PORDENONE – Aiuto cuoco in un ristorante, sposato, si era invaghito della figlia del proprietario del locale e aveva cominciato a tormentarla. Messaggi a ogni ora del giorno e della notte, tentativi di entrare nell’abitazione in cui risiede la vittima e in un’occasione la pretesa, nonostante l’intervento dei carabinieri, di restare da solo con la giovane donna di cui sosteneva di essere innamorato. Muhammad Zeeshan, 28 anni, pakistano che a Pordenone aveva ottenuto la protezione sussidiaria, poi revocata per via di alcune condanne per spaccio di droga, ieri, 13 novembre, è stato condannato a 10 mesi di reclusione dal gup Milena Granata (pm Maria Grazia Zaina) per stalking. È stato invece dichiarato il non luogo a procedere il tentativo di violazione di domicilio e le minacce di morte rivolte alla madre della vittima in quanto mancava la querela. Zeeshan era difeso dall’avvocato Laura Ferretti e la discussione del processo con rito abbreviato gli è valso lo sconto di pena di un terzo.
L’arresto
L’immigrato è attualmente detenuto nella casa circondariale di Cuneo. La vicenda risale alla primavera del 2023, quando fu sottoposta a misura cautelare. Il gip gli impone il blocco di avvicinamento alla ragazza di cui, sosteneva il 28enne, si era perdutamente innamorato. Raggiunse Genova, dove vive un fratello che era in grado di ospitarlo. Ma aggredì un anziano per rubargli lo scooter, una Vespa. Lo colpì con uno specchietto per moto (prognosi 20 giorni). Si giustificò dicendo che era in crisi di astinenza perché in ospedale gli avevano negato il metadone.
Zeeshan era stato protagonista di una stagione di tensione senza precedenti a Pordenone. È, infatti, uno dei pusher che la Questura si arrestò nel 2018 con un’imponente retata al Bronx. È stato aiutato dalle associazioni, ha sposato una giovane ragazza italiana, ma non è riuscito a riscattarsi. Tra il 2020 e il 2021 è incappato in un nuovo giro di droga stroncato dalla Guardia di finanza. Nemmeno il lavoro come aiuto cuoco in un ristorante è servito. Ha iniziato a tormentare la figlia del titolare ed è proprio nei giorni in cui il Gip stava disponendo una misura cautelare per impedirgli di avvicinare la vittima, che ha fatto irruzione nel ristorante danneggiando gli arredi, fingendo di vedere la ragazza e minacciando i genitori. Finì con l’intervento dei carabinieri e con il suo arresto per detenzione ai fini di spaccio di 37 grammi di hascisc. Per impedirgli ogni attività di cessione gli era stato impedito – oltre al divieto di avvicinamento alla ragazza perseguitata – anche di dimorare a Pordenone.
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