Harvard studia la svolta di Mundys #finsubito prestito immediato

Quando si fa impresa, bisogna avere il coraggio di scelte radicali, se necessario, guardando sempre all’interesse diffuso e ai valori dei padri fondatori. Così Alessandro Benetton, presidente di Edizione, la holding d’investimento della famiglia veneta, e vicepresidente di Mundys, attiva nel settore delle infrastrutture aeroportuali, autostradali, e dei servizi di mobilità, sintetizza gli ultimi tre anni che lo hanno visto protagonista della discontinuità nelle strategie dei business familiari. “Quando parlo di valori, faccio riferimento soprattutto all’internazionalizzazione, all’attenzione alle persone, nonché alle comunità di riferimento”, aggiunge.

Nei giorni scorsi il manager-imprenditore ha tenuto una lecture all’Università di Harvard, dove è stato invitato a parlare a margine di uno studio condotto da ricercatori e docenti dell’ateneo – attraverso una serie di visite e interviste realizzate direttamente sul campo – sul turnaround effettuato in Edizione e nelle principali società del gruppo, profondamente cambiato dopo l’uscita di Autostrade dal perimetro. Tra le principali asset company, l’analisi si è soffermata su Abertis, divenuta una piattaforma di investimenti globali a seguito del rinnovato patto di governance stipulato dall’imprenditore italiano con lo spagnolo Florentino Perez, noto ai più per il ruolo di presidente del club di calcio Real Madrid. Nel giro di un solo anno, l’accordo tra Treviso e Madrid ha permesso di realizzare acquisizioni in Cile, Porto Rico, Spagna. Ma nel “case” ha trovato spazio anche Aeroporti di Roma, il gestore degli scali capitolini, dove è stato fondato un Innovation Hub che attira startup innovative da tutto il mondo.

Nel corso degli ultimi tre anni, il gruppo che fa riferimento a Edizione è anche diventato più grande, con il valore passato da 10 a 13 miliardi, grazie alle acquisizioni alla crescita dei flussi di traffico. Tramite un’Opa da 19 miliardi di euro, la più rilevante al mondo del 2022, è stata creata Mundys, il cui obiettivo è diventare un leader globale nella mobilità integrata e sostenibile, preservando l’integrità e la matrice italiana della società e coinvolgendo poi Blackstone, il più importante fondo infrastrutturale del mondo, come partner di minoranza. Edizione è anche diventata il primo azionista di Cellnex (9,9%), e di Avolta (22% a seguito della fusione tra Dufry e Autogrill), il più grande Gruppo al mondo attivo nel settore del travel retail e food&beverage, con oltre 5.500 negozi e 14 miliardi di ricavi.

Venendo ad oggi, i primi nove mesi di Mundys del 2024 si sono chiusi con ricavi per 7 miliardi di euro, in crescita del 7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre l’Ebitda è salito dell’11% a quota 4,2 miliardi di euro. Al di là dei numeri, i ricercatori di Harvard hanno analizzato le politiche legate all’innovazione e alle risorse umane. Ed è emersa la tendenza di Mundys ad assumere soprattutto nella fascia dei 30-40enni, con le donne che sono un terzo dei manager.

Intanto, Alessandro Benetton sta dando nuova vita a una nuova fondazione, che sarà “fatta da giovani (età media di 30 anni) per i giovani”, con interventi: sul fronte dell’inclusione sociale attraverso lo sport, sulla promozione del merito, sulla promozione di giovani artisti e sullo sviluppo di nuove metriche di misurazione dell’impatto sociale. L’obiettivo è partire all’inizio del 2025.

I giovani richiamano l’innovazione: nel già citato hub di Aeroporti di Roma hanno operato finora circa mille startup provenienti dai cinque continenti. Anche Autogrill sta lavorando per far nascere un aggregatore che supporti lo sviluppo di giovani imprese innovative nel campo del food&beverage in mobilità. Il focus sarà sulla riduzione delle emissioni e dell’impatto ambientale, oltre che sul fornire servizi innovativi alla clientela. Benetton lo presenterà a Milano a fine mese.

La discontinuità ha riguardato anche l’approccio alle tematiche ambientali: i consumi a livello di infrastrutture sono scesi di un quarto rispetto a quattro anni fa, con la previsione di dimezzare le emissioni entro il 2030 e azzerarle entro il 2040. Già oggi il 75% dei consumi elettrici del gruppo è da fonti energetiche rinnovabili. “Essendomi formato a Harvard, sono orgoglioso del fatto che l’ateneo abbia deciso di analizzare e sintetizzare con un caso di studio i punti fondanti del nostro modo di fare impresa, come l’attenzione alla sostenibilità, all’innovazione, alla parità di genere, che noi consideriamo non come un costo o un adempimento, ma come opportunità di fare le cose in modo nuovo, puntando a progetti e valori che uniscono e fanno sistema», ha chiosato Benetton.