Un politico che mantiene le promesse elettorali rappresenta quasi sempre una buona notizia. Ma questo non è probabilmente il caso. Perché il team per la transizione statunitense dell’ex e futuro presidente Donald Trump sta già prendendo di mira gli incentivi federali da 7.500 dollari per l’acquisto di auto elettriche, che – come promesso dal tycoon – verrà cancellato.
L’indiscrezione è dell’agenzia Reuters, che – citando due fonti – parla di una più ampia legge fiscale dove sarà inserito lo stop agli sconti per veicoli. A sorprendere è però il nullaosta di Elon Musk, ceo di Tesla che ha finanziato la campagna elettorale di The Donald e che è stato già nominato capo del dipartimento per l’Efficienza governativa.
Protesta l’industria
Figlia probabilmente dei legami fra il neopresidente e le Big Oil, la proposta dovrà essere approvata dal Congresso, la cui maggioranza è passata ai repubblicani. Protesta invece l‘Alliance for Automotive Innovation, gruppo commerciale dell’industria dell’auto, contrario alla cancellazione dell’Inflation Reduction Act (Ira), la legge che ha introdotto i bonus.
“Il mantenimento di queste disposizioni complementari – tra cui il credito d’imposta per la produzione avanzata, il credito d’imposta per i consumatori e il credito per il leasing commerciale – è fondamentale per consolidare il ruolo degli Stati Uniti come leader globale nel futuro della tecnologia e della produzione automobilistica”, si legge in una nota.
Foto di: InsideEVs
La nuova Chevrolet Equinox EV costa meno di 30.000 dollari e offre 319 miglia di autonomia, grazie al credito di 7.500 dollari.
Ma per Tesla è meglio così
Ma perché il beneplacito di Elon Musk? Semplice: Tesla ha un business dell’auto elettrica maturo e redditizio, mentre Case rivali come Ford e General Motors sono indietro. L’addio alle sovvenzioni potrebbe avvantaggiare il costruttore texano e rendere la vita difficile alla concorrenza.
Con le vendite inferiori alle previsioni, ma comunque in costante crescita (hanno rappresentato il 9% del mercato americano nel terzo trimestre di quest’anno), una mossa così drastica danneggerebbe il settore con danni incalcolabili, costringendolo forse a rivedere la strategia di elettrificazione.
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