I dati di due ricerche distinti, l’una di Confindustria/Cattolica e l’altra di Confartigianato, evidenziano le ripercussioni sul manifatturiero locale
Piccole e grandi imprese sono tutte dello stesso avviso. Il vento che soffia dalla Germania non è foriero di buone notizie. E non solo per il comparto automotive.
Se infatti, secondo l’ultima analisi di Confindustria Brescia realizzata in collaborazione con l’Osservatorio per il territorio della Cattolica nel 2024 il 79% delle imprese bresciane che esportano in Germania prevede di ridurre le vendite nel Paese tedesco, anche per Confartigianato le ricadute della crisi tedesca sul manifatturiero locale sono ormai evidenti dato che, come scrive l’Osservatoria dell’associazione, nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni di macchinari bresciani verso il mercato tedesco sono crollate del 12,4%.
In particolare, il dato pubblicato ieri da Confindustria e Cattolica è il risultato del confronto con il 2021, ultimo anno prima del rallentamento della locomotiva tedesca e, in termini di quantità vendute in Germania, il differenziale arriverebbe al 34%. La “gelata” tedesca sta quindi avendo un impatto significativo su quella parte d’imprese che esportano in Germania. A cominciare proprio da Brescia, che è la terza provincia italiana per esportazioni di beni manufatti verso la Germania, dopo Torino e Milano (3,8 miliardi nel 2023) e prima per saldo commerciale manifatturiero (1,9 miliardi).
Il mercato tedesco rappresenta il 19,1% delle esportazioni bresciane e la Germania è il principale Paese di origine delle multinazionali estere a Brescia (35 imprese, 2.600 occupati). Tra i vari settori, la metallurgia si distingue per il maggiore pessimismo: il 50% delle aziende considera la crisi strutturale. Anche i settori della meccanica e della chimica-gomma-plastica esprimono preoccupazioni, sebbene in misura minore. Le piccole imprese, infine, sono quelle che più spesso valutano la crisi come un problema strutturale (67%).
L’Osservatorio di Confartigianato lancia dunque l’allarme: la crisi nel settore della meccanica e dell’automotive sta colpendo duramente la provincia di Brescia, dove il comparto rappresenta uno degli assi portanti dell’economia locale. Con 7.801 imprese attive nella meccanica, di cui ben 4.153 artigiane, il settore impiega 47.700 addetti, pari al 51,6% della forza lavoro totale del comparto (92.378) della nostra provincia.
Cosa fare? La via d’uscita, per la maggior parte degli operatori, pare essere la diversificazione commerciale, se è vero che l’82% delle imprese è già alla ricerca di nuovi clienti nell’Ue, il 54% in Italia, il 50% nell’Europa extra Ue, e il 46% in Nord America. Iniziative verso mercati lontani sono invece ancora poco diffuse: solo l’11% guarda alla Cina e il 18% all’Asia e al Medio Oriente.
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