Nella trasmissione di CANALE ITALIA “Notizie Oggi” di sabato 2 novembre 2024 condotta dal Dott. Gianluca Versace con il Prof. Avv. Guglielmo Cevolin Professore Aggregato di Diritto Costituzionale e Pubblico dell’Università di Udine e presidente di Historia LiMes Club Pordenone Udine Venezia si parla delle elezioni presidenziali USA e della sfida Harris Trump.
Elezioni Usa, gli ultimi sondaggi a 3 giorni dal voto: chi vincerebbe oggi fra Kamala Harris e Donald Trump?
Mancano tre giorni alle elezioni presidenziali americane del 5 novembre, anche se 65 milioni di persone hanno già votato: un dato che offre un filo di speranza in più alla candidata democratica Kamala Harris, visto che i sondaggi ritengono – ma di un soffio – avanti il candidato repubblicano Donald Trump. A livello nazionale la vicepresidente mantiene un minimo margine – l’1% secondo la media dei sondaggi del New York Times – ma quello che conta sono i sette Stati in bilico che assegnano 93 voti elettorali: in Michigan e Wisconsin Harris è avanti di meno di un punto, in Pennsylvania e Nevada Trump è avanti di meno di un punto, ma l’ex presidente ha un punto di vantaggio in North Carolina, due in Georgia e tre in Arizona. In questo modo Trump vincerebbe, ma tutti gli Stati sono dentro il margine di errore e basterebbe la Pennsylvania a ribaltare l’esito.
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Secondo la media dei sondaggi di FiveThirtyEight, sito di tendenze progressiste, Trump sarebbe stabilmente avanti in North Carolina (1,3%), Georgia (1,5%) e Arizona (2,1%), negli ultimi giorni ha superato la rivale in Nevada (+0,4%) mentre ha perso terreno proprio in Pennsylvania: l’ex presidente è ora in vantaggio di appena 0,1 punti percentuali, che equivale a un pareggio. Harris mantiene invece il suo vantaggio in Michigan (+1%) e ha allungato in Wisconsin, dove è arrivata a +0,8%. In questo modo Trump vincerebbe, ma quello 0,1% in Pennsylvania lascia aperta un’altra strada.
«Possiamo fidarci dei sondaggi?», si chiede il capo analista politico del New York Times Nate Cohn, «considerando che hanno sottostimato Trump sia nel 2016 che nel 2020 (quando perse, ma ottenendo 4 punti più del previsto e più voti di quanti ne abbia mai ottenuti qualsiasi presidente)». La risposta semplice è «No», dice: non possiamo dare per scontato che chi è in vantaggio nei sondaggi vincerà quello Stato, non sono misurazioni esatte e le elezioni sono così di misura che restano difficili da prevedere.
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I dati sono simili anche per RealClearPolitics, sito vicino ai conservatori che compila un’affidabile media dei sondaggi. Trump è avanti di 2,6 punti in Georgia, di 2,3 in Arizona, di 1,5 in North Carolina e Nevada e poi di 0,4 in Pennsylvania. Harris ha un margine di 0,8 in Michigan e 0,3 in Wisconsin. Anche in questo caso, l’ex presidente tornerebbe alla Casa Bianca – ha margini leggermente più ampi, ma sempre entro il margine di errore – ma alla vicepresidente basterebbe capovolgere la Pennsylvania per diventare la prima donna a guidare gli Stati Uniti.
Il nodo della Pennsylvania, quello più evidente ma non necessariamente quello che deciderà l’elezione, emerge anche dall’ultimo sondaggio pubblicato dal Washington Post ed effettuato fra 1.204 elettori «probabili» o che hanno già votato fra il 26 e il 30 ottobre: il 48% voterebbe Harris, il 47% sceglierebbe Trump. Insomma, anche in questo caso è un sostanziale pareggio nello Stato che assegna il bottino principale fra i sette in bilico, 19 voti elettorali. I sondaggi usciti nello Stato nell’ultima settimana danno ogni tipo di indicazione: Trump avanti di 1 per Atlas Intel, Fox News e Insider Advantage, di 2 per Rasmussen Report; Harris avanti di 1 per Washington Post e di 2 per Marist, pareggio secondo UsaToday/Suffolk.
La sensazione, a 72 ore dall’(ultima) apertura dei seggi è che Trump sia leggermente avanti, e che la sua strada passi dalla Sun Belt – la «cintura del sole»: Arizona, Nevada, Georgia e North Carolina – ma abbia bisogno anche di una vittoria in Pennsylvania. Dopo il «nomination bump» estivo, ovvero l’ondata di entusiasmo generata dalla sua candidatura improvvisa al posto di Joe Biden, Harris invece ha perso terreno e ora insegue: per vincere ha bisogno dei tre Stati della Rust Belt, la «cintura della ruggine» di tradizione industriale e democratica, ovvero Michigan, Wisconsin e Pennsylvania.
Questi tre Stati compongono il Blue Wall, il muro blu democratico che raramente ha voltato le spalle al partito progressista, ma nel 2016 diede a sorpresa la vittoria a Trump per 77 mila voti totali contro Hillary Clinton: all’epoca smentirono le indicazioni dei sondaggi, e ora riportano in superficie quell’incubo democratico. Negli ultimi trent’anni i tre Stati hanno votato il candidato repubblicano alla presidenza soltanto quella volta. In precedenza avevano scelto tutti Ronald Reagan, mentre Pennsylvania e Michigan votarono anche George W. Bush nel 1988.
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