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“La ragazza non è credibile” #finsubito finanziamenti e gestione bed & breakfast


Si è concluso ieri, presso il Tribunale di Ravenna, il processo nei confronti di due cittadini kosovari, di 22 e 23 anni, accusati di prostituzione minorile nei confronti di una ragazza di 17 anni, per averla indotta a compiere atti sessuali in cambio di un vantaggio. La sentenza li ha assolti “perché il fatto non sussiste”, respingendo le richieste di condanna della procura. L’episodio risale al 10 e 11 febbraio 2021, quando la giovane, proveniente dal Friuli, aveva raggiunto Ravenna per incontrare una persona conosciuta sui social.

Sfumato l’incontro concordato, sempre tramite i social la ragazza era venuta a contatto con un gruppo di operai kosovari, con i quali ha trascorso la notte del 10 febbraio presso l’abitazione messa loro a disposizione dal datore di lavoro. Secondo il racconto fornito agli inquirenti, in questa occasione avrebbe consumato un rapporto sessuale con uno dei ragazzi, in cambio della promessa di ricevere un telefono iPhone. Tuttavia, il giovane non ha mantenuto la promessa. L’indomani, la giovane ha trascorso la notte in un bed & breakfast, dove avrebbe avuto un secondo rapporto, sempre consenziente, con un altro giovane dello stesso gruppo e anche in questo caso con la promessa di ricevere un cellulare, che però non le è stato consegnato. Dopo il secondo episodio, la ragazza ha contattato la polizia, inizialmente denunciando di aver subito violenza sessuale. Tuttavia, in seguito ha corretto le proprie dichiarazioni, specificando che i rapporti erano stati consensuali e mostrando irritazione solo per la mancata consegna dei telefoni promessi. Nonostante la denuncia rettificata e il fatto che la ragazza non avesse subito violenze, la polizia ha avviato le indagini, sottoponendo i due giovani kosovari a un procedimento per prostituzione minorile. La sentenza è stata pronunciata dal tribunale collegiale di Ravenna, presieduto da Cecilia Calandra, con i giudici a latere Federica Lipovscek e Cristiano Coiro. La giovane, che non si era costituita parte civile e non era presente alla prima udienza, ieri è stata accompagnata coattivamente in aula per testimoniare.

La procura aveva richiesto per entrambi gli imputati una condanna a un anno e due mesi di reclusione. Tuttavia, la difesa, rappresentata dagli avvocati Lisa Venturi e Roberta Melandri, ha prevalso, contestando la versione fornita dalla giovane, mettendone in dubbio la credibilità ed evidenziando le incongruenze del suo racconto.

Lorenzo Priviato



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