Ad Arezzo tremila biglietti staccati nei primi 15 giorni di apertura per la mostra Vasari, Il Teatro delle Virtù. La grande rassegna internazionale su Giorgio Vasari, allestita nella Galleria comunale d’arte moderna e contemporanea e nei suggestivi spazi dell’ex chiesa di Sant’Ignazio, ha aperto i battenti lo scorso 31 ottobre e si concluderà il 2 febbraio 2025.
Un evento che va a costituire l’apice del programma di Arezzo, La città di Vasari, sistema di celebrazioni dedicato all’artista e intellettuale nella sua città natale a 450 anni dalla morte, promosso da Comune di Arezzo e Fondazione Cr Firenze con Fondazione Guido d’Arezzo, con il patrocinio del Ministero della Cultura e in collaborazione con Direzione regionale Musei nazionali Toscana del MiC, Gallerie degli Uffizi, Fondazione Arezzo Intour e Discover Arezzo, il sostegno di Camera di Commercio Arezzo-Siena e la curatela dal comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi.
Lorenzo Cinatti, direttore Fondazione Guido d’Arezzo
“Siamo intorno ai tremila biglietti venduti – spiega il direttore della Fondazione Guido d’Arezzo, Lorenzo Cinatti – A questi dobbiamo aggiungere 1.300 prenotazioni, tra studenti e insegnanti che devono ancora venire. Abbiamo effettuato 40 laboratori didattici tutti esauriti da riprogrammare. Anche il catalogo sta andando bene. Il personale dice che c’è soddisfazione del pubblico. La mostra è partita bene, le prime settimane sono le più delicate, prima della partenza della Città del Natale. Abbiamo avuto una media di 350 persone al giorno, solo domenica scorsa abbiamo staccato 515 biglietti, numeri importanti. Anche la risposta delle scuole è importante”.
L’esposizione, a cura di Cristina Acidini in collaborazione con Alessandra Baroni, con main sponsor Estra, pone l’accento sull’utilizzo dell’allegoria, ovvero di quel patrimonio di invenzioni sacre e profane messe a profitto da Vasari per la gloria del granduca Cosimo I, suo protettore dal 1550 alla morte. A rappresentare il potenziale evocativo dell’allegoria non mancano manufatti altamente simbolici, in particolare la Chimera, straordinario bronzo etrusco identitario del Museo archeologico nazionale di Firenze, rinvenuto nel 1553 durante i lavori di scavo effettuati per volere di Cosimo de’ Medici intorno al baluardo di San Lorentino ad Arezzo ed entrato immediatamente nelle collezioni ducali.
Sono 8 le sezioni in cui si articola il percorso espositivo, pensate per presentare in maniera esaustiva non solo l’opera di Vasari, ma anche la sua fittissima rete di relazioni e le novità di cui fu interprete. Per rendere la mostra fruibile anche al pubblico più giovane sono stati creati, col contributo dell’assessorato alla scuola del Comune di Arezzo, una serie di percorsi per le scuole diversificati e calibrati, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado. Il progetto, dal titolo Incontrare Giorgio Vasari, ha la finalità di accompagnare bambini e bambine, ragazzi e ragazze, proponendo modi coinvolgenti di fare esperienza dell’arte.
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