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Accensione di stufe e camini, rischi una multa fino a 5.000 euro: ecco le regioni colpite dalle norme anti-inquinamento #finsubito prestito immediato


L’accensione di stufe e camini, in alcune Regioni del Nord Italia, può comportare l’irrogazione di sanzioni. Ciò, in particolare, riguarda quelle Regioni in cui le normative sulla qualità dell’aria sono particolarmente stringenti.
Tra queste, la Lombardia è la più severa, dal momento che la stessa impone sanzioni fino a 5.000 euro a carico di chi accende camini o stufe senza rispettare le regole. In diverse aree, l’uso di generatori di calore con una classe emissiva inferiore a 4 stelle è proibito, estendendo il divieto non solo a camini e stufe, ma anche a termostufe a legna e stufe ad accumulo alimentate a biomassa legnosa.

Vediamo, quindi, nel dettaglio – e con riferimento ad ogni singola Regione – come si differenziano le normative.
In Lombardia, dal 1° gennaio 2020, vige il divieto di installare generatori di calore alimentati da biomassa legnosa (in altre parole, camini e stufe) con prestazioni emissive non conformi alle normative; inoltre, i generatori devono possedere una classificazione almeno a 4 stelle. È, inoltre, vietato l’uso di generatori con 0, 1 o 2 stelle. A partire dall’ottobre 2018, per le stufe a pellet sotto i 35 kW di potenza, è obbligatorio usare pellet certificato classe A1 UNI EN ISO 17225-2, documentato da un certificato fornito da un Organismo di certificazione accreditato.
Inoltre, a decorrere dal 15 ottobre 2024, le nuove installazioni dovranno rispettare i requisiti dettati dal Piano Regionale degli Interventi per la Qualità dell’Aria.
I requisiti per le nuove installazioni sono i seguenti:

Anche il Veneto ha introdotto regolamenti simili, vietando, con la delibera n. 836/2017, l’installazione di generatori con meno di 3 stelle e l’uso di quelli con una classe inferiore a 2 stelle. Entro la fine del 2019, è divenuto illegale installare generatori con classe inferiore a 4 stelle e utilizzare quelli con meno di 3 stelle.
In Emilia-Romagna, le misure per la qualità dell’aria impongono restrizioni sull’uso di caminetti e stufe di classe 1 e 2 stelle in immobili dotati di un sistema alternativo di riscaldamento, situati sotto i 300 metri di altitudine e nei comuni soggetti a infrazioni sulla qualità dell’aria. Inoltre, le normative recenti vietano l’uso di caminetti aperti, e richiedono che le stufe a legna o pellet siano registrate al CRITER.
In Piemonte, a seguito di una delibera del 2018, su tutto il territorio regionale è proibito installare generatori di calore a biomassa con potenza inferiore a 35 kW e meno di 3 stelle a partire da ottobre 2018. Dal 2019, in aree come l’Agglomerato di Torino e altre zone pianeggianti, l’uso di generatori sotto i 35 kW con classe inferiore a 3 stelle è stato vietato.
La Toscana adotta regolamenti simili, prevedendo da poco l’obbligo di registrare camini e stufe che utilizzano biomasse.

Ogni Regione applica specifiche multe per violazioni: in Lombardia le sanzioni possono variare da 500 a 5.000 euro. Il Veneto, oltre alle restrizioni, offre incentivi per l’acquisto di impianti con almeno 4 stelle, incoraggiando modelli conformi come stufe e termostufe a pellet, legna e cucine a biomassa. L’Emilia-Romagna permette l’installazione solo di apparecchi con almeno 4 stelle dal 2020. Infine, in Piemonte, i generatori acquistati dal 2018 devono essere almeno a 3 stelle, con obbligo di 4 stelle per quelli acquistati dal 2019.
In sintesi, l’inosservanza delle norme anti-inquinamento può comportare sanzioni economiche, rendendo rischioso l’uso di stufe e camini privi di certificazione sulle emissioni.





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