Le orecchiette fatte a mano e vendute nei vicoli di Bari vecchia, finite negli spot di noti stilisti come Dolce&Gabbana con le figlie di Silvester Stallone, continuano a far discutere. Qualche anno fa comparvero sulla prima pagina del New York Times dopo le polemiche sulla vendita senza scontrino nĂ© lista degli ingredienti. Oggi tornano sotto i riflettori per il sospetto che non siano davvero tutte fatte in casa ma che alcune siano comprate, industriali, e spacciate ai turisti per ‘hand made’.
I dubbi sono stati sollevati da alcuni food blogger e servizi giornalistici che hanno parlato anche di scarse condizioni igieniche in ristoranti improvvisati in case private. E per rispondere a quelle che definiscono “solo fesserie”, le pastaie hanno deciso di scioperare con “una rivolta” a intermittenza. In mattinata, nel vicolo Arco basso, di fronte all’imponente Castello Svevo, non c’erano i soliti telai carichi di pasta e farina, e neppure le signore con le mani in pasta. Tutto era fermo per protesta.
E Nunzia, simbolo delle pastaie del borgo antico, spiega che “non c’è nessuna truffa, sono orecchiette essiccate artigianalmente, sono tutte fatte a mano ma le dobbiamo far seccare per una questione di igiene. I turisti le portano a Parigi, in America, e hanno bisogno di quelle ben secche, perchĂ© sono resistenti e non si guastano nel trasporto”. Altrimenti, è il rischio paventato dalle artigiane, si “formerebbe la muffa”. Nunzia si rivolge anche al Comune di Bari e domanda: “Cosa dobbiamo fare, rinunciare a questo lavoro, a questa tradizione pluriennale? Dateci disposizioni, noi siamo pronti ad accoglierle perchĂ© vogliamo lavorare in maniera serena”.
Il sindaco di Bari, Vito Leccese, assicura di voler “tutelare una tradizione che risale ai nonni dei nostri nonni: la strada delle orecchiette esercita un richiamo turistico straordinario – afferma – perchĂ© è sempre stata fino ad ora testimonianza di autenticitĂ ”. E infatti, appena le bancarelle vengono riaperte nel primo pomeriggio, le strade si affollano di turisti ai quali, oltre alle orecchiette, vengono venduti anche pomodori secchi, taralli e qualche dolcetto con spiegazioni fornite rigorosamente in inglese.
“Tutto ciĂ² – precisa il primo cittadino – va salvaguardato, unitamente alla tutela dei consumatori e degli acquirenti. Le artigiane di Bari vecchia potranno essere accompagnate dall’amministrazione comunale in un percorso virtuoso che consenta di tenere in vita tradizione, appeal turistico e rispetto delle regole”. Con la vendita delle orecchiette a Bari vecchia vivono molte famiglie, solo nel vicolo Arco basso sono una decina. La protesta, spiegano le pastaie, dovrebbe ricominciare , sempre per mezza giornata. Agli appassionati del tipico cibo barese, dunque, basterĂ solo avere un po’ di pazienza.
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