo di garanzia che di recente è stata resa possibile, appunto, anche su vini (Decreto 23 luglio 2020), l’azienda agricola ha uno strumento in più per ottenere credito dalla banca offrendo in garanzia i prodotti Dop e Igp che produce, senza doversene privare. I prodotti infatti restano nella disponibilità dell’azienda e possono essere sottoposti a pegno dal momento in cui sono collocati nei locali di produzione e/o stagionatura e/o immagazzinamento.

 

“Il vantaggio per l’azienda è che il prodotto è immediatamente valorizzato. Resta stoccato e il produttore ne segue tutte le fasi. Senza il pegno rotativo non possessorio era invece previsto lo spossessamento del bene che andava depositato ai magazzini generali”, ci ha spiegato Paolo Gallerani, responsabile Ufficio Solutions e Specialist Agri BPER Banca.

 

BPER è stata particolarmente attiva sullo strumento, fin dalle prime possibilità di applicazione, nel 2016, nel settore caseario. “Data anche la nostra storia di banca che nasce in Emilia ci siamo immediatamente attivati per quanto riguarda il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano. Lo strumento del pegno rotativo non possessorio è ormai conosciuto dalle aziende del settore formaggi, lo è meno per quanto riguarda la possibilità di applicazione nel settore vitivinicolo. Ritengo infatti che non stia esprimendo a pieno il suo potenziale, credo che possa offrire grandi vantaggi alle aziende”.

 

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BPER, da sempre presente nel settore agricolo e agroalimentare, di recente ha costituito una struttura dedicata, l’Agri Banking. “Da un lato – ha continuato Gallerani – abbiamo specialisti attenti al mercato, che verificano le esigenze delle imprese, e dall’altro abbiamo consulenti sales agri che sono in relazione costante con gli imprenditori e che li supportano nelle scelte aziendali”.

 

Il Gruppo BPER infatti conta fra i suoi clienti circa 57mila aziende attive nel settore agricolo e della trasformazione dei prodotti agricoli. In alcune delle regioni a maggiore vocazione agricola BPER vanta quote di mercato nel comparto particolarmente rilevanti pari al 16,35% in Abruzzo, 39,35% in Sardegna, 13,79% in Liguria e 10,28% in Emilia Romagna.

 

Quando un’azienda approccia la banca per ottenere credito è valutata secondo la classica istruttoria che punta a stabilire il merito creditizio, il fatto però di mettere a disposizione prodotti Dop e Igp come garanzia costituisce un asso nella manica dell’imprenditore. “La banca procede alla sua istruttoria e segue l’iter classico, chiedendo la documentazione necessaria a ottenere il credito, ma è chiaro – ci ha confermato Gallerani – che i prodotti Dop e  Igp sono asset graditi alle banche, tanto che la banca è disponibile a calmierare le condizioni economiche”. Tradotto significa che in presenza di questo tipo di garanzia è possibile ottenere di pagare interessi più bassi sul denaro prestato dalla banca.

 

Ecco come accedere allo strumento

Come accedere dunque allo strumento? “La prima banale domanda da farsi è: il mio prodotto è un prodotto caseario o vitivinicolo a denominazione? È un prodotto che ha tempi lunghi d’invecchiamento o stagionatura? Se la risposta è allora si può richiedere alla banca di valutare l’accesso al pegno rotativo non possessorio. È bene sapere che la banca, accettando in garanzia prodotti Dop o Igp, verificherà tre aspetti: la quantità di prodotto, la qualità, ovvero se il prodotto rispetta il disciplinare e il valore. Spesso il prodotto è in una fase della trasformazione quando viene costituito in pegno e quindi non è semplice determinare il valore. Per farlo ci avvaliamo della collaborazione di periti. Abbiamo poi sottoscritto accordi con enti di certificazione che attestano che il prodotto rispetti le caratteristiche previste dai singoli disciplinari di produzione”, ci ha spiegato il responsabile Ufficio Solutions e Specialist Agri BPER Banca.

 

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La normativa prevede poi che i prodotti Dop e Igp oggetto di pegno rotativo non possessorio siano identificati e vanno quindi annotati in un registro tenuto dalla banca che è vidimato da un notaio una volta all’anno. “Se il pegno rotativo ha a oggetto prodotti vitivinicoli, se fosse necessario, come spesso avviene, spostare il prodotto, per esempio travasarlo dalle botti alle bottiglie, l’imprenditore deve darne comunicazione alla banca e deve registrare i passaggi sul registro. Per quanto riguarda il vino, in particolare la normativa è semplificata perché tutto è annotato nel registro telematico sul Sian, il Sistema Informativo Agricolo Nazionale che gli imprenditori agricoli conoscono bene. In questo caso non c’è neanche più bisogno della vidimazione del notaio. La banca comunque periodicamente effettua delle verifiche nel magazzino del cliente per essere certa che il prodotto costituito a garanzia sia mantenuto correttamente e sia presente”.

 

Lo strumento si chiama pegno rotativo non possessorio, resta quindi da definire cosa significhi “rotativo”. “La soluzione ha in sé un patto di rotatività – ci ha spiegato Paolo Gallerani – ciò significa che l’imprenditore può sostituire i beni oggetto della garanzia con altri beni di pari valore quando, ad esempio, sia arrivato alla fine il periodo di invecchiamento o di stagionatura. I prodotti sono pronti per essere immessi nel mercato e possono essere sostituiti, senza la necessità di stipulare con la banca un nuovo contratto. Il contratto resta l’originario e all’impresa è consentito di continuare a utilizzare le linee di credito concesse. Naturalmente la banca deve fare nuove valutazioni sul prodotto che sostituisce l’originario che esce dal magazzino. Tutto va registrato sul registro, manuale od elettronico che sia. Vanno annotate entrate ed uscite”.

 

Gli strumenti di digitalizzazione, secondo Paolo Gallerani di BPER Banca potranno, in futuro, garantire lo sviluppo dello strumento pegno rotativo non possessorio. “Siamo in fase di approfondimento, stiamo portando avanti test pilota – ci ha raccontato – in particolare per quanto riguarda la blockchain documentale. Sicuramente può essere un aiuto nello snellire la burocrazia e ciò vale particolarmente per chi ha necessità di movimentare molto la merce”.

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